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A Savona-Vado un solo terminalista ha rispettato i programmi d’attività dal 2019 al 2023

Come a Genova emergono significative differenze al ribasso fra i traffici ‘promessi’ e i risultati consuntivati dall’Adsp anche se i gap su investimenti e occupazione sono meno rilevanti

di Andrea Moizo
7 Ottobre 2025
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Come a Genova, pure a Savona e Vado Ligure nessuno dei concessionari (con una sola quasi totale eccezione) ha rispettato i programmi di attività pattuiti con l’Autorità di sistema portuale per il periodo 2019-2023. Lo rivela la seconda parte del monitoraggio svolto dall’Adsp del Mar Ligure occidentale portato in Comitato di gestione nel dicembre 2024, mai reso pubblico ma visionato ora da SHIPPING ITALY.

L’approccio usato – a valle, si spiega nelle premesse, di un non banale lavoro di armonizzazione della raccolta dati – è il medesimo applicato nello scalo del capoluogo, con la suddivisione del report per merceologia. La prima analizzata è quella del full container. Lontana dalle aspettative le performance di Vado Gateway (Apm Terminals), con scostamenti nei volumi considerati compresi fra il -46% e il -66% (-59% nel 2023, con 293mila Teu movimentati contro 713mila previsti). Sotto il previsto anche occupati diretti (232 su 313 nel 2023) e investimenti (88,4% del previsto per il quinquennio).

Più variegato il quadro nel multipurpose, dove i traffici complessivi sono comunque scesi da circa 5,1 milioni di tonnellate a poco più di 4,2 milioni. Mai centrati da Savona Terminals gli obiettivi in termini di volumi (miglior risultato nel 2021 con 752mila tonnellate contro le 842mila previste, -11%) mentre gli occupati diretti erano 9 su 10 nel 2023 e gli investimenti al 55,5% del previsto nel periodo considerato. Più vicina ai risultati concordati Savona Terminal Auto, con variazioni del rapporto consuntivo/preventivo comprese fra il -14% e il +5%, 41 occupati su 40 nel 2023 e investimenti in linea (98% del previsto). Sempre negative le performance del Reefer Terminal come volumi (comprese nei cinque anni fra -8,5% e -28,8%), occupati diretti (141 su 147 nel 2023) e investimenti (97,4% del previsto per il quinquennio).

Nel settore delle rinfuse solide l’unica eccezione di tutto l’arco portuale genovese-savonese quanto al rispetto dei volumi programmati. Per cinque anni infatti il terminal But Srl ha movimentato più del previsto (fra il 7% e il 23% in più), arrivando a occupare (nel 2023) 10 degli 11 dipendenti previsti e investendo due volte e mezzo quanto previsto. Per Colacem i volumi sono stati al contrario sempre inferiori alle previsioni (fra -15% e -34%), mentre dipendenti diretti (14 su 14) e investimenti (+14%) sono in linea o maggiori. Similare il quinquennio di Monfer: fra -5% e -48% i volumi, rispettati gli impegni occupazionali e di investimento. Il Terminal Alti Fondali nel 2022 ha superato del 17% le previsioni, ma nei restanti quattro anni è stato al di sotto per valori compresi fra il -1% e il -26%, con occupazione in linea (21 su 22 nel 2023) e investimenti superiori al previsto.

Nei liquidi il principale operatore, Sarpom (gruppo Api), nel periodo considerato non ha mai raggiunto i volumi previsti (6,5 milioni di tonnellate annue dal 2020 in poi), chiudendo con risultati compresi fra il -5% e il -19,7%, ha quasi rispettato gli impegni occupazionali (15 diretti su 17) e in toto quelli di investimento. Depositi Costieri ha investito più del previsto e occupato poco meno, ma solo nel 2022 ha superato del 4% il target, sottoperformando negli altri 4 anni (per valori compresi fra il -9% e il -48%). Sempre negativi i risultati di Alkion (fra -20% e-88%), malgrado investimenti superiori al previsto e occupati in linea (20 su 20 nel 2023). Dopo due anni deficitari Esso nel 2021 e nel 2021 superò le previsioni, tornandovi però sotto del 8,9% nel 2023, con 87 occupati contro 114 e previsti nel 2023 e nessun investimento effettuato contro i 3 milioni di euro previsti per il quinquennio.

Da notare come per Savona e Vado Ligure l’Adsp abbia considerato anche i traffici passeggeri, essendo i rispettivi terminalisti inquadrati come articoli 18. Per Costa Crociere, però, le previsioni non sono state attualizzate (come avvenuto per alcuni terminal commerciali, quantomeno a Genova) per tener conto degli effetti congiunturali (pandemia in primis), così che si è passati dal -13% del 2019 (669mila passeggeri movimentati su 770mila previsti) al -92% dell’anno successivo, risalendo al -19% del 2023 (862mila su 1,06 milioni). Rispettati gli impegni per occupazione e investimenti.

Per Forship sono invece riportati solo i preventivi degli ultimi due anni (superato quello del 2022, mentre nel 2023 è stato movimentato il 17% in meno del previsto), ok occupazione e investimenti.

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