Il petrolio siriano torna in Italia a Sarroch e al porto di Trieste
La revoca delle sanzioni Usa ha permesso il primo sbarco a Sarroch (Saras-Vitol) e al terminale di Siot-Tal

Secondo i dati di S&P Global Commodities at Sea, il primo carico di greggio proveniente dalla Siria in 14 anni è arrivato al porto italiano di Trieste il 15 settembre, dopo uno scarico parziale presso il terminal petrolifero italiano di Sarroch il 10 settembre.
Poco più di 200.000 barili di greggio acido sono stati scaricati il 10 settembre al terminal di Sarroch, sulla costa meridionale della Sardegna, dalla nave Nissos Christiana, partita dal porto siriano di Tartous il 1° settembre con circa 640.000 barili a bordo. I restanti 440.000 barili si trovano sulla nave ormeggiata al terminal Siot al 16 settembre, secondo i dati del Cas. La nave è gestita dalla Kyklades Maritime Corp.
Vitol è proprietaria di Saras, che gestisce la raffineria di Sarroch, con una capacità produttiva di 300.000 barili al giorno, la seconda più grande in Italia. I dati del Cas mostrano che le spedizioni di greggio al terminal di Sarroch, per un totale di 136.000 barili al giorno ad agosto, provengono in genere dalla Libia e dalla Turchia, con la Russia che fornisce anche un certo volume per gran parte del 2025. Ad agosto, i flussi dal paese si sono interrotti dopo che l’Ue, a metà luglio, ha vietato le importazioni di greggio e prodotti petroliferi raffinati russi trasportati via mare.
La Siria è nelle prime fasi di ripresa da una guerra civile durata 14 anni e gli Stati Uniti hanno revocato le sanzioni al Paese a luglio, aprendo le porte a rapporti commerciali con le nazioni che rispettano le sanzioni statunitensi. I ricavi derivanti dalla vendita di petrolio e gas sono considerati cruciali per finanziare le attività di ricostruzione.
Non è chiaro quanto la vendita del greggio abbia fruttato.
Prima della guerra civile, la produzione di petrolio si aggirava intorno ai 380.000-400.000 barili al giorno e il paese esportava questi barili principalmente verso i mercati del Mediterraneo. Tuttavia, negli ultimi anni, la produzione è scesa a una frazione di tale cifra, e i danni ai giacimenti petroliferi e alle infrastrutture energetiche saranno costosi da riqualificare per incrementare la produzione. Prima della rivolta del 2011, la Siria era un esportatore netto di petrolio e la domanda di derivati del petrolio veniva soddisfatta raffinando il greggio a livello nazionale. La Siria è diventata importatrice netta di petrolio nel 2012.
Secondo il Ministro dell’Energia Mohammed al-Bashir, i giacimenti petroliferi del Paese hanno attualmente una capacità produttiva fino a 200.000 barili al giorno, ma non possono operare a pieno regime a causa di oleodotti e raffinerie danneggiate. La produzione di greggio si attesta attualmente sugli 80.000-100.000 barili al giorno, secondo diverse stime.
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