Venduta la portaerei Giuseppe Garibaldi all’Indonesia
La storica nave della Marina Militare italiana sarà trasformata in una piattaforma specializzata per droni e veicoli senza pilota
In un’operazione che rappresenta un passaggio storico per la Marina Militare italiana e consolida nel contempo la posizione dell’industria navale del Paese nel mercato asiatico, la portaerei Giuseppe Garibaldi è stata ceduta all’Indonesia.
La notizia della cessione è stata resa ufficiale in occasione dell’esposizione Indodefence 2025 a Giacarta, dove la holding indonesiana della difesa Republikorp ha presentato un modello della futura flotta con la Garibaldi. L’approvazione formale è arrivata il 29 agosto 2025, quando il ministro indonesiano Rachmat Pambudy ha autorizzato l’acquisizione tramite prestiti esteri, stanziando fondi aggiuntivi per l’acquisto di nuovi elicotteri da trasporto e multiruolo.
L’accordo, dal valore di 450 milioni di dollari, prevede una profonda riconversione dell’unità, che passerà dall’impiego di aerei ed elicotteri tradizionali a quello di una piattaforma specializzata per droni e veicoli senza pilota.
Costruita da Fincantieri a Monfalcone la Garibaldi è stata varata quaranta anni fa ed ha avuto una storia ricca e complessa. Nata come “incrociatore portaeromobili” per aggirare una legge del 1923 che all’epoca limitava il possesso di mezzi aerei ad ala fissa alla sola Aeronautica, la nave ha servito come ammiraglia della flotta italiana dal 1987 al 2011. Con una lunghezza di 180 metri e 13.370 tonnellate di dislocamento, è stata protagonista di numerose missioni internazionali, dalla Somalia all’operazione Enduring Freedom, passando per gli interventi nei Balcani, in Afghanistan e in Libia.
Inizialmente impiegata solo per elicotteri, la nave ha operato con i caccia Harrier dal 1994 fino al 2012, quando è stata riconvertita in portaelicotteri per operazioni anfibie.
Ufficialmente radiata il 22 maggio 2023, la Garibaldi era da tempo in un ruolo secondario a seguito dell’ingresso in servizio delle più moderne portaerei Cavour e Trieste.
Fincantieri ha confermato che la nave ha una vita operativa residua stimata di 15-20 anni e che sarà sottoposta a una riconversione che include l’integrazione di ben 60 droni turchi Bayraktar TB3 e la modifica della sua struttura in una configurazione a “due isole” di comando, ottimizzata per le operazioni di volo dei velivoli senza pilota.
Con questa operazione Fincantieri prosegue nella sua strategia di penetrazione nel mercato navale asiatico; l’Indonesia è già il principale cliente in Asia con contratti che superano 1,6 miliardi di dollari. Un esempio è il contratto da 1,18 miliardi di euro firmato da Fincantieri nel marzo 2024 per la fornitura di due Pattugliatori Polivalenti d’Altura della classe Thaon di Revel. L’attività di Fincantieri in Asia si estende anche ad altre nazioni, con accordi in Malesia per il programma navale “15 to 5” e una partnership con Thyssenkrupp per la fornitura di sottomarini U212 Nfs alle Filippine.
Secondo gli esperti del settore, la vendita della Garibaldi permette all’Italia di valorizzare i propri asset navali dismessi, creando nuove sinergie con le potenze emergenti del Pacifico. Per l’Indonesia, l’acquisizione significa rafforzare notevolmente le proprie capacità navali in un contesto regionale sempre più competitivo, dotandosi di una piattaforma versatile e all’avanguardia.
Circa un anno fa si era discusso di un futuro alternativo per la portaerei Giuseppe Garibaldi, proponendola come polo museale, culturale e formativo per valorizzare il legame dell’Italia con il mare, il Mediterraneo e la sua Marina. Inizialmente, Genova era stata individuata come sede per questo progetto, ma anche altre città, come Taranto e La Spezia, si erano candidate per ospitare la nave nei propri porti.
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