Terminalisti genovesi irritati per lo sciopero generale in porto
Accuse all’Adsp e alla Cgil che ha replicato: “Indegno invocare sanzioni di fronte al massacro”

Il secondo sciopero generale nel giro di due settimane ad aver coinvolto anche i lavoratori dei porti – nell’ultimo caso risalente a venerdì scorso, indetto sia dai sindacati autonomi come Si Cobas e Usb, che dalla Cgil – ha indotto la reazione dei terminalisti portuali genovesi tramite l’apposita sezione della locale Confindustria.
Il neopresidente della sezione Terminal Operators, Luca Becce (manager Psa che rivestirà la carica nell’associazione degli industriali per i prossimi sei mesi in attesa della riattribuzione delle cariche), ha infatti inviato venerdì scorso una lettera indirizzata in primis a Prefettura, Autorità di sistema portuale e Questura oltre che a tutti i firmatari del Ccnl, per esprimere “disappunto e rammarico di fronte alla reiterata violazione da parte di una associazione sindacale stipulante il Ccnl (Filt Cgil, ndr) delle previsioni contrattuali in materia di diritto di sciopero nell’ambito portuale”.
Il richiamo di Becce è all’articolo 49 del Contratto nazionale, che detta la disciplina di autoregolamentazione dello sciopero, prevedendo che “la proclamazione di ciascuno sciopero deve essere comunicata per iscritto con un preavviso minimo di 10 giorni”. Una previsione rispettata secondo Confindustria per oltre 25 anni e ora violata due volte in due settimane con “interpretazioni unilaterali della norma contrattuale assai pericolose per il futuro e senza neanche il tentativo di aprire un confronto con le altre associazioni datoriali e sindacali stipulanti”.
Gli scioperi menzionati dal Ccnl sono quelli “nazionali”, “regionali”, “locali”, “aziendali” e il preavviso è escluso solo in caso di proclamazioni legate a “eventi eccezionali (es. gravi incidenti in porto, attentati alle istituzioni ecc.). Su questa eccezionalità si basa – più che sulla distinta categoria dello sciopero “generale”, non prevista dalla norma positiva ma richiamata in alcuni atti della Commissione di garanzia – la linea della Cgil (la proclamazione richiamava l’attacco subito dalla missione umanitaria Global Sumud Flotilla, “fatto di gravità estrema: un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza dei lavoratori e dei volontari imbarcati. Non è soltanto un crimine contro persone inermi. È un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso”). Rivendicato inoltre il ruolo di preavviso della precedente proclamazione dello stato di agitazione.
Confindustria ha chiesto alla Prefettura che “vengano verificate e sanzionate le associazioni sindacali per le violazioni legali e contrattuali compiute nella occasione dei due scioperi del 19 settembre e del 3 ottobre; alle Istituzioni chiamate alla tutela dell’ordine pubblico, affinché venga garantito il diritto al lavoro a chi non intende aderire a scioperi, garantendo quindi il libero accesso ai luoghi di lavoro”.
In quest’ultimo caso il riferimento esplicito è “prioritariamente al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, affinché difenda le proprie prerogative e garantisca la piena accessibilità delle aree portuali”. In proposito Matteo Paroli ha confermato che “le limitazioni temporanee ai varchi Passo Nuovo/Albertazzi, parzialmente interessati dai presidi, e al varco Etiopia sono state adottate esclusivamente per ragioni di sicurezza, senza che la funzionalità complessiva del porto sia mai venuta meno. Sono rimasti aperti e attivi il varco di Ponente, che garantisce l’accesso a tutte le banchine commerciali di Genova Sampierdarena, e in parte varco di San Benigno. I problemi operativi ai terminal sono dipesi esclusivamente dell’adesione (elevata) allo sciopero da parte dei terminal (in particolare i terminal Psa, Spinelli e Bettolo)”.
Da ultimo Becce ha sferzato le altre “associazioni datoriali stipulanti il Ccnl porti, affinché svolgano una iniziativa incisiva a tutela del Ccnl e in particolare dell’art 49 dello stesso, anche prendendo in considerazione azioni adeguate alla gravità dell’infrazione commessa” e le “organizzazioni sindacali territoriali, per rappresentare il proprio fermo rifiuto di questo imbarbarimento delle corrette relazioni sindacali”.
Dura la replica di Filt Cgil: “Prendiamo atto, con rammarico, che il presidente della Sezione Terminal Operators di Confindustria Genova non ha inteso raccogliere l’appello della Filt Nazionale che, appena la scorsa settimana, richiamava anche le imprese del settore a mostrare il coraggio che l’attuale, drammatica situazione internazionale richiede. Ci saremmo aspettati gesti concreti di solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori portuali, che da sempre rappresentano un presidio democratico a difesa della pace, piuttosto che una lettera in cui si evocano persino sanzioni disciplinari. Respingiamo inoltre al mittente le accuse di mancato rispetto del Ccnl, la cui piena e corretta applicazione, da parte nostra, non è mai stata messa in discussione.
Non è la prima volta che il presidente adotta atteggiamenti maldestri e provocatori, nel tentativo di alimentare tensioni e conflitti. Questa volta, però, la gravità è ancora maggiore: evocare sanzioni in un contesto in cui si parla di decine di migliaia di vittime massacrate è un atto indegno e fuori luogo. In questi giorni, in molti hanno tentato di minacciare lavoratrici e lavoratori, attaccando il diritto allo sciopero. Ma i lavoratori non si faranno intimorire: sono pronti e determinati a difendere con forza la libertà e il diritto costituzionale di scioperare”.
A.M.
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