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Presentate tre istanze concorrenti a quella di Pir per ponte Somalia a Genova

Sul sito dell’Autorità di Sistema Portuale non è ancora stato pubblicato nulla, ma al termine fissato per oggi non solo sarebbero numerosissime le osservazioni presentate a riguardo dell’istanza di concessione depositata da Superba (Gruppo Pir) per Ponte Somalia, ma, secondo quanto appreso da SHIPPING  ITALY, all’ente sarebbero arrivate pure altre tre domande di concessione per […]

di Nicola Capuzzo
16 Dicembre 2021
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Porto Genova Sampierdarena al tramonto

Sul sito dell’Autorità di Sistema Portuale non è ancora stato pubblicato nulla, ma al termine fissato per oggi non solo sarebbero numerosissime le osservazioni presentate a riguardo dell’istanza di concessione depositata da Superba (Gruppo Pir) per Ponte Somalia, ma, secondo quanto appreso da SHIPPING  ITALY, all’ente sarebbero arrivate pure altre tre domande di concessione per ottenere i 77mila metri quadrati oggi occupati da Terminal San Giorgio.

Una è stata presentata da una costituenda associazione temporanea d’imprese fra Sampierdarena Olii, Saar e Silomar, tutte realtà già presenti nello scalo genovese e attive nel settore dei depositi costieri (per prodotti non infiammabili, a differenza di Superba e di Carmagnani che da quest’ultima verrebbe accolta sul Somalia), che in Beppe Costa, già rappresentante dei terminalisti in Confindustria, hanno un socio e una figura di riferimento.

“Premesso che non ho nulla contro Superba e Carmagnani e che ritengo sia inaccettabile non si sia trovata una soluzione capace di garantirne sopravvivenza e sviluppo senza ledere i diritti di nessuno, siano privati cittadini siano altre imprese, è evidente che l’operazione a noi danneggia direttamente. Senza considerare che le società dell’Ati sono in porto dagli anni 40 e, malgrado la volontà di espansione più volte manifestata e supportata da volumi crescenti, di fatto oggi occupano la stessa superficie dell’epoca, Sampierdarena Olii beneficia di una servitù sugli accosti di Somalia Levante che verrebbe cancellata. Poi ci sono problematiche per i nuovi limiti alla navigazione e quelle legate alla compatibilità delle attività di Superba con quelle nostre e di altri operatori” ha spiegato Costa.

Ma come detto le tre aziende hanno fatto un passo ulteriore: “Vorremmo non perdere tempo e soldi in Tribunale. Anche per questo quindi abbiamo avanzato una proposta alternativa, visto che evidentemente l’Adsp ritiene vantaggioso destinare quell’area alle rinfuse liquide. Il nostro business plan si fonda su investimenti per 50 milioni di euro, tutti privati (non consideriamo ovviamente i 30 milioni che Superba ha messo in conto perché stanziati dall’ente per la ricollocazione), da realizzarsi in due step, con un incremento occupazionale compreso, fra le due fasi, fra 35 e 50 unità ulteriori. I volumi, inoltre, sarebbero tutti aggiuntivi rispetto a quelli che oggi movimentiamo e tutti di categoria non pericolosa” ha chiuso l’imprenditore.

Altre osservazioni e rilievi sono arrivati anche da Gmt – Genoa Metal Terminal e Csm – Centro Smistamento Merci, che, parti entrambe del Gruppo Steinweg (che non ha confermato) e attive su aree contigue al Somalia, hanno anche costituito un’Ati e presentato un’istanza di concessione. Csm sarebbe interessata da cantieri dell’AdSP per lavori volti a migliorare l’ultimo miglio ferroviario nel porto di Sampierdarena che limitano fortemente l’operatività. Dunque l’idea sarebbe quella di chiedere come Gmt e Csm insieme un’area aggiuntiva che consenta di bypassare per i prossimi anni queste limitazioni penalizzanti.

I numeri sarebbero questi: richiesta concessione per 30 anni, 40 milioni di euro d’investimenti, 20 occupati in più rispetto ai livelli attuali (oltre alla possibilità di ricorrere alla Culmv) e trasferimento di alcune risorse da Csm. Sarebbe così più facile per Csm, con l’appoggio del Somalia, mantenere le 150mila tonnellate di merci varie oggi movimentate (e a rischio per i suddetti lavori), un volume che nel giro di 10 anni potrebbe crescere a 380mila tonnellate.

Anche il Terminal Forest, che fra le osservazioni ha anche fatto presente come la cancellazione della sua attività abbia gravi ricadute occupazionali dirette e indirette (circa 2.500 turni Culmv), avrebbe presentato un’istanza concorrente, sebbene in questo caso non sono noti dettagli. A completare il quadro non con un’istanza ma con rilievi che per la provenienza (il primo armatore italiano, che a Genova vale fra le 600 e le 650 toccate l’anno e qualche milione di tonnellata di traffico oggi gestita dal Tsg) hanno un peso particolare, è un pacchetto di osservazioni depositato dal Gruppo Grimaldi.

Il percorso dell’istanza di Superba, per la quale ieri l’Adsp ha approvato l’avvio della procedura di adeguamento tecnico funzionale per il cambio di destinazione d’uso (oggetto di molte osservazioni, essendo secondo molti necessaria una più articolata procedura di variante del piano regolatore), dovrà a questo punto fare i conti con proposte quanto meno comparabili sotto il profilo dell’interesse pubblico, a dispetto della (parole dell’ente a giustificare l’accelerazione dei tempi) “urgenza dell’Amministrazione Comunale di ricollocare i depositi chimici”.

Sempre possibile, naturalmente, un accomodamento fra Pir e i suoi nuovi competitor. Accomodamento che tuttavia, già cercato almeno con parte dei soggetti succitati, non sarebbe stato per il momento definito.

Andrea Moizo

Nicola Capuzzo

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