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Spediporto propone la creazione di una Fondazione in Partecipazione per la Green Logistic Valley

L’associazione degli spedizionieri genovesi insiste nella promozione di un progeto di sviluppo chiedendo la nomina di un commissario straordinario per la Zls

di Nicola Capuzzo
22 Marzo 2024
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Spediporto assemblea 2024 (1)

Genova – “Oggi un’impresa che non si ponga il problema legato a un suo futuro in un contesto con nuove regole ambientali e tecnologiche è condannata a un ruolo marginale nel suo sviluppo. Ecco perché proviamo a immaginare un domani degli spedizionieri connesso al territorio, che offra alle imprese quel know how indispensabile per accompagnare il nostro settore verso un’evoluzione che non sia solo tecnologica, ma anche civica. La logistica non vuol più essere considerata come portatrice di degrado, di neo industrializzazione, ma essere valutata per quello che già oggi è: un motore di sviluppo, di innovazione anche ambientale e sociale. Non è più il tempo per fare solo la conta dei volumi movimentati; è tempo di offrire nuovi servizi alle merci ed essere capaci di integrarsi con i sistemi produttivi della manifattura, diventando veicolo privilegiato per la promozione non solo del Made in Italy ma di una nuova cultura inclusiva e responsabile che poggi su una economia che si colorerà del green e del blue di Genova”. Con queste parole si conclude la relazione di Andrea Giachero all’assemblea generale dei soci di Spediporto andata in scena, come di consueto, a Genova presso il palazzo della Borsa.

La nuova (e innovativa) proposta lanciata quest’anno dall’associazione degli spedizionieri genovesi è quella di una “Fondazione in Partecipazione, che vorremmo denominare Green Logistic Valley. Una proposta che rimettiamo alle valutazioni di tutti, nessuno escluso”.

Spediporto chiede “una svolta che possa offrire concrete possibilità di sviluppo ed è inevitabile che possa avvenire in connessione con il territorio. Le necessità – ha sottolineato Giachero – di una rapida attuazione della Zona Logistica Semplificata è dettata proprio dall’esigenza di offrire un supporto alla manifattura, alla produzione e rendere soprattutto più appetibili per gli investitori gli spazi a disposizione”. Le aziende, “a fronte dei benefici legati alla possibilità di radicare le proprie attività all’interno di una Zona Logistica Semplificata dal punto di vista doganale interclusa, dovranno impegnarsi a reinvestire sul territorio in formazione, inclusione e sostenibilità. Nella nostra idea, la Fondazione Green Logistic Valley, diventerà la prima comunità ESG in Italia e le aziende che vi si insedieranno potranno, con ciò, ottenere un importante riconoscimento”.

Il presidente, sempre nella sua relazione, ha ancora evidenziato che “le ZLS sono un’opportunità imperdibile per supportare la filiera della manifattura nazionale. Notizie positive – ha proseguito – giungono in questi giorni in cui si parla di un nuovo DPCM che includerebbe all’interno di un nuovo regolamento attuativo delle ZLS anche aree doganali intercluse. Questa è la strada giusta per sostenere, attraverso la portualità ligure e genovese, tutta l’economia produttiva del Nord-Ovest”. Durante la tavola rotonda lo stesso Giachero, a proposito dei tempi e dei prossimi step, ha spiegato che “a questo punto si attende solo la nomina del commissario straordinario della Zls”.

Secondo gli spedizionieri “è urgente recuperare il progetto dei centri unificati di controllo (ex PED) e la creazione di una linea di controllo dedicata alle attività commerciali del Porto di Genova/Savona, un progetto che la nostra Regione può portare, siamo certi, a compimento anche attraverso lo strumento della ZLS”.

Due poi le proposte e riflessioni pronunciate da Giachero durante la sua relazione. La prima riguarda le aree ex-Ilva: “Spediporto sposa in pieno l’idea del Comune di Genova che punta a restituire gli spazi alla città per insediare attività di tipo tecnologico e logistico avanzato. Progetti di pregio, dunque, con allo stesso tempo la capacità di valorizzare meccanismi d’inclusione e responsabilità. Abbiamo presentato diverse proposte, progetti e manifestazioni d’interesse da parte di importanti aziende e attendiamo di poterne discutere con l’amministrazione comunale, convinti della bontà di un progetto che sappia aggregare”.

La seconda riflessione riguarda l’aeroporto. “La Società Consortile GOAS – ha aggiunto Giachero – al termine di un percorso iniziato ben 5 anni fa, l’8 febbraio scorso ha iniziato a gestire ufficialmente gli spazi dedicati al cargo del Colombo. Si tratta di una superficie di oltre 6.000 metri quadrati che comprende anche un’area di manovra di 2.200 metri quadrati e una banchina lato piazzale di 900 metri quadrati. Un compito impegnativo, ma anche un’impresa alla quale le 21 società che hanno sposato il progetto si accostano con entusiasmo e con lo scopo di rilanciare il cargo aereo a Genova. I numeri che ereditiamo sono impietosi tanto che, nella classifica nazionale 2023, il nostro aeroporto si è piazzato appena al 18mo posto nella graduatoria delle merci movimentate. Un delitto, vista la posizione strategica dello scalo genovese, vicino alle banchine portuali di Sampierdarena e Pra’, alle realtà cantieristiche e alle aree retroportuali d’oltre Appennino”.

Più nel dettaglio, secondo il presidente di Spediporto, “per rilanciare il cargo aereo è essenziale il legame con il territorio: si devono sviluppare sinergie, partendo da quelle legate al mondo crocieristico. Insieme ai passeggeri, infatti, viaggiano merci e con esse la possibilità di costruire un progetto che trasformi il Colombo in un hub cargo asservito al Nord Ovest. E qui torna il tema e-commerce, settore fondamentale e che ci deve portare a dialogare con tutti i più importanti marketplace mondiali, che movimentano quantità di merce giornaliera assolutamente inimmaginabili”.

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