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Allarme di Unione Marittimi per il disarmo della nave Corona Boreale dell’ex-Ilva

Il presidente del sindacato, Vincenzo Bellomo, chiede spiegazioni e rassicurazioni (sulla sicurezza e sul personale) ad azienda, Mit, Capitaneria di porto e Rina

di REDAZIONE SHIPPING ITALY
2 Maggio 2025
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Una nave della flotta ex Ilva Servizi Marittimi, oggi Acciaierie d’Italia Servizi Marittimi in A.S., ovvero lo spintore Corona Boreale ormeggiato nel porto di Taranto pare destinato a un imminente disarmo.

A segnalarlo è il sindacato Unione Marittimi che chiede chiarimenti alla’zienda e alle istituzioni.

“La società, con il tramite della società Esa Group Srl, avrebbe disposto il disarmo della nave Corona Boreale per il giorno 5 maggio 2025, invitando il comando della nave a predisporre le attività necessarie allo sbarco dell’equipaggio” si legge in una comunicazione del sindacato. Che poi aggiugne: “Orbene, come preventivato, le nostre preoccupazioni circa la sorte della flotta navale dell’ex Ilva segnalate dalla nostra associazione in diverse note si stanno concretizzando”.

Questo è anche il passaggio iniziale di una lettera che il presidente dell’Unione Marittimi, Vincenzo Bellomo, ha inviato lo scorso 30 aprile al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla Capitaneria di Porto di Genova (dove la nave è registrata, ndr), ad AdI Servizi Marittimi Srl in A.S. e a Ilva Servizi Marittimi Spa in A.S.

“Si tratta – spiega il sindacato di “una decisione e un comportamento inaspettato e, per certi versi, increscioso, inquietante e irrispettoso ove si consideri che con nota del 10 marzo 2025, la società ADI Servizi Marittimi, in persona del direttore generale, aveva esternato la propria disponibilità a incontrare la nostra associazione per il giorno 19 – 20 marzo 2025, affermando di comprendere le preoccupazioni che l’Unione Marittimi affliggevano i Marittimi imbarcati sulle navi dell’ex Ilva e che tutti gli sforzi della società erano volti a ‘garantire la operatività e la marcia ordinaria degli asset gestiti della società Gruppo Acciaierie d’Italia in A. S., incluse le flotte di proprietà di Ilva Servizi Marittimi S.p.A.’. Tuttavia, con successiva nota, la medesima società comunicava di non poter dare seguito, suo malgrado, alla disponibilità manifestata per l’incontro, che veniva rinviato a data da destinarsi”.

Bellomo non si limita solo a manifestare stupore ed amarezza per quanto reso noto al personale della nave Corona Boreale (non direttamente da Acciaiere d’Italia ma tramite l’agenzia marittima di cui si avvale) e chiede che vengano comunicate con immediatezza: “Le motivazioni che hanno indotto la società armatrice a disporre lo sbarco dei lavoratori marittimi con un preavviso di solo cinque giorni; se il disarmo e lo sbarco degli stessi sia stato autorizzato dall’Autorità Marittima e avallato dal Ministero competente e dai Commissari Straordinari; se e come la società armatrice intende reimpiegare il personale sbarcato; se il Rina ha espresso parere favorevole alla messa in disarmo della nave; e infine, quali siano state le misure di sicurezza e il servizio di guardiana predisposti dall’Autorità Marittima da adottare nel corso delle operazioni di disarmo”.

Al momento non si registrano repliche da parte dei soggetti chiamati in causa dal sindacato.

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