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Italia Viva contro “l’oligopolio delle compagnie container e la Cber”

Con una interpellanza rivolta al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e al Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, Italia Viva ha preso posizione contro l’oligopolio delle compagnie container ventilando anche la possibilità dell’esistenza, tra queste, di accordi anticoncorrenziali. A presentarla non è stata […]

di Nicola Capuzzo
12 Agosto 2021
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Con una interpellanza rivolta al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e al Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, Italia Viva ha preso posizione contro l’oligopolio delle compagnie container ventilando anche la possibilità dell’esistenza, tra queste, di accordi anticoncorrenziali.

A presentarla non è stata Raffaella Paita, pure presidente della Commissione Trasporti della Camera (nonché moglie di Luigi Merlo, direttore delle relazioni industriali di Msc in Italia), ma Matteo Colaninno, deputato membro della Commissione Politiche Europee e membro della famiglia imprenditoriale cui fa capo Immsi, holding con svariati interessi industriali (ad esempio con le società del gruppo Piaggio), e presente anche nel settore navale tramite Intermarine.

Nel testo, presentato da Colaninno ma che porta anche la firma dei deputati – pure di Italia Viva – Sara Moretto e Massimo Ungaro, si punta l’attenzione su “l’aumento indiscriminato dei costi delle materie prime che si accompagna all’allungamento dei tempi di consegna e a ritardi anche di diversi mesi su tutte le filiere produttive”.
Tra le cause, i tre firmatari individuano l’azione fortemente speculativa di alcuni operatori economici e finanziari, le politiche di destoccaggio, per cui molte imprese avevano preferito un approccio ‘just in time’, ma anche, appunto, ” situazioni fortemente oligopolistiche inerenti il settore dei più grandi operatori mondiali del trasporto su mare”.

Una situazione evidentemente ben nota a Colaninno anche per via della sua attività industriale. Lo stesso gruppo Piaggio, di cui è vicepresidente, nel suo report relativo al primo semestre 2021 evidenziava infatti che: “In un contesto di mercato che continua ad essere positivo, la formulazione di previsioni rimane complessa a causa delle incertezze legate all’evoluzione della pandemia, a cui si aggiungono alcune criticità quali l’incremento generalizzato dei costi delle materie prime e le difficoltà nella logistica dei trasporti, in particolare dal Far East”.

Tornando all’interpellanza, relativamente alle difficoltà dal lato dei trasporti il deputato di Iv cita come cause, oltre alla speculazione, anche la “carenza di container” e il “notevole rincaro dei noli marittimi”, entrambi imputabili a suo avviso a “una situazione di oligopolio, in cui tre imprese detengono il 45,3 per cento della flotta mercantile globale e appena dieci controllano l’80 per cento del mercato”. E la cui “convergenza di strategie di offerta, in termini di cancellazione di rotte e di riduzione delle capacità complessive di carico, potrebbe configurarsi come un ‘cartello’ anticoncorrenziale”.

Sotto accusa anche le relative “strategie di integrazione verticale e il rafforzamento delle posizioni dominanti di tali imprese si ripercuotono su tutta la filiera, restringendo la concorrenza su tutta la filiera logistica e così condizionando alla base la determinazione dei costi dei cicli produttivi”.

Premesse da cui i tre deputati firmatari dell’interpellanza fanno discendere la richiesta, al Governo, di promuovere presso l’Unione Europea “un’attenta analisi sull’andamento dei mercati delle materie prime e dei noli marittimi, una verifica della regolamentazione europea attualmente vigente in tema di alleanze marittime (la Consortia Block Exemption Regulation, che lo scorso anno è stata estesa fino al 2024, ndr)” e affinché adotti “iniziative per introdurre misure di contrasto di attività speculative e/o oligopolistiche e anticoncorrenziali”.

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