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Economia

A Ravenna nel 2023 calano del 6,9% le merci movimentate, ma è record per le crociere

Dopo due anni di record in positivo le merci movimentate sono state 25.5 milioni di tonnellate. Anche la tendenza 2024 rispetto al 2023 per ora – escluse pochissime voci – resta negativa

di REDAZIONE SHIPPING ITALY
12 Febbraio 2024
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Canale Candiano – porto di Ravenna

Il  Servizio Analisi e Statistica (Area Pianificazione, Sviluppo, Promozione e Progettazione Ue) dell’autorità portuale di Ravenna ha comunicato i dati registrati dai traffici del 2023 con relativi commenti, come riportiamo di seguito:

Dopo due anni record con risultati superiori ai volumi prepandemia per il porto di Ravenna si annota un calo di traffici: sono state movimentate complessivamente 25.503.131 tonnellate, registrando un -6,9% pari a 1,8 mln di tonnellate in meno, rispetto al 2022.

Nel dettaglio dell’anno 2023: gli sbarchi pari a 22.108.488 tonnellate e gli imbarchi pari a 3.394.643 tonnellate (rispettivamente, -7,5% e -2,7% rispetto al 2022; con un peggioramento negli ultimi due mesi  dell’anno). Calato significatico nei materiali per le ceramiche con -1,4 mln di tonnellate pari al 75% del calo totale del porto rispetto all’anno precedente.

Il numero di toccate delle navi è stato pari a 2.533, per 170 navi in meno rispetto quelle del 2022 (-6,7%). La stazza media netta delle navi pari a 9.784 tonnellate, invece, ha registrato un incremento (5,5% rispetto al 2022) – proseguendo in un trend iniziato nel 2019 – ascrivibile principalmente a 25 toccate di navi da crociera con una stazza netta superiore alle 100.000 tonnellate e 31 toccate con una stazza netta superiore alle 50.000 tonnellate.

Fra i diversi i fattori che hanno causato il brusco rallentamento della crescita globale: la peggiore crisi energetica verificatasi dagli anni settanta a oggi, che ha causato l’aumento dell’inflazione con la stessa forza; le politiche monetarie restrittive che ne sono conseguite per contrastare l’inflazione; l’aumento dei tassi di interesse; la diminuzione del potere di acquisto e dei salari reali in molti paesi; l’interruzione delle forniture e la conseguente insicurezza alimentare globale, a causa di guerre e fattori climatici avversi che hanno provocato l’aumento dei prezzi e limitato la circolazione di generi alimentari.

Gli effetti negativi della guerra tra Russia e Ucraina sul porto di Ravenna, come nel 2022, si sono fatti sentire anche nel 2023 facendo perdere complessivamente nei due anni  1.694.569 tonnellate di traffico dall’Ucraina (- il 58,3% rispetto al 2021).

Ravenna è il porto di riferimento dei paesi che si affacciano sul Mar Nero e, in particolare, dell’Ucraina, da cui storicamente provenivano grossi quantitativi di materie prime per l’industria ceramica e di prodotti metallurgici, oltre a cereali, farine e oli vegetali. A risentire maggiormente del calo è stato il distretto ceramico di Sassuolo che ha dovuto ricercare nuove fonti di approvvigionamento alternative. Stessa sorte anche per i prodotti metallurgici.

Dopo la scadenza, a luglio 2023, dell’accordo per l’esportazione di grano ucraino dai porti sul Mar Nero (firmato tra Russia e Ucraina nel giugno 2022 e più volte rinnovato), solo i corridoi di solidarietà attivati dall’Ue per l’esportazione dei cereali ucraini verso Europa e resto del mondo hanno consentito una rotta disponibile e sicura che ha  permesso di mantenere un traffico di una certa rilevanza con l’Ucraina. Sono sbarcate a Ravenna nel 2023 823.530 tonnellate di grano e mais ucraini ( 598.648 tonnellate in più (il 266,2%) rispetto al 2021, anno precedente all’inizio del conflitto.

L’alluvione su Ravenna nel maggio 2023 hanno causato pesanti danni alle imprese, interruzioni alle infrastrutture di collegamento stradali e ferroviarie, come pure disagi al lavoro portuale per i dipendenti alluvionati e la necessità di tutelare la sicurezza nei giorni di maggiore criticità, interrompendo le operazioni di sbarco/imbarco.

Nel 2022 il valore aggiunto dai comuni colpiti dall’alluvione ammontava a oltre 38 miliardi di euro (24% del Pil regionale; 2,2% del Pil nazionale) ; le previsioni pre-alluvione ipotizzavano una crescita dello 0,7% portando a superare i 40 miliardi di euro. I danni si attestano oggi tra i 7 e i 10 miliardi di euro, tra il 18% e il 26% del valore aggiunto del territorio. I riflessi della catastrofe hanno fatto diminuire arrivi prima dal traffico ferroviario (tra maggio e giugno persi rispetto 514 treni pari a -37% dello stesso bimestre 2022  e -6.3% sui treni totali 2022.

La crisi del Mar Rosso iniziata il 7 ottobre scorso sta limitando fortemente il transito dal Canale di Suez, uno dei punti nevralgici del commercio mondiale e nonostante il crescente impegno militare degli Stati Uniti e dell’Europa, non vi sono spiragli di risoluzione, ma l’aumento di grossi problemi a tutta la catena di approvvigionamento globale, in particolare ai traffici marittimi, con conseguenze economiche disastrose, sia a livello mondiale che italiano.

Da metà dicembre 2023 le compagnie di grandi portacontainer hanno sospeso il transito vicino alle coste yemenite e attraverso il Canale di Suez, da cui passa il 12% delle merci mondiali; la rotta alternativa per i transiti italiani import-export dal canale di Suez pari quasi al 40%, è la circumnavigazione dell’Africa dal Capo di Buona Speranza e l’arrivo al Mediterraneo attraverso Gibilterra, con tempi più lunghi del 30% (10 gg in più), svantaggiando potenzialmente in particolare i porti dell’Adriatico (Ravenna e Trieste) e avvantaggiando quelli di Le Havre, Rotterdam, Amburgo e, in generale, i porti del Nord Europa che, tra l’altro, hanno un pricing di noli inferiore.

La sfida si giocherà, dunque – spiega la nota – sulla capacità di stoccare scorte a terra, da sempre uno dei punti di forza del porto di Ravenna. Ritardi e cambi di rotta stanno già colpendo, comunque, anche Ravenna che importa dal medio ed estremo Oriente (a dicembre 2,1 mln di tonn. pari a -35% sulla media) soprattutto prodotti metallurgici e che ha collegamenti feeder con i maggiori Hub portuali situati nel Mediterraneo.

Analizzando la movimentazione delle merci per condizionamento nel 2023 rispetto al 2022: le merci secche (rinfuse solide, merci varie e unitizzate) sono 20.900.769 tonnellate (-7.1%= 1.6 mln di tonn); fra le merci secche quelle unitizzate in container sono 2.352.272 tonnellate (-2,9% =69 mila tonnellate); le merci su rotabili sono 1.866.015 tonnellate (+2,6%).

I prodotti liquidi movimentati sono 4.602.362 tonnellate (-5,8% rispetto al 2022). Il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli) ha movimentato 5.206.157 tonnellate di merce (-8,8% rispetto al 2022).

Analizzando l’andamento delle singole merceologie: per  i prodotti agricoli 2.064.494 tonnellate (-3,8% rispetto al 2022) e, in particolare, per la movimentazione (tutti sbarchi) dei cereali, 1.895.436 tonnellate (-6,7% rispetto al 2022).

L’import di cereali, (con Ucraina come primo importatore con 891 mila tonnellate = +34,1%), risulta inferiore di 95.024 tonnellate rispetto al 2022.

Gli oli animali e vegetali con 675.972 tonnellate, registrano un -25,6% rispetto al 2022, principalmente ascrivibile all’alluvione di metà maggio scorso che ha coinvolto pesantemente lo stabilimento Unigrà di Conselice fermandone l’attività per gli ingenti danni a uffici e impianti, compromettendo la produzione e l’importazione delle materie prime che avviene tramite il porto di Ravenna.

I materiali da costruzione con 4.079.701 tonnellate movimentate, registrano un pesante -26,6% rispetto al 2022. Le importazioni di materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo sono state pari a 3.665.870 tonnellate (-27,9% in meno). Per i prodotti metallurgici + 1,9% rispetto al 2022, con 6.514.751 tonnellate movimentate (quasi 120 mila tonnellate in più).

Negativa rispetto al 2022, la performance dei prodotti chimici (-7,2%), con 1.056.084 tonnellate. In crescita i prodotti petroliferi (+1,0%) nel 2023, con 2.621.409 tonnellate e un aumento di quasi 27 mila tonnellate. Nei concimi movimentate 1.553.139 tonnellate (+ 4,2% rispetto al 2022).

I contenitori, pari a 216.981 Teus nel 2023, sono calati del 5,0% rispetto al 2022. I Teus pieni sono stati 165.025 (il 76% del totale), in calo del 6,9% rispetto al 2022 mentre quelli vuoti sono stati 51.956, in crescita dell’1,3% rispetto al 2022.

In termini di tonnellate, la merce trasportata in contenitori nel 2023 (2.352.272 tonnellate) è diminuita del 2,9% rispetto al 2022. Il numero di toccate delle navi portacontainer, pari a 457, è in diminuzione (52 toccate in meno, -10,2%) rispetto alle 509 del 2022.

Buona la loro performance nel mese di dicembre 2023, nel quale sono stati movimentati 17.472 Teus, di cui 13.120 pieni (+7,1% sul 2022) e 4.352 vuoti (+15,7% sul 2022), in aumento rispetto a dicembre 2022 del 9,1%. Sono 182.406 le tonnellate corrispondenti, + 8,8% (rispetto a dicembre 2022).

Nel 2023 trailer e rotabili sono cresciuti complessivamente del 6,5% per numero di pezzi movimentati (96.586 pezzi) rispetto al 2022. Per i primi risultato negativo della linea Ravenna – Brindisi – Catania: nel 2023, infatti, i pezzi movimentati, pari a 78.298, sono calati del 2,9% (2.297 pezzi in meno) e la merce movimentata (1.866.015 tonnellate) è diminuita del 2,6% rispetto al 2022. Negativo anche dicembre con 5.540 pezzi movimentati, -15,9% rispetto a dicembre 2022.

Ottima performance per le automotive che, nel 2023, hanno movimentato 15.554 pezzi (+93,9%rispetto al 2022) da imputare al nuovo traffico acquisito nel corso del 2023 dal Gruppo Sapir (diventato Hub logistico per le vetture Bmw) ed in partenza verso i mercati dell’Asia Orientale. Molto positivo, in particolare, l’andamento nel mese di dicembre 2023, con 1.858 pezzi movimentati (contro i 902 pezzi del dicembre 2022).

Riguardo al settore crociere nel 2023 il Terminal Crociere di Ravenna ha registrato il record di sempre: 99 scali di navi da crociera, per un totale di 330.952 passeggeri, di cui 281.192 in “home port” (140.936 sbarcati e 140.256 imbarcati) e 49.510“in transito”.

Calato invece nel comprensorio portuale di Ravenna il traffico ferroviario  sia in termini di merce e di numero di treni, rispettivamente del 12,8% e dell’8,5% rispetto al 2022 (trasportate 3.395.261 tonnellate di merce, per 7.098 treni) . Il numero di carri, pari a 65.649 registra -4,8% rispetto al 2022.

Ravenna si conferma comunque sul podio dei primi porti italiani per movimentazione merci ferroviaria. Responsabile del calo del 2023 le interruzioni dei collegamenti fra il porto e l’infrastruttura ferroviaria principale a seguito dell’alluvione di maggio scorso e alla forte contrazione dei volumi di produzione, vendite ed export dell’industria italiana delle piastrelle di ceramica che hanno limitato il consumo di materie prime.

Per i contenitori, in termini di Teus, si è registrata una significativa diminuzione rispetto al 2022: movimentati 15.931 Teus, contro i 23.563 (-32,4%).

Le principali categorie merceologiche movimentate sono: i metallurgici, con il 61,3% del totale (-9,2% sul 2022), i cereali e sfarinati, con il 13,5% del totale (+25,0% sul 2022), i chimici liquidi, con il 10,6% del totale (+9,2% sul 2022), gli inerti, in prevalenza argilla e feldspato, con il 8,6% del totale (-37,0% sul 2022) e la merce in container, ovvero il 5,1% del totale (-23,2% sul 2021)

In calo anche l’incidenza del traffico ferroviario sul traffico marittimo, che scende al 13,3% dal 13,5% del 2022.

Dalle prime stime sulla movimentazione complessiva relative a gennaio 2024, i traffici sembrano in calo di oltre il 18% (circa 400.000 tonnellate in meno) rispetto allo stesso mese del 2023, principalmente a causa della crisi di Suez sui traffici dei porti del nord Adriatico: in particolare si è avvertito a partire dalla seconda metà del mese e tutt’ora persiste.

Nel confronto con il mese di gennaio 2023, tutte le merceologie risulterebbero in calo ad esclusione dei concimi (+162%), dei chimici liquidi (+40%) e dei combustibili minerali solidi (+16%).

Negativo il dato relativo ai materiali da costruzione (-54%), degli agroalimentari solidi (-32%) e liquidi (-7%), dei metallurgici (-14%) e dei petroliferi (-6%).

I container a gennaio dovrebbero diminuire rispetto al 2023 del 32,5% per numero di Teus (circa – 5.000 TEUs) e del 31,3% per tonnellate di merce (circa – 55.000 tonnellate). Negativo anche il settore trailer con riduzione del 25% a gennaio 2023 per numero di pezzi (- 1.600 pezzi ca ) e del 19% per tonnellate di merce (- 29.000 tonnellate ca).

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