I terminalisti italiani chiedono un terzo anno di proroga delle concessioni
Nell’ambito della conversione del Dl Aiuti proposto anche l’allargamento delle comunità energetiche e l’istituzione di un fondo per il ferrobonus portuale
I terminalisti italiani sperano in un ulteriore allungamento di 12 mesi delle loro concessioni.
Dopo quelle decise dal Dl Rilancio del 2020 e dal Dl Fiscale dello scorso dicembre, Assiterminal ha chiesto ai parlamentari una nuova proroga – la terza da inizio pandemia – dei titoli dei suoi associati (e delle relative autorizzazioni ex art.16, necessarie a operare come imprese portuali). La richiesta è contenuta nelle proposte emendative inviate alla Commissione Bilancio della Camera, in vista della procedura di conversione del Decreto Aiuti varato dal Governo a metà maggio.
Esaurito l’effetto Covid, Assiterminal propone la misura “al fine di riequilibrare, questa volta, le perdite connesse agli effetti economici e commerciali riconducibili alla crisi militare in atto in Ucraina ed ai vertiginosi rincari dei prodotti energetici”.
Non è tutto. Se la proroga della concessione viene chiesta per tutte le imprese terminalistiche e le imprese portuali senza distinzione, la riduzione dei canoni – anch’essa riproposizione di una misura già adottata negli ultimi due esercizi in chiave antipandemica – Assiterminal la domanda invece solo per coloro “dimostrino di aver subito nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 15 dicembre 2022, una diminuzione del fatturato pari o superiore al 20 per cento del fatturato registrato nel medesimo periodo dell’anno 2019”, spiegando che “gli effetti del contesto richiamato si stanno prevalentemente verificando sui traffici dei terminal crociere (- 40% vs il 2019) e di alcuni terminal che operano merceologie di granaglie o merci alla rinfusa” (-25% sul 2019).
Il pacchetto di Assiterminal contiene anche altre due misure richieste.
La prima è un’estensione di quanto previsto all’articolo 9 del Decreto Aiuti in materia di comunità energetiche, con l’allargamento anche ai terminalisti della possibilità prevista per le Autorità di Sistema Portuale di costituire “comunità energetiche rinnovabili ai sensi dell’articolo 31 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199”.
La seconda è un rilancio del cosiddetto Ferrobonus portuale, con il perfezionamento di un emendamento già presentato al Dl Ucraina. Si prevede che le Adsp “riconoscano una progressiva diminuzione dei canoni di concessione in funzione del raggiungimento di specifici obiettivi di traffico ferroviario portuale” e che presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili venga istituito un fondo cui attingere laddove i canoni siano già quelli minimi possibili per legge. Nessuna previsione nel caso gli obiettivi prefissati non vengano raggiunti.
A.M.
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