Per Assiterminal il Decreto infrastrutture si rivela una “norma dannosa”
Assiterminal preoccupata che la conversione del provvedimento riporti in vita i maxi-aumenti dei canoni del 2023, annullati dal Tar. Fastidio anche per tempi di attesa e fondo prepensionamento

A meno di una settimana dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è durissimo il giudizio di Assiterminal sulla conversione in legge del Decreto infrastrutture.
“La norma sui canoni concessori si ‘auto-proclama’, impropriamente, norma interpretativa, che non può certo avere la finalità di “sovvertire” il potere giurisdizionale ossia il giudicato formatosi con la sentenza del Tar Lazio; altrimenti aprirebbe potenzialmente una stagione di ricorsi sulla falsa riga del 2023, o forse peggio. Proporremo alla Direzione Generale Porti e Intermodalità di esprimersi facendo salvo il contenuto della sentenza per il solo anno 2023, offrendo pertanto una mediazione equa e sostenibile sia per i concessionari che per le Adsp” ha spiegato l’associazione in una nota.
Il riferimento è alla sentenza del Tar Lazio che ha annullato l’aggiornamento dei canoni demaniali per il 2023, particolarmente oneroso per i terminalisti portuali rappresentati da Assiterminal. L’intervento normativo, è il timore, rischia di vanificare l’annullamento, dando validità all’interpretazione del Ministero delle infrastrutture che – anticipando quanto ora previsto dal Decreto – sostituì l’indice dei valori per il mercato all’ingrosso, con l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali.
Non è tutto. “L’articolato sui tempi di sosta o attesa a favore dell’autotrasporto, pur con il merito di tutelare una categoria spesso alla mercè di una committenza che non ne valorizza il lavoro, attraverso contratti al ribasso, inserisce una serie confusa di passaggi funzionali alla misurazione dei tempi di attesa chiamando in causa il caricatore-terminalista in responsabilità difficilmente ad esso imputabili: ci siamo subito attivati per approfondire tutti gli aspetti di questo nuovo scenario e proporremo anche su questo a breve un circolare interpretativa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per evitare che si crei il caos; diversamente si preannuncia una ulteriore, ennesima, stagione di contenziosi. Ci rendiamo anche disponibili a un confronto, sotto la regia del Ministero, con tutti i soggetti interessati, ricordando tra l’altro che la misura introdotta dalla norma dovrebbe azzerare le port congestion fee recentemente richieste a livello locali da alcune sigle dell’autotrasporto. Anche su questo tema è evidente la necessità di una regia nazionale per evitare distorsioni tariffarie tra porto e porto nonché aumenti sulla merce – che si sommano a quelli dovuti alle ricadute delle dinamiche geopolitiche – che certamente non efficientano il sistema logistico italiano”.
Assiterminal ha inoltre ribadito lo stigma per “l’ennesima mancata occasione per dare corso al Fondo per il prepensionamento dei lavoratori Portuali: non se ne capisce il motivo, se non forse recondito nelle modalità con le quali si sta procedendo al completamento delle nomine dei Presidenti/Commissari delle Adsp con l’ennesimo rinvio, al momento, al 30 luglio. Confidiamo che non si utilizzerà lo stesso metodo per l’individuazione dei Segretari Generali che dovrebbero essere scelti liberamente dai rispettivi Presidenti”.
La parte piena del bicchiere di Assiterminal (decisamente inferiore alla metà) è costituita “dall’ottimo lavoro compiuto dalla Direzione Generale Porti e Intermodalità e da Ram con l’avvio del processo del login business che potrà favorire un’accelerazione degli investimenti sulla digitalizzazione dell’interoperabilità logistica, ma è sempre più necessario un punto fermo sul settore della portualità: gli investimenti e la pianificazione degli imprenditori non possono essere costantemente messi in discussione dall’incertezza di alcune norme o dall’assenza di altre: le aziende preferiscono investire sul lavoro e sull’efficienza piuttosto che in contenziosi legali”.
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