Avviato il confronto sul nuovo Piano Regolatore Portuale per il porto di Ancona
La proposta valorizza le funzioni produttive del porto quali cantieristica, logistica, traffico commerciale e passeggeri, e punta sulla costruzione della penisola per delocalizzare i traffici traghetti e commerciale

Il porto di Ancona informa di aver intrapreso il percorso per definire il suo futuro assetto urbanistico con l’avvio della fase preliminare per la redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale; il complesso procedimento è regolato dalla normativa portuale e ambientale.
Con la pubblicazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, è stata avviata la verifica preliminare della Valutazione ambientale strategica della proposta iniziale di Piano regolatore portuale. Questa proposta è stata presentata ieri ai soggetti con competenza ambientale, tra cui la Regione Marche e i Comuni di Ancona, Falconara Marittima e Sirolo, affinché gli stessi possano esprimere eventuali pareri od osservazioni di carattere ambientale sul documento. Alla presentazione ha partecipato anche la comunità portuale.
All’incontro di presentazione della proposta iniziale di Piano Regolatore Portuale hanno partecipato il presidente dell’Adsp Vincenzo Garofalo, il segretario generale Salvatore Minervino, il dirigente tecnico Gianluca Pellegrini, la responsabile del settore Prp Laura Rotoloni, e Vittoria Biego del team di professionisti incaricati della redazione. La proposta, base del Rapporto Ambientale Preliminare, riprende gli obiettivi per il porto di Ancona definiti nel Dpss approvato dal Mit (decreto 106/2024) e include le prescrizioni della Regione Marche e del Comune di Ancona, come lo spostamento dei traghetti alle banchine 19-20-21, la realizzazione della penisola e la mobilità nel porto storico.
La proposta, spiega l’ente, è la base su cui si apre pertanto il confronto con le istituzioni, con le associazioni di categoria, professionali, la società civile per arrivare alla definizione del Prp in un articolato percorso di ascolto e sintesi che, come è avvenuto per il Dpss, vedrà l’approfondita collaborazione con la Regione Marche e il Comune di Ancona. In particolare, l’amministrazione comunale e l’Autorità di sistema portuale hanno già concordato la creazione di un gruppo di lavoro congiunto per definire insieme i contenuti del Piano regolatore dello scalo.
Parallelamente, il procedimento avviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dovrà portare alla formalizzazione degli studi e degli approfondimenti necessari alla redazione del Rapporto ambientale del Prp, documento indispensabile per l’avvio della fase successiva della procedura di Valutazione ambientale strategica.
La fase di Vas prevede un’ampia consultazione pubblica, durante la quale tutti i soggetti pubblici e privati interessati avranno l’opportunità di presentare osservazioni e contributi. I dettagli del percorso ambientale sono stati illustrati da Annamaria Maggiore, Responsabile del procedimento del Mase.
Il fulcro della proposta del Piano Regolatore Portuale è la valorizzazione delle funzioni produttive esistenti nel porto di Ancona, che includono la cantieristica, la logistica, il traffico commerciale e passeggeri.
Fulcro della proposta del Piano regolatore portuale è la valorizzazione delle funzioni produttive presenti: cantieristica, logistica, traffico commerciale e passeggeri, e la costruzione della penisola, dove delocalizzare il traffico dei traghetti e commerciale così da poter destinare aree del porto storico a funzioni, sempre di carattere portuale, che possono favorire una maggiore fruizione anche da parte dei cittadini.
“Quella che abbiamo iniziato ad illustrare è la proposta preliminare di Piano regolatore portuale, base di discussione per costruire insieme la pianificazione del porto di Ancona del futuro – ha detto il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo -. Come sempre avvenuto in questi anni, il documento sarà costruito ascoltando, condividendo i contenuti con le Amministrazioni territoriali e tenendo presenti le esigenze espresse dal mercato e dalla comunità locale. L’auspicio è che questo percorso consenta di giungere ad una proposta che accresca la competitività dello scalo di Ancona e stimoli le energie positive della comunità per una nuova relazione porto-città fondata sull’apertura del porto storico”.
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