Flotta italiana sempre più giù: -6,1% in portata lorda secondo Unctad
L’agenzia Onu rileva nuove flessioni anche nel valore commerciale complessivo e nella portata media delle navi

La flotta commerciale italiana, in senso stretto e non, continua nella sua caduta verso il basso, in corso per la verità ormai da diversi anni.
Anche l’ultima fotografia scattata dall’Unctad nella sua Review of Maritime Transport 2025 pubblicata oggi certifica infatti la tendenza alla contrazione e alla perdita di rilevanza del tricolore nei mari globali, sia in termini numerici sia sotto il profilo della portata complessiva e del valore economico delle navi.
Guardando innanzitutto alla sola bandiera delle unità (e considerando quelle con stazza lorda superiore alle 100 tonnellate), a prima vista la situazione non sembra cambiata rispetto a inizio 2024, considerando che le navi italiane continuano a pesare per l’1,1% del totale in termini numerici e per lo 0,3% rispetto alla portata lorda.
Dietro le percentuali rimaste invariate si nascondono però nuovi cali significativi. Alla data del 1 gennaio 2025, secondo la rilevazione, le unità registrate erano infatti arrivate a quota 1.212 (contro le 1.240 del 2024 e le 1.276 del 2023), mentre in termini di portata lorda si assisteva a una nuova pesante flessione (-6,1%) a raggiungere quota 7.225.900 tonnellate (contro le 7.670.000 tonnellate di inizio 2024). Cali più marcati, sotto questo profilo, sono stati segnati solo dal Belgio (-14,3%), dal Vietnam (-11,8%) e dal registro navale norvegese (-6,2%).
Una nuova contrazione si registra inoltre rispetto alla portata lorda media delle navi battenti il tricolore, che al 1 gennaio 2025 segnava 5.962 tonnellate (erano 6.185 nel 2024, 7.148 nel 2023 e 7.875 nel 2022).
La tendenza è la stessa anche guardando all’altra classifica proposta da Unctad nella sua Review, che include tutte le unità con stazza superiore alle 1.000 tonnellate di proprietà di shipping company italiane, battenti o meno il tricolore.
La flotta ‘italiana’ arriva a contare secondo questo criterio 533 unità (contro le 583 della analisi di inizio 2024 e le 608 di quella ancora precedente). A differenza della rilevazione di inizio 2024, la flessione questa volta interessa sia le unità battenti bandiera italiana (ora 403, contro le precedenti 420, per 6.405.222 tonnellate) sia quelle che inalberano vessilli esteri (129, in precedenza erano 163, per 4.891.354 tonnellate). I due insiemi valgono congiuntamente 11.298.582 tonnellate di portata lorda, quota ben al di sotto del valore di 13.551.881 tonnellate dell’ultima rilevazione, scendendo quindi a ‘pesare’ per lo 0,5% della flotta globale (contro lo 0,6% di inizio 2024), ma garantendo ancora alla Penisola il 29esimo posto della classifica. Da rilevare, come nota positiva a margine, che rispetto alla precedente analisi torna sotto il livello di guardia la quota di unità straniere (ora il 43% in termini di portata, mentre a inizio 2024 la loro quota era del 49,9%).
Il report dell’Unctad fornisce poi anche qualche indicazione di massima sul valore commerciale della flotta italiana, sebbene non in valore assoluto ma solo in relazione a quelle degli altri paesi. Rispetto alla bandiera di registrazione, l’Italia si colloca ora al 13esimo posto della classifica globale (una posizione più in basso rispetto al 2024), con una fetta pari all’1,4% del valore della flotta globale (lo scorso anno era dell’1,5%). Spostando lo sguardo sulla nazionalità delle shipping company, la Penisola retrocede invece al 19esimo posto (dal 17esimo), con un valore commerciale della flotta pari all’1,4% di quello globale (era dell’1,6% nella rilevazione precedente).
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