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Gnv chiede bunker di gas a Genova e Gnl Med a Vado Ligure presenta i suoi numeri

Timothy Cosulich (F.lli Cosulich) ricorda che le loro bettoline sono andate a operare in Asia e in Nord Europa perchè gli armatori non hanno voluto prendere impegni d’impiego sul lungo termine

di Nicola Capuzzo
21 Febbraio 2025
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A poca distanza uno dall’altro la società Gnl Med ha presentato al Ministero dell’ambiente (Mase) un’istanza di verifica di assoggettabilità alla procedura di Via per il progetto del suo deposito di gas naturale liquefatto previsto a vado Ligure mentre Matteo Catani, amministratore delegato di Gnv, ha chiesto di fare presto per dare la possibilità alle navi di fare rifornimento di Gnl in Italoia e in particolare nel capoluogo ligure.

In occasione del convegno “Ferro-gomma-acqua: l’intermodalità e il Porto di Genova” opsitato presso Stazioni Marittime, il numero uno della compagnia di traghetti ha affermato: “Non possiamo aspettare 100 anni qualche opportunità. Non abbiamo la distribuzione del Gnl”. Poi ha agigunto: “A Genova scala settimanalmente la nave da crociera Msc World Europa e non può fare bunkering. Il nostro traghetto Gnv Polaris è dotato dell’impianto per il cold ironing e dovremo andare a testarlo nel porto di Séte con la seconda nave in arrivo a inizio estate. Auspichiamo di poterci sedere il più presto possibile con le autorità competenti perché la tecnologia esiste ed è applicata già altrove”. Già a Palermo, pochi giorni prima, lo stesso Catani aveva sollevato il caso dicendo: “Gnv Virgo e Gnv Aurora saranno le prime Gnv ad essere alimentate a Gnl (e in assoluto le prime navi a Gnl progettate per il mercato dei traghetti italiano), riducendo ulteriormente e significativamente (-50%) le emissioni. Questo è un chiaro segnale del nostro impegno concreto verso un futuro sempre più sostenibile. Si rende però essenziale, in questo senso, il sostegno del governo e delle istituzioni, soprattutto per quanto riguarda la modernizzazione delle infrastrutture portuali, l’adozione del cold ironing e lo sviluppo di un’adeguata rete di distribuzione dei carburanti a basso impatto ambientale come il Gnl. Entrambe le nuove navi alimentate a Gnl – ha proseguito l’a.d. della compagnia – avranno le caratteristiche giuste per operare sulle nostre linee italiane, ma in questo momento non avremmo la possibilità di rifornirci di tale carburante perché mancano le reti distributive e le infrastrutture portuali per consentirlo. È dunque indispensabile che anche i porti e i sistemi di rifornimento italiani siano pronti per sfruttare appieno queste tecnologie altrimenti saremo costretti a posizionare le navi più all’avanguardia sul mercato all’estero”.

Una risposta a questo appello è arrivata (via LinkedIn) da Timothy Cosulich, a.d. di Fratelli Cosulich, che ha scritto: “Noi abbiamo investito circa 100 milioni di euro tre anni fa per la costruzione di due Lng bunker vessel. Abbiamo parlato con tutti (ma proprio tutti) gli armatori europei ma senza riscontrare alcun interesse a prendersi impegni di lungo periodo per l’utilizzo di questi asset (che infatti sono ora impiegati in Nord Europa e Sud Est Asiatico). Ci vuole pianificazione e collaborazione da parte di tutti, settore privato, settore pubblico, fornitori di molecola, fornitori di asset logistici, compratori ed enti regolatori. Questa pianificazione e collaborazione – è evidente – sono ancora carenti purtroppo”.

Altra risposta via social all’appello di Catani è arrivata sempre ‘via social’ da Dario Soria, direttore generale di Assocostieri, che ha scritto: “Gli associati di Assocostieri stanno facendo bunkeraggi a Trieste grazie alla bettolina Ravenna Knutzen di Edison e siamo pronti a soccorrere Matteo Catani con small scale lng da Livorno, Panigaglia e in prospettiva Vado Ligure, oltre compatibilmente con le dimensioni, con bettoline o truck to ship. Il regolamento per bunkeraggio a Gnl su cui tantissimo ci siamo spesi è in attesa dell’ultimo via libera dei Vigili del Fuoco con cui pure stiamo lavorando. Certo c’e’ ancora un bel po’ da fare per competere con Spagna e Francia però è interesse di tutti noi che ciò avvenga presto”.

La joint venture Gnl Med fra i gruppi Novella e Autogas (di cui originariamente faceva parte anche la Fratelli Cosulich), nel 2022 ha presentato all’Autorità portuale ligure un progetto di deposito costiero di Gnl da 19.800 mc a Vado Ligure e ora è stata depositata al Mase un’istanza di verifica di assoggettabilità alla procedura di Via.

Secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana lo studio preliminare ambientale del progetto, beneficiario di fondi Pnrr, riporta che l’impianto prevede 11 serbatoi criogenici full containment da 1.800 mc di capacità ciascuno, che saranno utilizzati al 90% della capacità (1.620 mc). Occuperà una superficie di 23.500 mq nell’area portuale di Vado Ligure, in particolare l’area oggi della Reefer Terminal Spa, con accesso alla linea ferroviaria e una banchina dedicata.

“L’obiettivo dell’impianto – si legge  nella documentazione – è quello di essere un punto di riferimento per la distribuzione del Gnl e Bio Gnl rifornendo le navi presenti nell’area marittima del Mar Ligure e Nord Tirreno, l’autotrasporto e le aziende ‘off grid’ presenti nell’area del Nord-Ovest”.

Il deposito potrà ricevere navi metaniere di media taglia, fino a 30.000 mc di capacità, nella misura stimata di 50 carichi all’anno, e redistribuirlo per il rifornimento di navi alimentate a Gnl presenti nei bacini portuali di Vado Ligure, Savona, Pra’, Genova e La Spezia attraverso bunker vessel (50 all’anno stimati), nonoché via terra attraverso autocisterne che potranno utilizzare tre baie di carico (7.200 autocisterne all’anno stimate, 30 al giorno per 240 gg) o ancora via ferrovia (580 isocontainer all’anno stimati, 11 a settimana).

La fase realizzativa, una volta ottenuta l’autorizzazione, dovrebbe durare 12 mesi.

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