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Sindacati preoccupati per gli esuberi derivanti dalla fusione fra Moby e Cin Tirrenia

Una trentina di amministrativi a rischio ma si sta cercando una soluzione. Nel breve termine non sono previste altre dismissioni di naviglio

di REDAZIONE SHIPPING ITALY
25 Febbraio 2025
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Torna d’attualità, o meglio si avvicina, l’annunciata fusione fra Moby e Compagnia Italiana di Navigazione (Cin). La società di traghetti controllato e guidato dalla famiglia Onorato nell’ultimo bilancio depositato spiegava, a proposito dell’andamento gestionale dei risultati 2024, che l’esercizio scorso “registra una variazione negativa rispetto alle aspettative. Questo scostamento è attribuibile a molteplici fattori che hanno influenzato il risultato economico”. Fra questi anche “un ritardo nell’attuazione di alcune iniziative (che) ha comportato un aumento delle spese rispetto alle previsioni, anche a causa dello slittamento della fusione tra Moby e la sua controllata Cin che avrebbe generato notevoli efficienze e cost savings”.

Di questa fusione l’azienda è tornata a parlare con i sindacati che, a valle di un incontro tenutosi nei giorni scorsi, hanno fato sapere come non siano nel breve previste altre dismissioni di navi mentre ci saranno probabilmente esuberi di personale amministrativo.

Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, a seguito di una riunione tenutasi a Livorno, hanno elencato questi temi di rilevante importanza per il futuro dell’azienda e dei lavoratori. A proposito del progetto di fusione: “Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di garantire la continuità occupazionale e la tutela dei diritti dei lavoratori durante il processo di fusione, al fine di evitare problematiche future per il personale coinvolto. Il processo avviato si dovrebbe concludere entro fine anno e vedrà coinvolte le nostre organizzazioni”. Circa il nuovo Piano Industriale “l’azienda ha comunicato che è ancora in fase di elaborazione e che ulteriori dettagli verranno forniti non appena il progetto sarà definito”. Poi “un altro tema discusso riguarda la stabilizzazione dei lavoratori precari, per i quali le OO.SS. hanno richiesto misure chiare e tempestive che possano garantire certezze occupazionali e una maggiore stabilità”.

Anche il sindacato Usb settore mare e porti ha tenuto una riunione “con il gruppo dirigenziale Cin, Tirrenia e Moby per discutere il futuro della società e sui vari programmi. È stato confermato – riferiscono – che i bilanci sono stati approvati e che il processo di fusione dovrebbe completarsi entro 7-8 mesi. L’azienda ha garantito che durante l’incontro fissato per il 21 marzo saranno più espliciti riguardo agli eventuali esuberi di personale amministrativo e si impegneranno a utilizzare tutti gli strumenti necessari per evitare situazioni traumatiche sia per i lavoratori che per la nuova società costituente”.

Usb precisa inoltre che “è stata richiesta una verifica sulla consistenza dei marittimi nelle varie categorie, per assicurarsi che eventuali nuove dismissioni di navi non creino difficoltà per i periodi di imbarco e quindi per il reddito dei lavoratori. Sembra che ci siano – conclude Usb – molte questioni importanti da risolvere, ma è incoraggiante vedere che l’azienda è disposta a discutere e cercare soluzioni per il futuro”.

Meno tranquillizzante il report di Federmar-Cisal nel quale si legge che “purtroppo questo processo di fusione comporterà il licenziamento di circa 30 membri del personale amministrativo. La lettera evidenzia anche l’incertezza su come l’azienda procederà e tratterà potenziali licenziamenti. La riduzione delle unità navali ha messo in difficoltà anche il personale marittimo, e sono allo studio iniziative per coordinarne l’impiego senza sanzioni”.

I più preoccupati sono i marittimi autonomi che si sono fra loro riuniti a Torre del Greco e parlano di “gravi preoccupazioni riguardanti la situazione lavorativa dei dipendenti di Moby e Cin”. Durante il dibattito “è emersa con forza una preoccupazione condivisa da tutti i partecipanti: la grave mancanza di solidarietà e di sostegno concreto nei confronti dei lavoratori di Moby e Cin, che si trovano ad affrontare una situazione di grave difficoltà. In particolare i marittimi esprimono – si legge ancora in una nota – un forte disappunto verso l’atteggiamento di alcuni sindacati, che non hanno mostrato alcun impegno a fianco dei lavoratori, nonostante le evidenti difficoltà legate alla gestione dei periodi di comporto. Questi lavoratori sono stati abbandonati senza nemmeno una presa di posizione pubblica, nemmeno una parola di supporto. La solidarietà sindacale dovrebbe essere un valore fondamentale e una delle colonne portanti della nostra comunità lavorativa, ma purtroppo assistiamo a un allineamento di alcuni sindacati con le politiche aziendali, a discapito dei diritti dei lavoratori”.

Le critiche dei marittimi autonomi proseguono parlando di “parole vuote, i comunicati farlocchi e il silenzio di chi dovrebbe essere il difensore dei lavoratori, non fanno altro che evidenziare che la lotta per il benessere dei lavoratori non è più una priorità per alcuni rappresentanti sindacali. Questo non è altro che un segnale preoccupante di come il loro impegno stia venendo meno”.

Infine il sindacato Ugl Mare e Porti ha riferito che l’operazione prevista sarà una fusione fra Tirrenia Cin e Moby per incorporazione. “Abbiamo fatto notare – scrivono – che la vendita di alcune navi, ha creato esuberi di personale in alcune qualifiche marittime dove vi è la presenza di personale che non riesce più a combinare periodi di lavoro/riposo secondo accordi sottoscritti. Le qualifiche che potrebbero essere maggiormente coinvolte sono i Comandanti, Direttori di Macchina, Elettricisti, Commissari, Assistenti Commissario, 1° Cameriere, 1° Cuoco, Nostromo e altre qualifiche in modo meno evidente. L’azienda ha dato la disponibilità di impiegare tutte le categorie in sofferenza in modo da non creare forti disagi”.

Poi da Ugl aggiungono: “Le uniche categorie che stanno andando in forte difficoltà sono quelle dei Comandanti e Direttori di Macchina (quest’ultima in modo meno evidente rispetto ai Comandanti). Siccome non esiste la possibilità normativa di impiegare due Comandanti per ogni nave, abbiamo consigliato di effettuare la sovrapposizione di due Comandanti secondo un congruo periodo di familiarizzazione in modo da dare un impiego continuo fino al raggiungimento dei periodi accordati senza far ricorso alla disponibilità retribuita. L’Azienda valuterà tale proposta.

Abbiamo chiesto se si prevedono altre dismissioni di navi. Ci è stato risposto che l’asset societario rimarrà questo al momento ed in prospettiva vi è la volontà di crescita del gruppo.

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