Il ritorno via Suez potrebbe causare gravi congestioni nei porti europei
Sea Intelligence ha analizzato l’impatto dell’eventuale riapertura della tradizionale rotta est-ovest successivo al cessate il fuoco a Gaza
Crescerebbero quasi del 40% i carichi di lavoro dei porti europei se tutti i liner, a seguito del cessate il fuoco a Gaza, decidessero di ripristinare immediatamente la rotta tradizionale via Suez per i servizi di collegamento fra Asia e Europa.
Lo ha affermato l’analista britannico Sea Intelligence. Precisando che tale evenienza è ancora là da venire, tanto più che nessun cessate il fuoco è stato annunciato dalle milizie Houthi i cui attacchi alle navi transitanti per Suez contro l’aggressione israeliana a Gaza avevano spinto la stragrande maggioranza delle compagnie a far passare le navi dal Capo di Buona Speranza per raggiungere l’Europa, il report presentato da Sea Intelligence calcola gli effetti quantitativi, qualora le compagnie di navigazione tornassero alla rotta di Suez.
“I due impatti principali sarebbero un significativo rilascio di capacità globale di navi attualmente assorbita da viaggi più lunghi e un potenziale aumento dirompente degli arrivi di merci in Europa. La nostra analisi – ha spiegato una nota – ha quantificato la capacità assorbita dalle deviazioni attorno all’Africa lungo i servizi Asia-Europa e Asia-Nord America, tenendo conto delle circa quattro navi aggiuntive necessarie per ogni viaggio di andata e ritorno per i servizi interessati. Abbiamo quindi modellato l’impennata delle importazioni europee in diversi scenari, che vanno da un ritorno immediato a Suez da parte di tutte le compagnie di navigazione a un’introduzione graduale nell’arco di 2, 4 o 6 settimane”.
Il grafico in pagina mostra i risultati, col potenziale aumento del carico di lavoro settimanale dei porti europei (importazioni più esportazioni) rispetto ai livelli storici più alti mai registrati.
“Un ritorno immediato a Suez accorcerebbe drasticamente le catene di approvvigionamento, causando un raddoppio temporaneo degli arrivi dall’Asia per due settimane. Ciò si traduce in un aumento del 39% dei volumi totali di movimentazione portuale, rispetto al precedente picco storico. Anche un’introduzione graduale nell’arco di 8 settimane comporterebbe comunque un aumento del 10% rispetto ai massimi storici precedenti, durante tale periodo. Dato che il precedente picco di marzo 2025 ha già causato significativi problemi di congestione in Europa, anche un passaggio graduale rappresenta una sfida considerevole per le infrastrutture portuali. A livello globale, un ritorno alla rotta di Suez libererebbe circa 2,1 milioni di teu di capacità nominale, pari al 6,5% dell’attuale flotta globale” ha concluso Sea Intelligence.
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