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Merlo suona l’allarme sui rischi dell’autonomia differenziata per i porti

Il presidente di Federlogistica auspica di contro “una riforma che centralizzi la programmazione portuale”

di Redazione SHIPPING ITALY
31 Luglio 2024
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Proliferazione di aree logistiche, senza programmazione e in assenza di una seria valutazione del mercato di riferimento, da un lato. Dall’altro il mancato sfruttamento delle reali opportunità, dei porti del sud e non solo. Sono alcuni dei rischi che secondo Luigi Merlo si corrono con l’autonomia differenziata e la scarsa programmazione nelle politiche di settore in Italia. Il presidente di Federlogistica ha lanciato un allarme sottolineando i problemi legati in primis alla “assenza di pianificazione” nella programmazione logistica, che porta a voler “trasformare quasi ovunque aree industriali e agricole in poli logistici, senza valutare alcune condizioni essenziali come i mercati di riferimento, il livello di infrastrutture, soprattutto ferroviarie, le valutazioni del mercato, le esigenze della portualità e quelle dell’e-commerce”.

“Sul versante portuale – prosegue Merlo – mentre si sottovalutano le opportunità derivanti anche dalla candidatura di molti porti pugliesi, siciliani e calabresi a diventare importanti hub logistici per gli impianti eolici, il pericolo maggiore si cela nell’implementazione dell’autonomia differenziata”. Secondo l’ex presidente della port authority di Genova – per il quale già il titolo V “ha mostrato di essere un pesante vincolo per lo sviluppo della portualità” – l’Italia necessita cioè di “una politica portuale nazionale, non del ritorno ai localismi di vario genere”.

A preoccupare Merlo è la possibilità che “i 13-14 miliardi di euro che lo Stato incassa ogni anno da Iva e accise delle merci che transitano nei porti” passino sotto la gestione delle regioni, per le quali “rappresentano un bottino allettante”. Dopo aver ricordato come sia “risultata fallimentare” l’esperienza dei ‘porti regionali’, spesso poi trasferiti sotto le competenze delle AdSP, il presidente di Federlogistica si è chiesto: “L’autonomia differenziata solleva interrogativi senza risposte. Occorre domandarsi: come si concilia l’autonomia con la più volte annunciata riforma della legge portuale? Chi garantirà l’omogeneità tra porti, situati in regioni diverse, a servizio dei medesimi mercati? Chi saprà garantire coerenza tra i vari piani regolatori portuali? Avremo Presidenti di Autorità di Sistema Portuale nominati dal Governo e altri dalle Regioni?”

L’auspicio di Merlo è quindi che vi sia maggiore attenzione del Governo verso i porti e a favore della creazione di nuove strutture basate su modelli di indirizzo e supporto multidisciplinari. Una evoluzione che potrebbe essere frenata dall’autonomia differenziata, la quale potrebbe cronicizzare ed esasperare la già carente capacità di intervento degli scali “quando invece sarebbe indispensabile e urgente per il Paese poter contare su una riforma che centralizzi la programmazione portuale”.

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