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Disinquinamento marino e gestione dei rifiuti in porto sotto la lente a Livorno

Ecco i punti emersi durante il convegno organizzato da Fratelli Neri e Labromare su temi della gestione dei rifiuti, agli interventi in emergenza, passando per l’innovazione e la tutela della biodiversità marina

di Cinzia Garofoli
20 Maggio 2025
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Il workshop sul disinquinamento marino organizzato da Fratelli Neri e Labromare nella giornata di chiusura della Biennale del Mare e dell’Acqua a Livorno, è stato aperto dal saluto del Cavaliere del Lavoro Piero Neri che, ripercorrendo la  storica e proficua collaborazione con la Capitaneria di Porto, ha osservato come negli anni la tutela del mare e delle coste sia passata da una potenziale carenza di risorse a un sistema che oggi si attesta sui migliori standard internazionali. Sottolineando l’impegno costante e quotidiano, che va oltre le situazioni di emergenza, Neri ha poi invitato sul palco l’ammiraglio Giovanni Canu, comandante della Direzione Marittima di Livorno della Capitaneria di Porto, il quale ha posto l’accento sull’importanza vitale del mare, definendolo un anello imprescindibile della “catena della vita”.

Il primo panel del convegno si è addentrato nelle dinamiche dell’inquinamento marino, offrendo una panoramica a tratti allarmante, ma anche ricca di concrete iniziative e prospettive future. Esperti di Arpat, del Comune di Livorno, di Confindustria e di Ambiente SpA hanno fatto il punto del quadro sia tramite il monitoraggio costante delle criticità esistenti come delle strategie di intervento.

Stefano Santi di Arpat ha illustrato lo stato di salute delle acque costiere toscane, evidenziando come, a fronte di dati ecologici rassicuranti, permanga una seria preoccupazione per la qualità chimica, con diffusi superamenti dei limiti di legge per inquinanti “prioritari” quali idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, pesticidi e composti organostanninici. Queste sostanze tossiche, che derivano da attività industriali passate, combustioni, uso di derivati del petrolio e pratiche agricole obsolete, rappresentano una sfida ambientale complessa per la loro persistenza e impatto sugli ecosistemi marini.

Leonardo Gonelli, in rappresentanza del Comune di Livorno, ha sottolineato l’impegno congiunto con Confindustria e altri enti nella bonifica delle aree contaminate attraverso un accordo di programma volto a riqualificare le aree produttive, e ha rimarcato la necessità di una gestione coordinata delle acque, che per loro natura non conoscono confini amministrativi, e ha annunciato l’imminente incarico per uno studio su analisi di rischio e progetti di messa in sicurezza operativa da completarsi entro il 2026. Lucia Ginocchi di Confindustria, ha espresso soddisfazione per l’accordo, auspicando che segni l’inizio di uno sviluppo economico sostenibile per la città, che nel mare trova la sua essenza.

A conclusione del primo panel, Matteo Mannocci di Ambiente SpA ha presentato un esempio pratico di bonifica dei fondali marini attraverso il caso pilota di Bagnoli-Coroglio a Napoli, illustrando l’efficacia di tecniche come il capping sottomarino e il dragaggio con trattamento dei sedimenti, aprendo la strada a interventi di risanamento più estesi. Mannocci ha poi anticipato il supporto della sua azienda al monitoraggio ambientale durante i lavori per la Darsena Europa a Livorno, in modo da offrire un’applicazione concreta di competenze già sperimentate.

Nel corso del panel, il sindaco Luca Salvetti e il sindaco di Firenze Dario Nardella hanno portato il loro saluto, con Nardella che ha posto l’accento sulle opportunità offerte dai finanziamenti europei per i porti e quindi anche per Livorno, evidenziando la sua centralità nel Mediterraneo e annunciando un prossimo incontro a Bruxelles per presentare la candidatura della città come porto di eccellenza.

Il secondo panel ha focalizzato l’attenzione su due fronti: l’impatto crescente degli eventi meteorologici estremi e la complessa gestione dei rifiuti, sia terrestri che navali, ed ha evidenziato allo stesso tempo l’impegno concreto e la cooperazione a vari livelli per la protezione del mare. Cynthia de Luca dell’Adsp del Mar Tirreno Settentrionale ha illustrato l’organizzazione strutturata dell’ente per fronteggiare le emergenze, con un servizio di pulizia degli specchi acquei attivo 24/7 e interventi tempestivi, che si è dimostrato efficace anche in eventi eccezionali come l’alluvione del novembre 2023, durante il quale sono state raccolte oltre 200 tonnellate di detriti. Per quanto riguarda i rifiuti prodotti dalle navi, la funzionaria ha informato che il servizio di ritiro, attivo H24, è seguito da un trattamento in due impianti che garantiscono un elevatissimo tasso di recupero (del 97% per i liquidi), e rappresentano un virtuoso esempio di economia circolare in ambito portuale.

La discussione si è fatta più articolata con l’intervento di Simona Giovagnoni di Ansep Unitam, che parlando di “antinomia normativa” ha spiegato che la differenza tra le norme che regolano la raccolta differenziata dei rifiuti a bordo rispetto alle normative per le raccolte terrestri, complichino la situazione, e ha auspicato una maggiore cooperazione tra armatori e gestori degli impianti portuali per armonizzare le procedure. Ulteriore criticità è rappresentata dai rifiuti accidentalmente pescati, il cui recupero è complicato dalla loro classificazione come rifiuti urbani e dalla contaminazione salina; su questo nodo sono in corso sperimentazioni innovative, come la pirolizzazione nel porto di Ancona, per trasformare questi rifiuti non recuperabili in risorse. Il capitano Silvia Brini della Guardia Costiera ha concluso il panel illustrando il ruolo fondamentale del corpo nella difesa del mare e delle coste, anche attraverso esercitazioni internazionali come quella svoltasi a Viareggio nell’ambito del Piano Ramoges, dimostrando la capacità operativa in risposta a emergenze ambientali in mare.

Il terzo panel ha posto l’attenzione sull’azione concreta, esplorando strategie di intervento in caso di emergenza, le sfide e le opportunità legate alla gestione della plastica e aprendo uno sguardo sulla bellezza e la fragilità dell’ambiente sottomarino.

Massimo Nicosia, presidente e amministratore delegato di Labromare (Gruppo Neri), introducendo la filosofia dell’azienda incentrata sulla protezione ambientale, ha ripercorso la genesi della “Legge Salvamare”, nata anche da una sua iniziativa, che ora facilita il recupero dei rifiuti pescati. Illustrando l’attività di pulizia degli specchi acquei nel porto di Livorno, ha parlato di una tendenza che vede la riduzione dei rifiuti raccolti, forse legata all’efficacia dell’ordinanza comunale “plastic free”, e ha sottolineato come la plastica rappresenti una quota significativa dei rifiuti marini, pur provenendo in larga parte da terra. Labromare, ha ricordato, collabora anche con Castalia in attività di pattugliamento e antinquinamento in mare aperto e per il futuro prossimo ha in programma progetti come “Costnet” per il recupero delle reti da pesca disperse nei fondali italiani e una collaborazione con la startup Poseidon per ottimizzare il recupero di idrocarburi in mare.

Sempre sul tema della plastica, l’assessora Giovanna Cepparello ha delineato una strategia comunale proattiva e multilivello, dalla prevenzione alla gestione virtuosa, fino alla complessa sfida del trattamento dei rifiuti plastici in mare, auspicando soluzioni innovative e l’impegno del mondo imprenditoriale, mentre Valentino Chiesa, biologo marino referente di Marevivo Livorno, ha offerto una preziosa prospettiva sul mondo sommerso, richiamando l’attenzione sulla sua bellezza e biodiversità e presentando il progetto Bluefischers, che coinvolge i pescatori artigianali nella sostituzione delle cassette di polistirolo con alternative riutilizzabili.

Tra gli interventi conclusivi, quello di Enrico Mucci, comandante e amministratore delegato della Fratelli Neri SpA, ha offerto una visione diretta di chi interviene in mare in caso di incidenti ambientali. Attraverso immagini suggestive, ha illustrato le operazioni del Gruppo Neri nel limitare i danni ambientali, raccontando interventi complessi come il recupero di combustibile dalla Costa Concordia e un recente intervento a Marina di Massa, oltre a un coinvolgimento nel recupero di una navicella spaziale europea. Mucci ha sottolineato come la loro missione si basi sul coraggio di agire e sulla condivisione di competenze, spesso colmando la mancanza di investimenti specifici nel settore del salvataggio marittimo.

Il convegno si è chiuso con un appello: l’energia propulsiva della passione e della tenacia degli esperti richiede ora un’azione integrata e partecipata di istituzioni, aziende, cittadini e comunità scientifica per una protezione reale e duratura del mare.

Nella foto in evidenza Francesca Neri nei saluti conclusivi del workshop

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