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Porti

Sul Ccnl porti è arrivata la fumata (quasi) bianca

Sottoscritta un’ipotesi di accordo fra associazioni datoriali e sindacato confederale. Manca la firma di Filt Cgil Genova

di REDAZIONE SHIPPING ITALY
8 Ottobre 2024
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Dopo un anno di trattative e due tornate di scioperi sulle banchine nazionali, oggi è arrivata la firma su un’ipotesi di accordo per il rinnovo 2024-2026 del Ccnl porti.

A sottoscrivere il documento (che trovate qui) sono state le associazioni datoriali Assoporti, Assiterminal, Assologistica e Fise Uniport alla presenza di Ancip quale uditore, e le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti con le rispettive delegazioni e ad eccezione di Filt Cgil Genova, che ha fatto sapere di necessitare prima di un “confronto con il comitato di settore”.

Fra i punti focali un aumento di 200 euro lordi mensili fra minimo conglobato (150, con alcune variazioni a seconda dei livelli) ed elemento distintivo di retribuzione (50), non distante dal 12% chiesto in seconda battuta dal sindacato, una una tantum di 600 euro lordi (somma, come la precedente, da riconoscersi in tre tranche: eliminate quelle fuori vigenza previste dall’ipotesi di accordo di giugno) e l’introduzione di un meccanismo di adeguamento parziale all’indice dei prezzi al consumo a partire dal luglio 2026 nel caso di una ritardata sottoscrizione del futuro rinnovo.

Sul fronte normativo da evidenziare la previsione di istituire un gruppo di lavoro paritetico per un’analisi del fenomeno della micromorbilità, un inasprimento delle sanzioni disciplinari in materia di sicurezza, interventi su formazione e ferie.

La ipotesi di accordo sarà sottoposta alla consultazione entro il 25 ottobre 2024 secondo quanto previsto dagli accordi interconfederali con le modalità che le Ooss definiranno tra le lavoratrici ed i lavoratori interessati. Le associazioni datoriali si riservano di sottoporre la presente ipotesi di accordo ai propri organismi deliberanti. Successivamente, nel caso di esito positivo delle consultazioni, si procederà alla sottoscrizione formale dell’accordo.

“Assiterminal ha sempre creduto e crede nel valore e nell’importanza del CCNL come elemento di regolazione ed efficienza nei porti italiani, e insieme alle altre associazioni datoriali si è spesa per raggiungere tale risultato. Un grande sforzo messo in campo da tutte le imprese terminalistiche, anche in termini di risorse economiche, attesta l’impegno delle aziende e il riconoscimento dell’importanza e centralità di ogni singolo lavoratore” ha commentato Assiterminal.

“Siamo lieti della soluzione che finalmente è stata trovata, grazie ad un responsabile e intenso lavoro tra le parti firmatarie. È prevalso il senso di appartenenza ad un comparto sempre più strategico che sta vivendo una profonda trasformazione, come abbiamo avuto modo di sottolineare in diverse occasioni, e siamo fiduciosi del buon esito anche degli ultimi passaggi deliberanti di ciascuna parte,” ha commentato il Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri.

“L’ipotesi di rinnovo – spiegano le organizzazioni sindacali – con un aumento a regime di 200 euro sulla parte retributiva e 120 euro annue di welfare con 600 euro di vacanza contrattuale permette il recupero del potere d’acquisto del salario delle lavoratrici e dei lavoratori fortemente eroso in questi ultimi anni dove si è registrata un’alta inflazione. Inoltre, è stata riconosciuta una giornata di ferie a partire dal 2025 e una rivalutazione degli scatti di anzianità. A valorizzare ancor più il contratto – evidenziano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – è stato inserito l’elemento di salvaguardia retributivo da riconoscersi dal 2027 qualora il prossimo rinnovo non avvenisse nei tempi prestabiliti”.

“Il contratto di lavoro dei porti è un elemento fondamentale per regolare l’occupazione e la produttività delle imprese e dei terminal portuali. Questo risultato, atteso da mesi, è il frutto dell’impegno e della responsabilità di tutte le parti coinvolte” ha glossato il viceministro Edoardo Rixi.

Pochi giorni fa, intanto, una giornata di sciopero nei porti era stata proclamata dalla relativa sezione del sindacato di base Usb, per protestare contro Ddl Sicurezza, per “l’utilizzo delle risorse destinate ai conflitti in politiche attive contro il carovita e per i salari” e per avviare “una stagione di opposizione alle previsioni di privatizzazione delle Autorità di Sistema Portuale annunciata dal Governo”.

A.M.

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