Maggiore attenzione alle condizioni dei marittimi dagli Stati di bandiera
Secondo il report annuale di Ics cresce il numero di amministrazioni che rispondono ai criteri di rilevazione di Ilo. Italia promossa su tutti gli indicatori

Sono cresciuti del 25% rispetto al 2021 i report sulle condizioni di lavoro della gente di mare che le nazioni marittime hanno inviato all’Ilo – International Labour Organization nel 2022.
È questo, secondo l’International Chamber of Shipping, il dato più eclatante dell’annuale “Shipping Industry Flag State Performance Table”, il rapporto annuale sulle performance degli stati di bandiera, valutate su un’ampia serie di parametri: attività di Port state control, ratifica delle convenzioni, età della flotta, Stwc 95 “White list”, compiutezza dei rapporti Ilo, partecipazione alle riunioni dell’agenzia delle Nazioni Unite Imo – International Maritime Organization.
“Ogni anno gli Stati di bandiera – spiega una nota di Ics – devono riferire sugli standard lavorativi come parte dei loro impegni di revisione dell’Ilo. Alcuni degli standard lavorativi specifici per i marittimi includono il rimpatrio dei marittimi, la fornitura di alloggi, la tutela della salute e l’assistenza medica. Quest’anno il 67,6% degli Stati di bandiera ha riferito in merito ai propri impegni di audit dell’Ilo, con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente, in cui era stato presentato solo il 42,9% dei rapporti, a dimostrazione di una crescente consapevolezza dell’importanza di questa area di rendicontazione”.
Un risultato importante secondo Ics: “Continuare ad aumentare i livelli di rendicontazione sugli standard lavorativi è fondamentale per mantenere il benessere dei marittimi. Con l’avanzare dell’industria marittima verso una maggiore digitalizzazione e una transizione ecologica, il lavoro dei marittimi subirà dei cambiamenti. Attraverso l’aumento e il miglioramento delle relazioni, l’industria può identificare come le condizioni di lavoro possano continuare a essere sicure per i marittimi di tutto il mondo. Con l’introduzione di nuove tecnologie a bordo delle navi, dobbiamo assicurarci che l’innovazione non vada a scapito della sicurezza. Continuando a riferire sugli standard di lavoro, possiamo migliorare le condizioni di lavoro dei nostri marittimi, dotarli delle competenze adeguate di cui hanno bisogno per svolgere il loro lavoro e garantire una giusta transizione per tutti” ha commentato Guy Platten, Segretario generale dell’Ics.
Il rapporto riferisce inoltre che quest’anno un numero record di amministrazioni di bandiera (49) ha ottenuto la piena qualificazione nell’ambito del programma Qualship21 della Guardia Costiera statunitense (Usgc). L’iniziativa mira a premiare le compagnie, gli operatori e le navi che dimostrano il massimo impegno per la qualità e la sicurezza attraverso il più alto livello di conformità agli standard internazionali e alle leggi e ai regolamenti degli Stati Uniti.
Sono 18, invece, fra cui l’Italia, gli Stati di bandiera che hanno raggiunto tutti gli indicatori verdi/positivi nella tabella stilata da Ics. Gli altri sono Bahamas, Bermuda, Isole Cayman, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Isola di Man, Giappone, Liberia, Malta, Isole Marshall, Paesi Bassi, Norvegia, Panama, Singapore, Regno Unito.
Tra i primi 10 registri navali più grandi (per portata lorda), che coprono oltre il 79% della flotta mercantile mondiale, solo due hanno un indicatore negativo, mentre gli altri otto hanno tutti indicatori positivi. Tra gli Stati di bandiera con i risultati più bassi, uno solo, il Togo, è presente nelle Liste nere di tutti e tre i regimi di Port State Control valutati (Mou di Parigi, Mou di Tokyo e Rapporto annuale dell’Uscg).
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