L’appello di Becce ai presidenti di AdSP: “Dimettetevi tutti”
“Allora ora è il momento di parlare chiaro e chiedere altrettanta chiarezza al Governo, al Ministero dei trasporti, alle forze politiche. Il caso di Zeno (D’Agostino, ndr), clamoroso, è solo l’ultimo a certificare una situazione non più sostenibile della portualità italiana. Fare il presidente di una AdSP è diventato simile a fare l’addetto sanitario in un […]
“Allora ora è il momento di parlare chiaro e chiedere altrettanta chiarezza al Governo, al Ministero dei trasporti, alle forze politiche. Il caso di Zeno (D’Agostino, ndr), clamoroso, è solo l’ultimo a certificare una situazione non più sostenibile della portualità italiana. Fare il presidente di una AdSP è diventato simile a fare l’addetto sanitario in un reparto Covid”.
Il presidente di Assiterminal usa parole forti per aggiungere nuove riflessioni al caso del presidente della port authority di Trieste spodestato da una sentenza dell’Anac. “Da un momento all’altro ti ritrovi sospeso, decaduto, inquisito. E tutti i casi, tanti, che da due anni si succedono non hanno NIENTE a che fare con fatti corruttivi. Tutti i casi, tanti, sono ascrivibili a interpretazioni di norme amministrative, spesso non chiare e interpretabili, o a conflitti tra le istituzioni portuali e marittime. Ma le conseguenze di questi provvedimenti è la decapitazione del governo portuale, l’interruzione di processi amministrativi. E tutto questo in un quadro di disapplicazione sostanziale della riforma della 84 dell’ex ministro Fraziano Delrio”.
Il presidente di Assiterminal sembra avercela anche con l’attuale ministra dei trasporti, Paola De Micheli, quando afferma: “Il tavolo nazionale che avrebbe dovuto segnare una svolta nel governo di processi fondamentali della portualità italiana è del tutto inefficiente, convocato rarissimamente. I presidenti sono lasciati soli e gli accorpamenti non hanno prodotto in alcun caso neanche un minimo di processo di armonizzazione tra le modalità di applicazione delle stesse leggi nazionali. Ci vuole un atto forte, che costringa il Mit, il governo tutto, a occuparsi di questo asset decisivo per la penisola”.
In conclusione Becce propone “a tutti i Presidenti di AdSP, insieme, di rimettere il proprio mandato nelle mani del Ministro delle Infrastrutture. Per solidarietà verso i colleghi colpiti personalmente e lasciati soli e per denunciare con un grido forte lo stato non più sopportabile nel quale sono lasciati. Non è più tempo di parole. Basta”.
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