Focus di Sace con i numeri e le prospettive della cantieristica navale italiana
“La domanda di crociere non mostra segnali di rallentamento; la nautica da diporto resta largamente immune dalle tensioni commerciali, grazie alla spinta del segmento dei superyacht”
Per la cantieristica navale nei primi quattro mesi dell’anno in corso si è tornati a un trend di crescita per tutti i segmenti (+45% rispetto allo stesso periodo del 2024), guidato dalle consegne di navi da crociera (+38,5%), ma anche da un’ottima dinamica della nautica da diporto (+22%) e da un più estemporaneo andamento di navi commerciali e pescherecci (+335%). Il fatturato complessivo prodotto in Italia dovrebbe stabilizzarsi nel 2025 su livelli superiori ai 16 miliardi di euro, per ritornare a crescere dal 2026 a un tasso medio del +3% annuo fino al 2028. Si prevede che il settore possa arrivare a generare 4 miliardi di euro di valore aggiunto entro il 2028, confermando il suo ruolo nella crescita dell’economia italiana. Si tratta di numeri che mostrano il buono stato di salute del settore.
Questi dati emergono dal Focus On “Settore Nautico” pubblicato da Sace per evidenziare quanto l’industria del mare sia fra le principali eccellenze del Made in Italy e un settore chiave della Blue Economy (vale 180 miliardi e contribuisce al 10% del Pil nazionale). Con un volume d’affari di 16,4 miliardi di euro, oltre 3 miliardi di valore aggiunto ed esportazioni che hanno superato gli 8 miliardi in media nell’ultimo triennio, l’industria cantieristica del nostro Paese, includendo tutti i segmenti (dalla costruzione al refit e accessori), è una realtà produttiva di quasi mille imprese che danno lavoro a oltre 30mila addetti. La competitività italiana è evidenziata dal fatto che oltre il 20% delle vendite europee è riferito a produzioni italiane.
Un’industria eterogenea e che richiede know how e processi produttivi specifici: dalla produzione di grandi navi da crociera alle piccole imbarcazioni da diporto, passando per le navi commerciali e a quelle funzionali all’estrazione, alla produzione e al trasporto di idrocarburi.
Con una quota di mercato del 5,2%, l’Italia è il quarto esportatore mondiale di navi, alle spalle dei principali produttori asiatici; una quota che sale al 30,8% e al 19,3% nei segmenti rispettivamente delle navi da crociera e della nautica da diporto. Nonostante la lieve flessione registrata nel 2024, la blue economy resta un settore cardine per la manifattura di qualità italiana, contribuendo all’1,2% dell’export, e uno dei più dinamici. Negli ultimi dieci anni, l’export di navi è cresciuto a un tasso medio dell’8,2%, arrivando a 7,2 miliardi di euro. Nautica da diporto (4,3 miliardi) e navi da crociera (2,6 miliardi) rappresentano oltre il 90% delle vendite di navi all’estero, mentre la cantieristica commerciale (280 milioni) continua a essere un segmento dominato dai grandi cantieri asiatici. A livello di mercati, il 21% delle esportazioni è destinato agli Stati Uniti, mentre Gran Bretagna e Cina sfiorano il 15%. Un dato tuttavia “distorto” dall’incidenza degli armatori statunitensi attivi nel settore crocieristico. Il mercato della nautica da diporto è invece più diversificato, con destinazioni quali Turchia, Emirati Arabi Uniti e Singapore che guardano con crescente interesse alle imbarcazioni Made in Italy.
Secondo il focus di Sace navigare uno scenario macroeconomico globale con diversi elementi di incertezza è tuttavia cruciale per le prospettive della cantieristica italiana. L’escalation commerciale con gli Stati Uniti, con i relativi impatti sul mercato valutario (il rafforzamento dell’euro ha reso meno competitivi i prodotti europei per i consumatori statunitensi) e sul reddito disponibile delle famiglie americane, ha agitato le acque del settore nel corso del 2025. “Insidie significative, ma che non dovrebbero interrompere il percorso di crescita del settore” spiegano dal gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Ministero dell’economia e delle finanze. “La domanda di crociere non mostra segnali di rallentamento, dopo un 2024 da record, proprio grazie al mercato nordamericano. I cantieri italiani gestiscono poco meno di due terzi del portafoglio ordini globale di navi in consegna fino al 2036, per un giro d’affari complessivo di circa 37 miliardi. La nautica da diporto resta largamente immune dalle tensioni commerciali, grazie alla spinta del segmento dei superyacht. L’Italia vanta una posizione di leadership negli ordinativi di unità superiori ai 24 metri, nonostante una lieve flessione rispetto ai livelli del 2023”.
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