Dfds accusa il colpo sulle rotte Turchia – Italia per la concorrenza di Grimaldi
La compagnia danese toglierà due navi dalla tratta e avvierà da settembre una nuova politica tariffaria
Nel secondo trimestre 2025 Dfds ha continuato ad accusare il colpo della dura competizione che si è scatenata nelle linee ro-ro tra Turchia e Italia dopo l’ingresso di Grimaldi, fino ad arrivare ora ad ammettere, più o meno implicitamente, di essere uscita sconfitta dal confronto.
Questo è in estrema sintesi quanto emerge dalla lettura dell’ultimo report trimestrale del gruppo danese e dalla conference call tenuta a seguito della sua pubblicazione. Il primo in particolare ha messo nero su bianco come il Mediterraneo sia stato fonte soprattutto di criticità per i suoi conti. Nel dettaglio, Dfds ha chiuso il periodo con ricavi in crescita del 3% (a 7,81 miliardi di corone danesi, circa 1 miliardo di euro), per via del buon andamento della divisione logistica, che ha sviluppato un volume d’affari di 3,9 miliardi (+18,2%). In netto calo invece i ricavi generati dai traghetti, attestatisi a 4,31 miliardi (-6,9%), di cui 3,27 miliardi da trasporto merci (-3,8%) e 1,04 miliardi da passeggeri (-15,5%). L’utile operativo del periodo è si è attestato a 163 milioni di corone danesi, (-68,6%), mentre il risultato netto è stato negativo per 87 milioni di corone. Sotto il profilo operativo, nei tre mesi Dfds ha trasportato rotabili per 10,584 milioni di metri lineari, di cui 1,383 milioni di metri lineari in traffici nel Mediterraneo.
Proprio le performance nell’area, secondo il gruppo, sono una fonte di preoccupazione. Al riguardo Dfds tramite il Ceo Thorben Karlsen ha infatti evidenziato di avere osservato progressi, “ma in misura inferiore rispetto alle attese”. I volumi sono rimasti in gran parte stabili, ma “l’impatto delle politiche di prezzo è stato inferiore alle previsioni” e sono state quindi “avviate ulteriori azioni per migliorare l’efficacia del recupero dei margini nella seconda metà dell’anno”. Come ammesso ancora più esplicitamente dalla Cfo Karen Dyrskjøt Boesen: “Abbiamo poi la perdita nel Mediterraneo […]. Come già comunicato, i volumi non sono diminuiti in modo significativo, ma è la politica dei prezzi che ci ha penalizzato”.
Da qui la decisione del gruppo di correggere il tiro, con due mosse, ha evidenziato la manager, ovvero “un nuovo modello di prezzo e ulteriori aggiustamenti di capacità” che saranno attuati nel trimestre in corso. Il tema del prezzo è stato sviscerato durante la call, in particolare in relazione alla risposta dei clienti: “Abbiamo spiegato [loro] che in primavera abbiamo provato alcune iniziative per aumentare i prezzi, ma a causa della complessità degli accordi individuali preesistenti, l’efficacia […] non è stata sufficiente”. Dfds, ha aggiunto, introdurrà quindi un nuovo metodo di pricing, “più trasparente”. “In pratica, se sei un piccolo cliente, avrai un prezzo; se rientri nella fascia media, avrai un prezzo leggermente inferiore; e se sei un grande cliente, avrai un prezzo ancora più basso”. Rispetto alla risposta, “ci aspettiamo una perdita di volume relativamente limitata, ma comunque presente” ha ammesso ancora.
La seconda azione come accennato sarà sul fronte della capacità, con la decisione di restituire, quindi togliendoli dalla tratta con la Turchia, due traghetti a noleggio, “in modo da poter continuare ad allineare la capacità con la domanda. Per noi è molto meno costoso avere volumi leggermente inferiore, purché la capacità sia adeguata, piuttosto che dover sostenere prezzi troppo bassi”.
Una ulteriore mossa sarà infine la chiusura, nel corso del terzo trimestre, di tre filiali nazionali, nella fattispecie quelle di Grecia, Slovenia e Romania.
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