Aumentano le reazioni in chiaroscuro per la riforma e per la nuova Porti d’Italia Spa
Uiltrasporti e Federlogistica chiedono l’apertura di un tavolo con le parti sociali, Venice Port Community che non si tralascino le peculiarità territoriali
Proseguono le reazioni alla bozza del Ddl contenente la riforma della legge portuale 84/1994.
“Svuotare le autorità di sistema portuale di competenze e di risorse in nome di un presunto efficentamento comporterebbe un ulteriore indebolimento degli enti di governo del porto a scapito delle tutele del lavoro e quindi anche del contratto unico di settore che ha sempre garantito efficienza, competitività e tutele”. Lo ha fatto sapere in una nota il settore porti della Uiltrasporti, al termine dell’attivo dei quadri e dei delegati.
“Rimaniamo contrari ad ogni tipo di riforma che possa mettere in futuro a pregiudizio la natura pubblicistica delle autorità di sistema portuale” ha aggiunto la nota di Uiltrasporti: “Crediamo vada riaffermato ed efficientato il sistema di governance attraverso gli strumenti già esistenti. Auspichiamo che la riforma segua la giusta discussione parlamentare evitando dunque che il disegno di legge passi all’interno delle priorità individuate nel Pnrr evitando così di affrontare i dovuti passaggi parlamentari. Siamo pronti al dialogo per un futuro disegno della portualità italiana, ma se verremo scavalcati siamo pronti anche ad attuare le mobilitazioni necessarie”.
Confronto necessario anche per Davide Falteri, presidente di Federlogistica: “Nessuna riforma può funzionare se non nasce da un confronto vero, strutturato e continuativo con chi i porti li vive e li fa funzionare ogni giorno. Le associazioni di rappresentanza, gli operatori della logistica, le imprese e le Autorità di Sistema Portuale non possono essere semplici destinatari di scelte calate dall’alto. Federlogistica non intende commentare bozze o indiscrezioni, ma chiede che prima di fare approdare una eventuale riforma in Consiglio dei Ministri, venga aperto un tavolo di confronto ufficiale con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con tutte le rappresentanze”.
Positivo con condizioni il giudizio di Davide Calderan, presidente di Venice Port Community: “Per la portualità nazionale si tratta senza dubbio di una grande opportunità, dato che grazie a“Porti d’Italia Spa ci potranno essere indubbiamente vantaggi dal punto di vista dell’attrattività di investimenti da parte del Governo centrale e un maggior coordinamento delle risorse e dei porti italiani, garantendo un possibile sviluppo alle autorità stesse. Allo stesso tempo la riforma potrebbe portare a favorire alcuni porti a discapito di altri per decisione unilaterale del Governo centrale. In quest’ottica riteniamo che sia necessario mantenere alta l’attenzione su Venezia. Il nostro porto è infatti tra i migliori sul territorio nazionale per la logistica, basti pensare al retroporto di Marghera, alle agevoli connessioni con l’aeroporto e la rete ferroviaria. Tutti temi imprescindibili che devono essere sostenuti al fine di non disperdere il patrimonio di competenze e conoscenze sviluppate nel corso della storia recente passata”.
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