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Russo (Ram) ai 70 anni di Spedimar: “Porti italiani da ‘misurare’ per ricchezza prodotta”

Gloria Dari, presidente degli spedizionieri livornesi, durante il suo discorso ha posto l’accento sull’importanza di raggiungere la massima efficienza nelle connessioni materiali e immateriali

di Cinzia Garofoli
18 Settembre 2022
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Spedimar 70 anni – convegno

Livorno – Il convegno per celebrare i 70 anni di vita dell’associazione livornese degli spedizionieri Spedimar organizzato dalla presidente Gloria Dari ha riunito settore e istituzioni per fare il punto e riflettere sul futuro del primo porto toscano “sempre più strategico e al centro dei traffici quale terzo porto in Italia”, come ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, presente personalmente all’evento.

Gloria Dari, presidente al terzo e ultimo mandato dell’associazione e vertice dal febbraio 2021 di Confetra Toscana, fedele al titolo del convegno “Dalla storia al futuro”, ha ricordato in apertura lo spirito mercantile innovativo e votato allo sviluppo economico e culturale della ‘Livorno delle Nazioni’,  che all’epoca contribuì a farla diventare il primo porto del Mediterraneo oltre che uno dei più importanti d’Europa, e che è sempre stato presente nei passaggi cruciali attraversati dalla città.

Fondamentale oggi – per la Dari – è raggiungere la massima efficienza nelle connessioni materiali e immateriali per rendere competitivo l’intero sistema portuale che include tutti gli enti deputati ai vari controlli, in particolare in quelle immateriali per la gestione delle merci e dei flussi logistici e il coordinamento degli interventi frontalieri per garantire standard europei nella consegna delle merci. Un appello quindi, quello della presidente, a che l’attivazione del Sudoco, da inizio 2022 legge dello Stato dopo le annose battaglie della categoria, non sia più rinviata. E inoltre: sistemi IT connessi tra sistema portuale e tutta la filiera sino all’interporto, perfetta integrazione tra i sistemi portuali e i trasporti per l’esigenza della catena logistica, corridoi logistici da e per i maggiori centri del nord est e del centro Italia, tracciabilità delle merci, loro geolocalizzazione e più efficienza nei sistemi di sicurezza.

Per quanto riguarda la formazione: “Siamo vicini al Polo Universitario dei sistemi logistici di Livorno con gli stage curriculari ed extra curriculari nelle nostre imprese” ha detto la presidente, che ha parlato anche della vicinanza dell’associazione a un’iniziativa condotta dall’assessore comunale al porto Barbara Bonciani con l’Istituto S. Anna di Pisa cui dovrebbero unirsi anche l’ente portuale e gli stakeholder per la creazione di un incubatore di idee per l’efficientamento del sistema.

Il valore della coesione e del lavoro comune è stato il filo conduttore dell’intervento della Dari: “La giusta impostazione dei nostri amministratori ci ha fatti finalmente giungere alla costruzione del microtunnel, alla Darsena Europa, allo scavalco, e ai collegamenti ferroviari grazie all’ottenimento dei necessari importanti finanziamenti; noi come Spedimar e Confetra abbiamo collaborato sostenendo anche quest’ultima iniziativa: Livorno con il sistema portuale e interportuale dell’Interporto Vespucci e i collegamenti ferroviari avrà tutte le carte in regola per competere”.

Ivano Russo, alla sua prima uscita pubblica in qualità di amministratore unico di Ram S.p.a., società in house del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità, ha incentrato la relazione sulla necessità di una “nuova logistica” partendo dai cambiamenti che si sono verificati nel tempo a livello di interconnessione, velocità degli scambi e nuove relazioni geoeconomiche. Fra gli attori che operano nel settore – ha detto –  spiccano due caratteristiche: l’essere sempre più grandi e sempre più integrati (un esempio è quello delle alleanze createsi fra compagnie di navigazione per diventare poche grandi shipping liner e poi, a seguito di altre integrazioni, global carrier) e sempre di più controllati, partecipati o indirettamente influenzati dagli Stati per controllare gli interessi economici nazionali.

Russo ha ricordato che la Germania nei consumi vale due volte l’Italia, nel Pil ne vale il doppio, nella produzione manifatturiera del fatturato industriale 2,1 volte, sulla logistica invece è 3,2 volte l’Italia e che il Pil italiano è il 10% di quell’europeo. “Quindi, sia nei confronti della Germania che dell’Europa c’è una quota percentuale importante sulla quale gravano evidentemente responsabilità del Paese” ha affermato, aggiungendo che il problema, secondo studi della Banca Mondiale e della Ambrosetti, non riguarda solo la carenza infrastrutturale ma la qualità dei volumi.

La proposta che Russo farà al prossimo ministro dei Trasporti è quella “che i porti debbano cominciare a misurare la propria capacità attrattiva non solo in tonnellate, ma in ricchezza prodotta, come dimostra il caso del cargo aereo che vale il 2% di tutta la movimentazione italiana ma corrisponde al 25% del valore dell’export”. I driver indicati da Russo per il nuovo percorso sono: la semplificazione, nella quale abbiamo comunque iniziato a lavorare, la digitalizzazione, dove scontiamo ritardi ancestrali rispetto all’Europa, e infine il profilo inadeguato dell’industria della logistica nazionale: “su 110mila imprese (di cui 90.000 nell’autotrasporto) il 90% ha meno di 9 addetti e 5 milioni di fatturato e fatica a sopravvivere.” – ha informato Russo  – “Tranne le prime 50 imprese (su 110.000) la capacità di investimento è scarsa e si avvicina velocemente allo zero in un momento nel quale sarebbe invece giusto investire. Siamo l’unico paese del G8 a non avere un’impresa tra le prime dieci in nessuno dei segmenti del trasporto e dato che il settore è così strategico, essendo un paese senza materie prime che vive di esportazioni, non averne il controllo è molto rischioso”.

“Se i dati della logistica italiana sono tutti sotto le medie europee e i volumi crescono vuol dire che il paese è attrattivo per i traffici, ma che non genera più ricchezza. Questo è un problema per le imprese e, a cascata, per tutti” ha sottolineato il numero uno di Ram, concludendo che “su questo tema il nuovo governo dovrà fare una riflessione”.

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Eugenio Giani Ivano Russo Gloria Dari e Luca Salvetti Andrea Cappa, Alessandro Pitto e Stefano Brambilla Luciano Guerrieri e Raffaele Cioni Gloria Dari Spedimar 70 anni – convegno

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