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La divisione rimorchiatori di Moby all’asta a prezzo scontato: bocciata la cessione a RR Panfido

Nella domanda di concordato preventivo in continuità presentata da Moby al tribunale di Milano c’è un capitolo dedicato alla vendita della divisione rimorchiatori dal quale si apprende che la prima ipotesi emersa di cedere questa parte di business per 73 milioni di euro a Rimorchiatori Riuniti Panfido non s’ha da fare. È stato lo stesso […]

di Nicola Capuzzo
5 Aprile 2021
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Nella domanda di concordato preventivo in continuità presentata da Moby al tribunale di Milano c’è un capitolo dedicato alla vendita della divisione rimorchiatori dal quale si apprende che la prima ipotesi emersa di cedere questa parte di business per 73 milioni di euro a Rimorchiatori Riuniti Panfido non s’ha da fare. È stato lo stesso tribunale a non dare il proprio via libera dopo alcune osservazioni critiche espresse anche dai commissari giudiziali (Tiziana Gibillini e Maurizio Orlando) sull’affare prospettato.

Nel ramo d’azienda Moby tug division c’è la concessione per l’attività di rimorchio portuale nei porti della Sardegna e quella in capo alla società San Cataldo relativa al porto pugliese di Barletta per un totale di 16 unità navali.

Dal piano si apprende che il 24 novembre scorso il gruppo controllato da Vincenzo Onorato aveva depositato formale istanza affinché il “tribunale disponesse l’apertura di una procedura competitiva ai sensi dell’art. 163-bis l.fall. […] volta a verificare l’eventuale sussistenza di terzi disponibili a presentare offerte migliorative entro il termine di 30 giorni dallo svolgimento della necessaria pubblicità ovvero nel diverso termine indicato dagli organi della procedura”.

L’offerta presentata da Rimorchiatori Riuniti Panfido prevedeva la costituzione di una newco partecipata da Moby e da San Cataldo nella quale dovese essere conferita tutta la flotta di rimorchiatori, l’affitto del ramo d’azienda a RR Panfido per un anno (rinnovabile per altri 12 mesi) a un canone di 4,8 milioni di euro e infine la cessione al prezzo complessivo di 73 milioni.

Il tribunale ha però negato l’autorizzazione alla cessione, rigettando l’istanza presentata, “sulla base di diversi elementi di criticità in essa rilevati”. La natura dell’operazione è stata considerata “completamente avulsa dalla delineazione delle linee guida essenziali del piano industriale sottostante il redigendo piano, nel quale l’operazione non v iene contestualizzata, apparendo pertanto la stessa meramente finalizzata al conseguimento di liquidità in capo alla società”. Il tribunale milanese ha rilevato anche “la carenza dell’indicazione dell’utile netto derivante per la società dall’operazione”, così come “non viene indicata la misura della partecipazione della società ricorrente nella costituenda newco, rilevato che della prospettata operazione è parte anche un soggetto terzo (la San Cataldo Spa) che, ancorché controllato interamente da Moby Spa, è estraneo alla procedura concordataria. Oltre a ciò, fra gli elementi di criticità, vengono menzionate anche “asserite irregolarità nel processo c.d. di preselezione dell’offerente rilevate dai commissari giudiziali nel parere dagli stessi reso in favore del Tribunale”.

Il piano racconta poi che, dopo il rigetto dell’istanza da parte del tribunale, “Moby ha prontamente contatto Panfido al fine di vagliare la permanenza in capo a quest’ultima dell’interesse al perfezionamento dell’operazione nel contesto della procedura di concordato preventivo, senza tuttavia ricevere riscontri positivi dalla stessa, che si è dichiarata disponibile a risedersi al tavolo delle trattative, ma a valori e condizioni decisamente meno favorevoli per la società e i suoi creditori”.

La vendita a questo punto andrà comunque avanti perché il management della ‘balena blu’ rimane fermamente convinto del fatto che l’attività di rimorchio costituisca “un complesso di beni non più strategici nell’ambito del nuovo Piano e pertanto intende comunque procedere all’alienazione a terzi della stessa”. Per questa ragione “è stata predisposta da un valutatore indipendente una perizia di conferimento che evidenzia quale valore congruo, con riferimento alla sola divisione rimorchiatori di Moby (con esclusione quindi del ramo d’azienda di San Cataldo) il prezzo di euro 50 milioni”.

Per quanto concerne la tempistica di cessione del ramo, “in considerazione della due diligence recentemente effettuata dai principali operatori di mercato e il grande interesse manifestato da quest’ultimi sia nella fase antecedente la selezione di Panfido, sia a seguito del rigetto dell’istanza di autorizzazione alla cessione del ramo rimorchiatori”, Moby ritiene che, “qualora la società dovesse determinarsi ad avviare la procedura competitiva per la cessione della divisione rimorchiatori subito dopo l’auspicata ammissione al concordato preventivo si assisterebbe  a una partecipazione diffusa alla gara da parte di potenziali operatori interessati, con conseguente massimizzazione del prezzo di vendita, a beneficio della massa di creditori.

Il prospetto relativo alla scansione temporale per la cessione della divisione in questione ipotizza la finalizzazione della vendita entro il prossimo 31 ottobre.

Nicola Capuzzo

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