Fra gli emendamenti al Decreto infrastrutture anche i soldi per Fase B della diga di Genova
Oltre ai 142,8 milioni di euro per la nuova infrastruttura ligure figurano anche il ‘salva-Spinelli’, il passaggio di Marina di Carrara all’Adsp livornese, il prepensionamento dei portuali e le nuove linee cargo per la Sardegna
Ci sono anche i finanziamenti necessari a coprire gli extra-costi della nuova diga foranea del porto di Genova fra gli emendamenti al Decreto infrastrutture segnalati dai gruppi parlamentari della Camera e quindi destinati la settimana prossima a essere votati.
L’intervento in questione porta la firma di diversi deputati di tutte le forze di maggioranza e prevede di destinare 50 milioni di euro per l’anno 2026 e 92,8 milioni di euro per l’anno 2027 per “garantire il celere completamento della fase A e l’avvio immediato dei lavori della fase B”. La cifra, in particolare, è esattamente pari a quella necessaria per bandire la gara di Fase B e sarebbe da ricavarsi, nelle more della ripartizione di un fondo previsto dall’ultima legge di bilancio, dalle risorse previste per la realizzazione dell’Alta velocità adriatica.
Fra gli emendamenti già noti che hanno passato il vaglio di ammissibilità formale e le valutazioni dei gruppi c’è anche il cosiddetto salva-Spinelli proposto dalla Lega e due formulazioni molto simili di quello per lo sblocco del fondo per il prepensionamento dei portuali (in quella di maggioranza però si interviene anche a blindare la destinazione alle compagnie portuali del 15% delle tasse portuali che oggi il comma 15-bis dell’articolo 17 della legge portuale consente alle Adsp, ma non obbliga, di usare per il ricollocamento dei fornitori di manodopera temporanea).
Confermati anche le modifiche al Codice della Navigazione auspicate da Assarmatori e diversi aggiustamenti alle norme originariamente previste dal Decreto in materia di tempi di carico/scarico dei camion, targhe prova, canoni portuali, nonché l’emendamento della Lega per portare Marina di Carrara sotto la giurisdizione dell’Autorità di sistema portuale di Livorno. Sempre il partito del vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti propone di ricomprendere invece sotto l’Adsp di Civitavecchia i porti di Pescara, Porto canale di Rio Martino, Ortona e Vasto.
Diverse le novità degne di nota. Bipartisan la volontà di potenziare la norma sul “buono portuale” per la formazione, mentre è la Lega a voler commissariare (affidandola al commissario per il Terzo valico) la realizzazione del Polo Logistico di Alessandria Smistamento. Fratelli d’Italia propone una norma che modifica i requisiti per entrare le Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori (aprendo di fatto all’ingresso di Alis) e Forza Italia un intervento per consentire all’Adsp di Gioia Tauro di anticipare la trasformazione dell’agenzia per il transhipment in un’agenzia di fornitura di manodopera temporanea a tutti gli effetti dell’articolo 17 della legge portuale.
Il Partito Democratico vorrebbe attingere 200 milioni di euro l’anno per tre anni per “compensare i maggiori oneri economici derivanti dall’estensione del sistema europeo di scambio delle quote di emissione di gas a effetto serra (Eu Ets) al trasporto marittimo” sostenuti dagli autotrasportatori sardi e siciliani, nonché cancellare le prerogative dell’Autorità di regolazione dei trasporti in tema di concessioni portuali e rifinanziare il “potenziamento dei collegamenti tra il porto di Livorno, la rete ferroviaria e l’interporto di Guasticce” con 299 milioni.
Il ripristino degli stanziamenti del fondo complementare al Pnrr per il rinnovo del materiale rotabile delle imprese ferroviarie merci (caro a Fermerci) è previsto da due emendamenti della minoranza, mentre è la deputata di Fratelli d’Italia Barbara Polo a volere obbligare il Mit alla “attivazione di collegamenti marittimi dedicati esclusivamente al trasporto di merci, distinti da quelli destinati al trasporto passeggeri, tra porti della penisola e i porti della Sardegna” durante il periodo estivo, con possibilità di “compensazioni economiche”.
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