Il Cesma chiede nuovi standard per la documentazione delle navi e l’adeguamento della Solas
I comandanti europei auspicano maggiore uniformità fra stati e porti attraverso la digitalizzazione, sull’esempio degli Stati Uniti
Lisbona – Si è tenuto il 15 e 16 maggio a Lisbona il trentesimo meeting del CESMA-Confederation of European Shipmasters Associations, organismo internazionale fondato nel 1995 che raggruppa ventuno associazioni nazionali di comandanti di navi da sedici paesi europei, in rappresentanza di circa mille professionisti del mare: presidente è il bulgaro Dimitar Dimitrov.
Del CESMA fanno parte USCLAC-Unione Sindacale Capitani di Lungo corso al Comando, rappresentato a Lisbona dai comandanti Emanuele Bergamini, presidente, e Antonio Raggi, e il Collegio Nazionale Capitani, rappresentato dal comandante Gianni Lettich, presidente.
Nei due giorni di lavori sono state affrontate tematiche di particolare interesse per il mondo dello shipping e in particolare per il comando nave.
In primis è emersa con decisione, spinta in particolare dalla delegazione italiana, la necessità di una standardizzazione della documentazione richiesta per le navi all’ingresso nei diversi porti europei: questa infatti cambia a seconda della nazione in cui si opera, costringendo i bordi, già parecchio onerati, a sobbarcarsi ulteriore lavoro burocratico.
“Negli Stati Uniti è più semplice: lì basta una dichiarazione come la Enoa-Entrance notice arrival, che ha validità per tutti i porti americani. In Europa i documenti necessari variano da nazione a nazione, e in Italia per alcuni documenti addirittura da porto a porto, pensiamo per esempio alla waste declaration” spiega Emanuele Bergamini, che con i colleghi italiani si è fatto promotore della richiesta di maggiore uniformità anche per snellire il lavoro del comando e degli equipaggi, sempre più ridotti dalle tabelle di armamento attuali.
La proposta è quella di creare una sorta di “scatola” digitale per ogni nave in cui contenere tutti i documenti necessari e a cui le varie autorità locali possano accedere tramite un meccanismo di username e password simile a quello dello Spid, per esempio.
Il CESMA ha evidenziato anche l’opportunità di un adeguamento della normativa SOLAS, che oggi risulta superata in particolare nelle parti che riguardano la manovrabilità della nave e lo stivaggio e il controllo dei container.
Anche quest’anno il fenomeno della criminalizzazione degli equipaggi e dei comandanti in particolare è stato ampiamente discusso dal CESMA.
“Una moderna nave che trasporta 25 mila container può avere anche solo cinque persone di equipaggio dedicate al controllo delle operazioni di stivaggio: come possiamo pensare che le verifiche su come sono collocati i container, in conformità al lashing manual, siano sempre accurate e soprattutto che il comandante sia responsabile di eventuali problemi? Servirebbe una dichiarazione di un ente terzo che certifichi che il rizzaggio è stato fatto correttamente. Discorso simile per un caso di diagnosi sbagliata da parte dello staff medico di una nave passeggeri, che porta migliaia di persone: come può essere incolpato il comandante?” aggiunge Antonio Raggi.
I comandanti, sottolineano i delegati italiani del CESMA, negli ultimi anni hanno visto notevolmente diminuito il loro ruolo e potere, anche grazie all’avanzamento tecnologico che ha spostato i centri decisionali negli uffici (pensiamo ad esempio alla Designated Person Ashore), mentre gli ambiti di responsabilità, anche penale, sono rimasti amplissimi.
La seconda giornata di lavori del CESMA è stata ospitata nella sede dell’EMSA-European Maritime Safety Agency: Lanfranco Benedetti, project officer for ship safety dell’EMSA, e Diaz Yraola, project officer for passenger ship dell’agenzia europea, sono intervenuti parlando di sicurezza nella navigazione e carburanti alternativi a basso impatto ambientale.
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