Barcellona non vuole altri crocieriste e riduce i terminal per le navi
Accordo fra Comune e Autorità portuale per ridurre del 17% la capacità terminalistica. Intanto, sconfitto in Tribunale, il sindaco di Nizza minaccia di perseguire lo Stato se non potrà applicare limiti agli arrivi
“Non possiamo continuare a crescere nel traffico crocieristico; dobbiamo iniziare a piegare quella curva verso il basso”.
È con queste parole che Jaume Collboni, sindaco di Barcellona, ha spiegato l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi fra Comune e Autorità portuale per limitare il numero di crocieristi che fanno scalo nel capoluogo catalano. Il protocollo amplia il quadro stabilito tra le due entità nel 2018 e mira a ridurre il numero di terminal dedicati a questo settore: dai sette attualmente operativi a cinque a partire dal 2030. Un orizzonte quinquennale con un investimento pubblico-privato di 185 milioni di euro.
La principale conseguenza del precedente accordo, del 2018, è stato il trasferimento di tutti i terminal crociere al molo Adossat, più lontano dalla città rispetto alle sedi precedenti. Il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, ha definito quell’accordo “corretto”, ma ha osservato che “non ha limitato il numero di navi da crociera: da allora, abbiamo aumentato il numero di crocieristi del 20%. Ora”, ha continuato, “vogliamo ridurre la capacità di navi da crociera del porto del 17%. Attualmente, il porto dispone di sei terminal crociere operativi sul molo Adossat, più un altro in costruzione (di proprietà di Royal Caribbean) e un altro sul molo di Barcellona, la cui chiusura è prevista per il 2026, in seguito all’accordo del 2018”.
Secondo il piano stabilito, il porto catalano inizierà con la demolizione del Terminal C, una delle strutture pubbliche del Molo Adossat (che ospita diverse compagnie di crociera). Successivamente, nel 2028, saranno demoliti gli altri due terminal pubblici presenti in quella sede, i Terminal A e B. Il Presidente del Porto, José Alberto Carbonell, ha spiegato che queste tre strutture sono più vecchie e meno efficienti dei terminal privati, e che “l’esperienza dei crocieristi è peggiore” al loro interno. Pertanto, la trasformazione del complesso terminalistico del Molo Adossat culminerà con la ricostruzione del Terminal C entro il 2028, ma in un edificio “con le stesse strutture, efficienza ed esperienza per i crocieristi” dei terminal privati, ha aggiunto Carbonell. Se a questo sviluppo si aggiunge la chiusura definitiva del terminal ancora operativo presso il Molo di Barcellona, il risultato è che entro il 2030 solo cinque terminal crociere saranno pienamente operativi in città.
Allo stesso tempo, l’Autorità Portuale di Barcellona sta cogliendo l’opportunità per intraprendere diversi progetti di miglioramento sul Molo Adossat. Le modifiche faciliteranno fra l’altro la futura installazione della struttura OPS (Onshore Power Supply) che fornirà elettricità alle navi da crociera in futuro.
Intanto il tribunale amministrativo di Nizza, adito dal prefetto delle Alpi Marittime, ha sospeso pochi giorni fa un decreto emesso da Christian Estrosi, presidente dell’area metropolitana Nizza-Costa Azzurra, che limitava il numero di scali delle grandi navi da crociera a Nizza e nella baia di Villefranche.
Dopo aver allentato il divieto iniziale imposto alla fine di gennaio, mercoledì Christian Estrosi ha emesso una nuova ordinanza che vieta gli scali delle navi da crociera con più di 450 passeggeri a Nizza e limita il numero di navi che trasportano più di 2.500 passeggeri a Villefranche-sur-Mer a 65 all’anno e a non più di una al giorno. Ma per il Tribunale Estrosi, che è anche sindaco di Nizza, non aveva la competenza per quel provvedimento, essendo la gestione degli scali, dall’ancoraggio allo sbarco nei porti, una responsabilità condivisa tra prefettura, prefettura marittima, area metropolitana e dipartimento.
In replica all’ordinanza del tribunale amministrativo di Nizza, Estrosi ha insistito in un comunicato stampa sulla necessità di “proteggere la salute dei residenti. Se non saranno adottate misure di polizia amministrativa entro un termine ragionevole per prevenire gli effetti dannosi (del crocierismo, ndr) la metropoli riterrà lo Stato responsabile davanti al giudice amministrativo per negligenza”.
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