Portuali, extra-canoni, Art e shore power al centro dei pensieri di Assiterminal
Nella relazione del presidente Tomaso Cognolato un elenco preciso di criticità da risolvere e alcune proposte indirizzate al Governo

Roma – Lavoro, sicurezza, governance, transizione energetica e digitale, territori S.ono questi alcuni dei capitoli e delle criticità più importanti riportati dal presidente Tomaso Cognolato in occasione dell’assemblea pubblica di Assiterminal andata in scena a Roma.
Il primo punto sottolineato è stato quello del lavoro. “Resta inspiegabilmente – ha affermato il presidente dei terminalisti – ancora inattuata la costituzione del Fondo per il prepensionamento dei lavoratori portuali per mancanza del decreto interministeriale di attuazione. Insieme alle altre associazioni del cluster portuale abbiamo presentato l’ennesima proposta di emendamento nel corso dell’iter di conversione del Decreto infrastrutture. Se non avremo un esito positivo anche questa volta sarà necessario procedere a una rivalutazione complessiva del tema insieme agli altri colleghi datoriali e alle organizzazioni sindacali”.
A proposito di governance e regole, Cognolato ha parlato nella sua relazione di “latenza nel processo di uniformare i comportamenti e le regole del gioco (che) non favorisce l’economia del settore e lo sviluppo delle nostre aziende. Restano infatti ancora aperte – ha proseguito – tutte le criticità evidenziate in questi anni, nondimeno quella inerente la sovrapposizione di funzioni e competenze tra soggetti dello Stato: basta vedere la recente delibera di ART, che dopo un periodo di stasi, è tornata a gamba tesa sul nostro settore più con un approccio legislativo che regolatorio; non solo, con un approccio che non tutela gli investimenti, anzi li disincentiva, svilendo il senso stesso di fare impresa, investire, marginare … senza tener conto delle caratteristiche intrinseche dei mercati portuali, cercando di sterilizzare le sue dinamiche con degli algoritmi e invadendo gli ambiti di competenza dell’Amministrazione vigilante”.
Il settore, “non lo dice solo Assiterminal, chiede da anni uno sforzo di semplificazione e di uniformità di disposizioni – anche regolatorie – per la portualità italiana: non ci interessa con quale forma, che sia il compimento della riforma del 2016 o una Spa pubblica poco ci appassiona. Evidente l’obiettivo, di questo abbiamo bisogno: che il Governo, nella armonica consapevolezza dell’importanza di questo settore, porti a compimento questo percorso!” è stato l’appello dell’associazione.
Altro tema molto sentito è quello dei canoni demaniali. Su questo Cognolato ha sottolineato “la necessità di avere chiarezza” ricordando “il ricorso al Tar del Lazio, a cui come Assiterminal avevamo aderito, in merito ai criteri di indicizzazione dei canoni concessori. Abbiamo vinto – ha detto il presidente – ma ora ci troviamo a dover pressare il Parlamento con una proposta di emendamento al Decreto infrastrutture per cercare di ottenere una lettura chiara e funzionale all’esigibilità del recupero degli ‘extra canoni’ pagati negli anni precedenti, ovviamente tenendo conto degli equilibri finanziari delle Adsp sarebbe comunque necessario che l’indicizzazione dei canoni si ancorasse all’indice Istat Foi, un indice meno volatile di quello che si vuole reintrodurre”.
A proposito di proposte l’Associazione italiana dei terminalisti portuali chiede di “individuare tra gli investimenti oggetto di credito di imposta nelle Zls e nelle Zes gli investimenti infrastrutturali che i privati volessero realizzare. Quanto aiuterebbe questa possibilità laddove il pubblico non ha risorse sufficienti? Siamo sicuri molto” è convinto Cognolato. “D’altronde questa proposta non si discosta di molto dal tema che ribadiamo sempre ‘centrale’ di rendere chiaro alle strutture delle AdSP l’importanza di valorizzare il riequilibrio economico finanziario delle concessioni a fronte di investimenti che il terminalista voglia fare”.
A proposito infine di transizione energetica e digitale, Assiterminal ha sottolineato che si è “finalmente giunti al momento della pubblicazione del bando ‘login business’ funzionale allo sviluppo della Pln digitale della filiera logistica per il nostro Paese” evidenziando però che “i tempi del bando rischiano di non essere in linea con i tempi delle imprese”.
Stesso discorso vale per la transizione energetica. “Il modello operativo per il cold ironing, le linee guida per il GNL, tutti gli strumenti che possono mettersi in campo per sviluppare competitività nei nostri porti (anche facendo delle scelte precise di dove investire per che cosa) devono essere messi a terra: a questo proposito infatti, concretamente, abbiamo individuato in NatPower il partner industriale per realizzare un modello funzionale di shore power” ha fatto sapere Cognolato.
Invariata l’attenzione sul tema Ets e sui suoi derivati: “E’ necessario – secondo l’associazione – che parte dei fondi derivanti dal regime di tassazione che ne deriva siano fruibili per investimenti in infrastrutture e nuovi equipments per le nostre imprese”.
Ribadita anche la richiesta di “favorire l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per le nostre aziende insieme a chi produce energia. Non chiediamo di fruire degli incentivi previsti per le Comunità Energetiche, ma che ci sia data la possibilità di consorziarci, sotto la guida delle Adsp, come per esempio sta facendo il porto di La Spezia”.
Ultimo capitolo affrontato da Cognolato nella sua relazione è quello sui territori: “Perché non sfruttare ulteriormente – ha chiesto – il regime doganale e quindi Iva delle zone franche intercluse, perché non osare procedendo ad accordi internazionali (prendendo spunto da quello austro ungarico di Trieste) con Paesi (friendship) che intendano veramente investire in Italia (contro-politica dei dazi)?”.
Assiterminal oggi rappresenta 95 aziende che operano nella logistica portuale e nella mobilità delle persone in 34 porti. Più di 5.000 lavoratori, circa il 70% del mercato container movimentato nei porti gateway, il 90% del traffico crocieristico e dell’import-export dell’automotive, l’80% dei traffici break bulk e più del 50% di quello delle Autostrade del mare e dei RoRo in generale, oltre agli operatori del settore rinfuse liquide (dai depositi petroliferi a quelli di oli vegetali). Il tutto per un volume di affari vicino al miliardo e mezzo di euro.
N.C.
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