Maxi-causa da 100 milioni di Fincantieri contro Paroc per i pannelli difettosi
L’azienda norvegese aveva fornito materiali per la costruzione delle navi da crociera che non rispettavano gli standard di sicurezza garantiti in caso di incendio a bordo
“Materiali manipolati” per superare i test e pannelli isolanti difettosi montati su una decina di navi da crociera fra cui le unità di lusso Explora I e II e alcune unità militari. Per questa ragione Fincantieri ha portato in tribunale negli Stati Uniti il gruppo Owens Corning, quotato a Wall Street, accusandolo di aver fornito pannelli isolanti “certificati in modo fraudolento” e “intrinsecamente pericolosi” destinati alle proprie navi. Componentistica che avrebbe causato al colosso della cantieristica danni per oltre 100 milioni di dollari a causa di richiami, ritardi nelle consegne e ritorni negativi d’immagine.
Lo ha rivelato il Financial Times, che cita l’atto di citazione depositato da Fincantieri lo scorso mese in Ohio, in base al quale Paroc, controllata finlandese di Owens Corning, avrebbe venduto prodotti non conformi che il gruppo guidato da Pierroberto Folgiero aveva installato su diverse imbarcazioni, tra cui il primo esemplare della nave da crociera Explora I di Msc la cui consegna era stata infatti posticipata di alcuni mesi nel 2023 a causa di rischi per la sicurezza.
La vicenda risale alla scorsa estate, quando Owens Corning e Paroc avevano richiamato dal mercato una linea di pannelli in lana di roccia “difettosa e non sicura”, per evitare “potenziali gravi lesioni o decessi”. Il richiamo aveva costretto Fincantieri a sospendere le consegne di alcune navi e a modificare i progetti di costruzione di altre nuove costruzioni.
Fincantieri sostiene che Paroc abbia ottenuto le certificazioni “presentando materiali manipolati” per superare i test, diversi da quelli effettivamente prodotti in serie. La perdita della certificazione ha avuto ripercussioni su almeno altre 45 navi di vari operatori mondiali già operative sul mercato e costruite in anni precedenti al 2023. Dopo il rinvio del debutto dell’Explora I, il gruppo triestino aveva identificato altri dieci suoi scafi – incluse unità militari, alcune già operative – equipaggiati con i pannelli difettosi.
Le sostituzioni dei pannelli hanno provocato ritardi di consegna e il pagamento di penali da parte del costruttore. In particolare il varo dell’Explora I, previsto per il 29 giugno 2023 era stato rinviato di alcune settimane, così come quello dell’Explora II e di una terza nave era stato posticipato con ulteriori costi e danni.
Secondo l’atto giudiziario, sempre secondo quanto riportato dal Financial Times (Fincantieri non ha commentato la notizia), il danno economico diretto supera i 100 milioni di dollari, a cui si aggiungono “gravi danni alla reputazione e all’immagine” di Fincantieri, all’epoca finita sulle prime pagine dei giornali internazionali per questa vicenda. L’azienda accusa inoltre Owens Corning di non aver imposto contromisure per le navi già in servizio, nonostante una propria valutazione indipendente avesse evidenziato “un elevato rischio per la sicurezza a bordo”.
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