Usb proclama sciopero generale il 22 settembre in difesa di Global Sumud Flotilla
Banchne e varchi al centro dell’iniziativa volta a sollecitare il Governo a una presa di posizione sul genocidio palestinese. Intanto Filt Cgil proclama l’agitazione dei lavoratori portuali
Come preannunciato, gli attacchi di matrice ancora incerta subiti dalle imbarcazioni di Global Sumud Flotilla – la missione umanitaria organizzata da diverse realtà, col contributo di numerosi soggetti attivi nel porto di Genova, per portare aiuti umanitari agli abitanti di Gaza – hanno scatenato la reazione di Usb.
Una nota della Usb Nazionale Confederale ha reso infatti nota la proclamazione dello “sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 22 settembre 2025”, ad esito si una partecipata assemblea svoltasi a Genova alla presenza di studenti, lavoratori, movimenti sociali e realtà solidali da tutto il paese. Al centro del fermo ci saranno anche i porti.
“Lo sciopero è proclamato in risposta al genocidio in corso nella Striscia di Gaza, al blocco degli aiuti umanitari da parte dell’esercito israeliano e alle minacce rivolte contro la missione internazionale Global Sumud Flotilla, che vede a bordo anche lavoratori e sindacalisti italiani impegnati a portare derrate alimentari e beni di prima necessità alla popolazione palestinese. Usb denuncia inoltre l’inerzia del Governo italiano e dell’Unione Europea, che rifiutano di imporre sanzioni allo Stato di Israele e continuano a intrattenere relazioni economiche e istituzionali nonostante la gravità della situazione” si legge nella nota.
Il sindacato ha anche precisato che, “qualora la situazione dovesse precipitare e il governo israeliano dovesse ostacolare l’arrivo della Flotilla a Gaza nei giorni immediatamente precedenti il 22 settembre, la Confederazione si riserva di anticipare l’effettuazione dello sciopero generale. Una prerogativa prevista dall’art. 2, comma 7 della Legge 146/90, che consente l’astensione senza preavviso in caso di gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Durante lo sciopero saranno garantiti i servizi minimi essenziali”.
Al centro dell’assemblea di Genova è stata proprio l’organizzazione dello sciopero generale e la costruzione del blocco delle merci e della circolazione: “Gli studenti e le studentesse di Osa e di Cambiare Rotta hanno segnalato che già in diverse Università sono partite le tendopoli e che il movimento studentesco è già entrato in campo accanto ai lavoratori. Da Roma il Movimento per il diritto all’abitare ha denunciato le relazioni tra il Comune di Roma e diverse aziende israeliane e ha proposto di fare pressione su tutte le istituzioni locali per interrompere queste relazioni. Da La Spezia e dalla Rete Antisionista è risuonata la necessità di interrompere le forniture militari a Israele da parte della Leonardo spa. I centri sociali del Nord Est hanno confermato la volontà di bloccare il porto di Venezia, mentre dalle Marche i centri sociali di quella regione hanno annunciato che convocheranno il blocco del porto di Ancona. Anche il collettivo della ex-Gkn ha sostenuto la necessità di prepararsi allo sciopero ed ha proposto di concentrare le mobilitazioni sui porti e di allargare ulteriormente la mobilitazione preparando una fase successiva. I lavoratori della logistica dell’Usb hanno annunciato che sosterranno con azioni determinate lo sciopero e le mobilitazioni. Quelli dell’industria sono intervenuti per denunciare il processo di riconversione militare delle fabbriche, come avvenuto nel caso della Flextronics di Trieste, dove il Governo ha addirittura sostenuto l’ingresso di un socio israeliano, e più in generale la spinta del Governo e delle imprese a piegare la produzione civile alle logiche dell’economia di guerra”.
Oltre al messaggio di sostegno di Francesca Albanese, la nota ha menzionato “il segnale di solidarietà internazionale: diversi porti, tra cui quello del Pireo, hanno manifestato la volontà di unirsi alla mobilitazione. Un percorso che guarda già al grande Meeting internazionale dei porti che si terrà a Genova il 26 e 27 settembre. Ora si passa all’organizzazione territoriale e nei posti di lavoro. Lo sciopero va organizzato con attenzione, favorendo il massimo della partecipazione e la possibilità di mettere in movimento tutte le forze che si sono attivate e le tante che ancora possono sommarsi. In ogni città, in ogni contesto locale, è il momento delle assemblee generali operative”.
Sempre stamane la segreteria nazionale di Filt Cgil ha proclamato lo “lo stato di stato di agitazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori portuali a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla che stiamo seguendo con molta apprensione soprattutto dopo i recenti attacchi subiti. A tale proposito, qualora venisse impedito agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione di Gaza, intensificheremo la protesta con ulteriori azioni di mobilitazione”.
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