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Rossi (Frittelli Maritime) svela il progetto Eagle e ricorda il giorno in cui diventò armatore

Alle celebrazioni per i 120 anni del gruppo è stato presentato per la prima volta l’investimento previsto sulle banchine 19 – 20 – 21 di Ancona dove vorrebbe spostare in futuro l’attracco dei traghetti

di Nicola Capuzzo
24 Febbraio 2023
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Rossi Alberto – 120 anni FMG – Frittelli Maritime Group (2)

“Tutti i 120 anni sono stati legati da un fil rouge che ci ha accomunato. Stare al timone di una società che ha questa longevità ti rende felice e ti motiva particolarmente, ma soprattutto ti rende orgoglioso”. Queste le parole pronunciate da Alberto Rossi, fondatore, presidente e amministratore delegato di Frittelli Maritime Group, durante l’intervista pubblica andata in scena in occasione delle celebrazioni che si sono tenute ad Ancona.

Passando anche attraverso momenti difficili, l’azienda è arrivata ai giorni attuali con un fatturato di quasi 100 milioni di euro e 600 lavoratori. “Un punto di svolta in questi 120 anni è stata la fusione fra le aziende Frittelli e Maritime Agency da cui “nacque un colosso da 60 miliardi di lire che oggi però sarebbero pochi. Quando entrai in azienda decisi di vendere una delle aziende che produceva più fatturato per cui ci trovammo con un volume d’affari ancora inferiore: 10 milioni di euro” ha ricordato ancora Rossi. Secondo il quale, una caratteristica di Fmg “è sempre stata quella di andare a cercare nuovi mercati e nuove iniziative; non ci interessava andare a ridistribuire quote di mercato già esistenti”.

L’album dei ricordi passa per alcune operazioni significative: “Creammo un terminal container nel porto di Ancona, stimolando l’interesse di Msc, una società attraverso la quale è nata una forte relazione che, oltre alla stima, è sfociata in amicizia. Questo è qualcosa di importante anche per il porto di Ancona e per tutto il comparto”.

Poi un altro step importante: “Stessa cosa avvenne nel 2006 quando entrammo e diventammo secondi azionisti della compagnia di traghetti Minoan Lines, comprammo da loro una nave e l’agenzia, la rappresentanza ad Ancona, e negli anni successivi entrò nel capitale il Gruppo Grimaldi di Napoli con cui ancora oggi c’è un legame fortissimo, strettissimo, di stima e amicizia.”

Ma “il terzo e forse più importante “momento di svolta per strategia e cambiamento, fu la nascita di Adria Ferries, l’unica compagnia di navigazione della nostra regione, una società che proprio qualche mese fa ha inaugurato una nuova sede recuperando in città un contenitore abbandonato da 15 anni. Con Adria Ferries, quando siamo diventati armatori, ci siamo trasformati da artigiani a industriali”.

Il racconto di Rossi si sofferma su un episodio particolare che riguarda proprio la nascita di Adria Ferries: “Noi a quel tempo rappresentavamo una compagnia di navigazione, una compagnia di Stato del gruppo Iri – Finmare, che gestiva i collegamenti da Ancona per la Croazia, Albania e Montenegro. Per motivi politici dalla sera alla mattina l’armatore decise di chiudere i collegamenti, per noi era una business unit importante, con tanti dipendenti. Ma al di là di quello, attorno a queste linee si era creata una comunità, erano venute molte persone che si erano insediate ad Ancona. Tutta la politica locale, sindacati ed enti locali, tentarono di far desistere da questa scelta ma non fu possibile perché l’armatore aveva già deciso. Gli unici che non avevo sentito sulla questione erano i dipendenti della nostra business unit: nessuno mi aveva manifestato motivo di preoccupazione. La cosa da un certo punto di vista mi dispiaceva. Le possibilità erano o quella di dismettere la business unit lasciando a casa 30 persone, o fare un passo che sarebbe stato particolarmente importante, e cioè diventare armatore. Non ci preoccupava dal punto di vista economico, finanziario o organizzativo ma ci preoccupava molto da un punto di vista tecnico perché nella nostra regione non c’erano professionalità adeguate a questo tipo di intervento e dunque il dubbio sul fare o meno questo passo era enorme. Convocai dunque questo personale – ha proseguito nel racconto – e gli chiesi (domanda retorica) se erano a conoscenza di quanto stava accadendo e quella che oggi è ormai una ex dipendente, Raffaella, rispose: ‘Sì dottore, certo che siamo a conoscenza della cosa e siamo anche molto preoccupati. Ci siamo riuniti, ne stiamo parlando da giorni ma poi io la soluzione l’ho trovata: qualcosa succederà, il dott. Rossi a noi penserà’. In quel momento sono diventato armatore”.

Le celebrazioni per i 120 anni di Frittelli Maritime Group sono proseguite con la rivelazioni del progetto ribattezzato ‘Eagle’ che mira a realizzare nell’area ormai dimessa dei silos di Bunge, presso le banchine 19 – 20 – 21 del porto di Ancona, 20mila metri quadrati di nuovi magazzini ma anche edifici aperti alla città e spazi per eventi. “Si tratta dell’intervento più importante di logistica in ambito portuale di Ancona negli ultimi 50 anni e coniuga la nostra filosofia imprenditoriale a una componente sociale” ha proseguito spiegando Rossi.

La trattativa per acquistare l’area dalla multinazionale americana era iniziata nel 2021 per concludersi lo scorso anno; ad oggi sono stati rimossi circa 4mila metri quadrati d’amianto. Sarà, ha spiegato Rossi in merito ai nuovi e innovativi edifici, una “struttura specializzata”, i magazzini “saranno attrattivi per quantità di merci che finora non avevano sufficienti spazi e porteranno benefici per l’intera portualità”. L’auspicio espresso dal numero uno di Frittelli Maritime è quello che si possa spostare in futuro l’attracco dei traghetti in quella zona portuale.

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