Consalvo indicato ufficialmente per l’Adsp di Trieste, in arrivo le altre nomine eccetto Palermo
Dall’Anac arrivata intanto la conferma della compatibilità per Eliseo Cuccaro al vertice dei porti campani
Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la richiesta di intesa per la nomina dell’ingegner Marco Consalvo a presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientale.
Lo ha reso nota una nota del Mit: “L’intesa è stata trasmessa al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, come previsto dalla normativa vigente, per completare l’iter formale di designazione del nuovo vertice dell’Autorità portuale che comprende i porti di Trieste e Monfalcone”.
L’indicazione di Consalvo arriva ad oltre due settimane dai rumor sul suo nome e dopo che Salvini ha provveduto alla proroga dell’incarico commissariale affidato al direttore del Mit Donato Liguori. Un periodo di congelamento legato, secondo quanto filtra da Trieste, agli equilibri interni alla Lega, partito di Salvini e Fedriga, con Anna Cisint europarlamentare vicina al Ministro che avrebbe fino all’ultimo provato a insistere sul nome dell’avvocato Massimo Campailla.
Intanto è attesa ad horas la convocazione dell’ottava commissione del Senato, chiamata a pronunciarsi sui dodici nomi di presidenti di Adsp in pectore: Francesco Mastro dell’Adsp del Mare Adriatico Meridionale (Bari), Francesco Rizzo per l’Adsp dello Stretto (Messina) e Bruno Pisano dell’Adsp del Mar Ligure Orientale (La Spezia), che sarebbero stati anche i primi tre nominati in ogni caso la prossima settimana dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti. E ancora: Davide Gariglio (Livorno), Eliseo Cuccaro (Napoli), Paolo Piacenza (Gioia Tauro), Raffaele Latrofa (Civitavecchia), Francesco Benevolo (Ravenna), Matteo Gasparato (Venezia), Giovanni Gugliotti (Taranto) e Domenico Bagalà (Cagliari). Resta in sospeso Annalisa Tardino (Palermo), sulla cui nomina pende ricorso al Tar della Regione Siciliana.
Relativamente a Cuccaro proprio nei giorni scorsi Anac ha rilasciato il proprio parere sulla possibile sussistenza di un conflitto di interesse per l’ex manager di Alilauro sollevata dal deputato M5S Antonino Iaria.
L’Autorità Anticorruzione ha dapprima valutato l’ipotesi di inconferibilità, legata al percepimento da parte di Alilauro di alcuni contributi ministeriali (in particolare circa 420mila euro del cosiddetto Decreto flotte dei fondi complementari al Pnrr per l’ammodernamento di una nave). Non abbastanza però per configurare l’inconferibilità “in quanto, da un lato si tratta di forme di contribuzione allo svolgimento di specifiche attività della società, le quali non appaiono originare da rapporti a carattere negoziale qualificabili quali attività di finanziamento realizzate tramite rapporti convenzionali (…), ma si sostanziano in concessioni di denaro pubblico, espressione del potere autoritativo dell’amministrazione; dall’altro è altrettanto rilevante che la concessione del contributo è subordinato alla verifica della presenza dei predefiniti presupposti di partecipazione, dettagliatamente prescritti nel decreto di concessione”.
Inoltre “oltre a rappresentare un unico contributo tale da qualificare l’eventuale legame regolatorio quale episodico e occasionale e quindi incapace di determinare in capo al Mit “l’esercizio continuativo di poteri di vigilanza, di controllo” sulla società Alilauro, l’ammontare della concessione è tale da non risultare concretamente idoneo ad orientare l’attività principale del destinatario”.
Ricordando come in ogni caso Anac non disponga “di specifici poteri di intervento e sanzionatori”, il garante ha rigettata poi l’assimilazione al caso di Cosimo Indaco, per il quale Anac valutò nel 2016 la sussistenza di un conflitto fra la carica a presidente dell’Adsp di Catania e quella di socio d’uno spedizioniere attivo in porto. Cuccaro infatti “non riveste la qualifica di socio di nessuna delle società di provenienza ed è cessato da ogni altra carica”. Nondimeno Anac ha rimesso al Rpct (Responsabile per la corruzione e la trasparenza) dell’Adsp del Mar Tirreno Centrale, la vigilanza e il monitoraggio sulla corretta applicazione delle misure di gestione del conflitto, nonché l’eventuale predisposizione di contromisure adeguate, ove non si possa procedere con l’astensione dell’interessato nell’esercizio delle funzioni monocratiche”.
“Abbiamo ragione sotto il profilo normativo, ma Anac sostiene che i finanziamenti del Mit ad Alilauro sono minimi e non configurano un finanziamento strutturale. Non dovrebbe essere questo il problema perché c’è comunque un conflitto d’interesse con gli altri operatori. Restano quindi il tema dell’inopportunità politica di questa nomina e l’assenza in capo ad Anac di poteri necessari e sufficienti” ha commentato Roberto Traversi collega di Iaria.
Sul fronte degli ex presidenti, da ultimo, da segnalare come la Sezione Lavoro del Tribunale di Civitavecchia abbia sanzionato severamente l’Adsp di Civitavecchia, condannandola a rifondere 18 mensilità di stipendio oltre alle ferie non godute e ad altre indennità a tre dirigenti licenziati in tronco dall’ex vertice Pino Musolino (ora alla guida proprio di Alilauro). Un conto da circa un milione di euro che sarà presumibilmente sottoposto dall’ente all’attenzione della Corte dei Conti.
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