Ad aggiudicarsi i lavori – informa il Corriere di Taranto – è  stato il costituendo Raggruppamento Temporaneo di Imprese R.C.M. Costruzioni S.r.l./E-Marine S.r.l. di Sarno (ambedue società campane), prima classificata nella graduatoria di gara con un punteggio pari a 100/100 ed un offerto ribasso del 15,976%, pari a poco meno di 30 milioni.
La Rcm Costruzioni srl del gruppo Rainone di Salerno è una realtà conosciuta nell’area avendo avuto la designazione dei lavori per l’adeguamento di un tratto di banchina di levante del Molo Polisettoriale del porto di Taranto, da parte del Consorzio Stabile Grandi Lavori S.c.r.l. anni addietro, oltre ad aver effettuato la ricostruzione dell’impalcato della testata attualmente inagibile del molo a giorno San Cataldo del Porto di Taranto, e impegnata nell’allargamento ed adeguamento strutturale della banchina di Levante del Molo San Cataldo e consolidamento della Calata 1 del Porto di Taranto.

L’intervento è oggetto di finanziamento per complessivi euro 15.700.000,00, a valere sul Piano Complementare al programma degli interventi infrastrutturali in ambito portuale sinergici e complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nella “Missione 3” rubricata “infrastrutture per una mobilità sostenibile”, ed è stato inserito a valere sul bilancio di previsione 2023, sul capitolo U211/10 “Acquisizione, costruzione, trasformazione di opere portuali ed immobiliari – approfondimento fondali”.

L’intervento è inoltre previsto nel vigente Piano Regolatore del Porto di Taranto (Prp) e rientra nella programmazione triennale dei lavori pubblici dell’AdSP MI 2022-2024, approvata con Decreto n. 132 del 21/10/2021, e confermata nella successiva programmazione 2023-2025, approvata con Decreto n. 117 del 17/10/2022.

L’Autorità Portuale, – si precisa nell’articolo – in considerazione della consistenza e della articolazione degli interventi finanziati, nonché al fine di garantire il rispetto degli obblighi temporali stringenti, ha individuato nell’Accordo Quadro lo strumento più adeguato al rispetto delle scadenze temporali, la cui durata è stata stabilita in 4 anni (in conformità a quanto disposto dall’art. 54, c. l del d.lgs. 50/2016) con decorrenza dalla data della relativa stipulazione. Tale termine potrà essere prorogato sino all’ulteriore scadenza che fosse stabilita per l’esecuzione del Pnrr/Pnc da parte delle Autorità competenti. Salvo proroga, l’Accordo Quadro cesserà la sua efficacia, comunque, allo scadere del predetto termine anche nel caso non siano state interamente impiegate le somme stimate ovvero se nel corso della loro durata non sia stata affidata alcuna attività. Per “durata” si intende il periodo entro il quale l’Amministrazione potrà procedere all’affidamento dei singoli Contratti Specifici. L’Accordo Quadro cesserà di produrre effetti, in ogni caso, all’esaurimento dell’importo massimo stimato. L’affidatario è obbligato ad eseguire ed ultimare tutte le prestazioni che la Stazione Appaltante attiverà mediante i Contratti Specifici emessi sino alla data di scadenza dell’Accordo Quadro, anche qualora le prestazioni oggetto dei Contratti Specifici si  protraggano oltre tale termine.

Lo scorso aprile l’Autorità Portuale affidò la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di protezione del porto e l’affidamento della progettazione di tre impianti di Cold Ironing, alla società veneta Dba Group S.p.A (tramite la sua Business Unit dedicata ai progetti infrastrutturali, la SJS Engineering). 

La nuova diga foranea, a gettata, integrerà quella esistente a paramento verticale, per completare le protezioni dal moto ondoso delle banchine destinate ad ormeggio ed operazioni portuali fuori rada.  Di circa 1.300 m di lunghezza, inclinata di circa 45° rispetto al Nord, come l’ultimo tratto dell’opera esistente, definirà un secondo canale di accesso al porto commerciale di Taranto.

La struttura è realizzata a strati sovrapposti: uno strato centrale detto nucleo protetto da un geotessuto e poi, a salire, un filtro in massi naturali e una mantellata superficiale costituita da massi artificiali di tipo Tetrapod. Nel dettaglio i benefici previsti dovranno essere sia diretti che indiretti: il miglioramento della sicurezza alla navigazione e delle manovre di ormeggio, la sicurezza agli ormeggi, etc. riguardo a quelli diretti mentre, tra gli indiretti, la migliore utilizzabilità delle banchine, l’incremento della operatività portuale, la riduzione dei fermi per condizioni meteo avverse.

Dal lato economico si evidenzia il minor costo per gli armatori (controstallie) ed i servizi tecnico/nautici (riduzione dei tempi per manovre) nonché i migliori benefici sociali ed economici derivanti dalla maggiore produttività del porto. 

L’AdSP integrò il progetto definitivo posto a base di gara nel settembre 2018. Il quotidiano Corriere di Taranto ricorda le tappe di questo precedimento: “nel giorno 4.2.2013 la consegna all’Autorità Portuale degli elaborati di Progetto Definitivo della “Nuova diga foranea del Porto fuori rada” da parte della T.C.T. S.p.A. Il 26.2.2013 arrivò l’adozione dell’Adeguamento Tecnico Funzionale del Piano Regolatore portuale – Nuova diga foranea del porto fuori rada – I lotto funzionale. Il 25.07.2014 si concluse invece la Conferenza dei Servizi, convocata dall’Autorità Portuale, sullo stesso progetto definitivo. L’emissione del Decreto di compatibilità ambientale del MATTM – Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – di concerto con il MiBACT – giunse il 19.5.2015. A tal proposito, l’Autorità Portuale lo scorso anno ha richiesto una proroga alla validità temporale del decreto di compatibilità ambientale, che lo scorso 27 febbraio il ministero dell’Ambiente ha prorogato fino al 29 giugno 2029.”.

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