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Nel porto di Venezia torna il sereno fra lavoratori e port authority

Dopo 9 ore di riunione a Roma presso la sede di Assoporti è stato trovato un accordo sui termini del bando di gara per il fornitore di manodopera temporanea. Sospeso lo sciopero in banchina

di Nicola Capuzzo
23 Ottobre 2024
Stampa
Marghera Venezia porto – Interporto Rivers Venezia

Dopo una settimana di sciopero a oltranza indetto ed eseguito (senza picchetti) dai lavoratori della cooperativa Nuova Compagnia Lavoratori Portuali, nel porto di Marghera è tornato la quiete dopo la tempesta scatenata dalla pubblicazione del bando di gara pubblicato dall’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale per individuare il fornitore di manodopera temporanea ex art.17 della legge 84/1994.

Un accordo è stato raggiunto dopo nove ore di confronto a Roma, presso la sede di Assoporti, fra la stessa port authority lagunare, l’associazione delle imprese portuali Ancip, i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti e sotto la costante supervisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Che una quadra sia stata trovata l’ha confermato il presidente dell’Adsp veneta, Fulvio Lino Di Blasio, a SHIPPING ITALY, rimandando però a una nota dell’ente attesa nelle prossime ore la spieegazione e maggiori dettagli sui termini dell’accordo. Per ora la buona notizia è che un’intesa è stata trovata e che lo scalo di Marghera e i suoi portuali possono tornare a lavorare a pieno regime dopo sete giorni di rallentamento delle attività per effetto dello sciopero che ha consentito ai terminalisti di impiegare solo il proprio personale dipendente.

A proposito del compromesso raggiunto tra le parti va sottolineato che Di Blasio, già mercoledì della scorsa settimana (16 ottobre), in occasione di una conferenza stampa appositamente indetta per spiegare alcuni punti contestati della gara, aveva aperto alla possibilità di rivedere alcuni aspetti ricordando che eventuali modifiche sarebbero state possibili senza dover ritirare il bando già pubblicato (cosa che invece chiedevano i portuali, oltre alle dimissioni del presidente e del segretario generale). Il bando dunque rimarrà lo stesso ma la port authority, in caso di modifiche significative, potrà prevedere la riapertura dei termini e quindi semplicemente il posticipo della scadenza prefissata per la presentazione delle offerte.

Riassumendo le spiegazioni fornite da Di Blasio la scorsa settimana in conferenza stampa questi erano alcuni dei temi caldi sollevati dai sindacati e dai lavoratori portuali.

Clausola sociale nel bando. “È prevista – ha detto – sia per il mantenimento dei livelli salariali che per la salvaguardia occupazionale. Verrà garantito non solo il posto di lavoro ma anche l’inquadramento contrattuale (e salariale). Non è vero dunque che non c’è clausola sociale ma anzi c’è ed è ampia”. Per come è stata concepita prevede la possibilità di garantire impiego fino a 108 portuali a Venezia e 20 a Chioggia al fine di mantenere inalterata la forza lavoro nei due scali dove operano due diversi fornitori di lavoro temporaneo.

Chiamata ‘nominativa’. “È una prassi che già esiste nel porto dunque una possibilità che già c’è. Si è voluto regolamentarla ed eliminare tutto il ‘non detto’ che c‘è fra terminalisti e compagnie a tutela dei lavoratori. Non è quindi una chiamata individuale ma la possibilità da parte del terminal di indicare (ma non ottenere) figure professionali precise per alcune mansioni. In ogni caso ho già scritto ai soggetti interessati che siamo disposti a rivederla” ha precisato Di Blasio. Secondo il quale “bisogna normalizzare il rapporto con la stazione appaltante che ha la facoltà di fare degli errata corrige e i lavoratori lo devono sapere”.

Blocco retribuzioni. “Non c’è alcun blocco delle retribuzioni ma abbiamo disciplinato il fatto che la tariffa è composta da vari elementi: il costo del lavoro è una ma ci sono anche i costi della formazione ad esempio e ciò che serve per remunerare il lavoro”.
A proposito del richiesto automatismo per cui l’aumento previsto dal Ccnl dovrebbe immediatamente essere inserito nella tariffa, il presidente dell’Adsp ha spiegato che non è automatico: “Serve prima un’istanza e un’esame dell’Adsp ma non c’è alcun blocco delle retribuzioni”.

Chiamate o tariffe orarie. “Non sono previste chiamate orarie” è stato specificato. “Nel capitolato abbiamo fatto un’azione di estrema trasparenza. Non c’è e non è previsto di fare chiamate diverse dai turni ufficiali che sono in vigore”.

Procedimenti disciplinari da parte dell’Adsp. Anche qui la precisazione di Di Blasio è che eventuali azioni disciplinarie “sono in capo al datore di lavoro, non c’è nessuna pretesa di ingerenza da parte dell’Adsp di influire su quanto compete ai sindacati. Semplicemente nel bando abbiamo riportato e ricordato, a favore dell’impresa art.17, quanto sia importante agire. Nessuna c’è nessuna pretesa di titolarità”.

Infine le linee guida concordate secondo la port authority sono state rispettate sotto diversi aspetti: nelle due procedure distinte, nella durata prevista dal bando, nella clausola sociale (prevista sia per i salari che per l’occupazione), nulla al riguardo della governance è stato inserito, nelle disdette e nella formazione.

Ottenuto il risultato della conclusione dello sciopero dei portuali dopo la prima riunione convocato a Roma con le controparti, al presidente Di Blasio rimarrà ora da affrontare la protesta dei dipedenti dell’Autorità di sistema portuale che a loro volta hanno indetto uno sciopero per venerdì prossimo (25 ottobre) a seguito di una lite avvenuta con una funzionaria dell’ente la scorsa settimana.

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Di Blasio tende la mano ai portuali sul bando per l’art.17: “Disponibili a modifiche”

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