Dentro il simulatore di Fincantieri: come la Marina si addestra alle manovre di flotta
La nostra prova delle plance replicate delle navi militari e dei sistemi di realtà virtuale: i simulatori riproducono in ogni dettaglio la conduzione di bordo
La Spezia – Indossare il visore e mettersi di fronte a questa plancia è come salire a bordo di una fregata, o nella plancia di un pattugliatore, ma senza muoversi di un metro. La sensazione è reale, le manette sono le stesse che si trovano sulle navi della Marina e ogni comando risponde come in mare. A fianco a me A fianco a me c’è un tecnico di Cetena, controllata di Fincantieri, azienda che lo ha realizzato, che mi accompagna durante la missione: entrare all’Arsenale marittimo di La Spezia e ormeggiare la fregata in banchina.
Il simulatore navale provato è già in uso alla Marina Militare ed è uno dei punti forti dello stand di Fincantieri a Seafuture. Ce ne sono cinque a Taranto, cinque a La Spezia e altri dieci ad Augusta. La particolarità è che tutte queste plance possono connettersi tra loro, in modo che fino a sessanta persone possono fare training di flotta nello stesso scenario, ognuno replicando la plancia di una diversa unità della Marina e non solo. In pratica, un equipaggio ad Augusta può manovrare una fregata mentre un altro, a Taranto, gestisce una corvetta, e un terzo a La Spezia controlla una nave cacciamine. Tutti collegati fra loro, come se si trovassero nello stesso mare. Tutto questo rientra nel Fincantieri Digital Ecosystem, dove tutto è connesso.
Davanti a me c’è una consolle vera, con apparati di navigazione, radar e sistemi di controllo macchine. La predisposizione della plancia è lo stesso che si trova a bordo di una Fremm, con le stesse manette originali. Ogni apparato può essere simulato o sostituito da strumenti reali, a seconda delle esigenze della Marina.
Dal 2019, Fincantieri ha aggiunto la realtà virtuale ai simulatori. Indossando il caschetto con il visore posso entrare nella simulazione: posso trovarmi in plancia, oppure a poppa per le operazioni di helicopter landing. In questo caso l’operatore comunica con il simulatore dell’elicottero per gestire la procedura di atterraggio, una delle più delicate in mare aperto.
Muovendosi lungo la murata, l’addestramento può riguardare anche la manovra in porto. L’operatore può vedere tutta la nave e dare indicazioni a chi è in plancia: quanti metri mancano al molo, per esempio. Si può simulare qualsiasi tipo di nave, da quelle della Marina Militare a quelle della Guardia di Finanza o della Guardia Costiera, fino alle navi mercantili.
Fincantieri fornisce simulatori anche alle accademie di Genova e Venezia, dove gli studenti si esercitano su plance complete. A Maricentadd, il Centro di addestramento aeronavale della Marina Militare di Taranto, invece, è disponibile un simulatore che riproduce il cockpit di un’intera nave, con scenari proiettati su pareti cilindriche: l’effetto è completamente immersivo.
Il realismo non è solo visivo. Esistono piattaforme mobili con gradi di libertà che simulano il movimento delle navi più veloci. Se si sbaglia manovra lo si percepisce a livello di stabilità. Se si prende l’onda male, la piattaforma si muove, facendo percepire il colpo. Lo stesso sistema viene utilizzato anche per i rimorchiatori: quando si tira una portacontainer e si dà troppa forza, ad esempio, si sente lo strattone del cavo.
Davanti a un’altra postazione, è riprodotta la plancia della sala macchine. Le manette si muovono da sole perché sono collegate al sistema digitale: se si spostano le manette nel ponte di comando, si muovono anche in engine room. È tutto sincronizzato.
Esperienza immersiva, realismo meccanico e precisione digitale: i simulatori Fincantieri non sono solo strumenti di addestramento, ma veri banchi di prova per l’integrazione uomo–macchina in ambiente operativo. In pochi minuti, senza salpare, sembra davvero di essere in mare.
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