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Achille Onorato: “Ecco i fattori decisivi per il futuro di Moby”

L’armatore al timone della balena blu lamenta il fatto che l’Italia non sia pronta all’utilizzo del Gnl nei traghetti e confessa anche una crescente difficoltà a reclutare marittimi

di Nicola Capuzzo
31 Maggio 2022
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Tre fattori decisivi per il prossimo triennio nel mercato dei traghetti? “Lo sviluppo della flotta, il climate change con le azioni previste nel breve e lungo periodo sul naviglio e infine le nuove sfide post-covid. Fattori che sono fra loro interconnessi”.

Sono questi i temi affrontati da Achille Onorato, amministratore delegato del Gruppo Moby, durante il suo intervento in occasione dell’evento Ferry Shipping Summit organizzato a Malmö da Ferry Shipping News.

“Nel Gruppo Moby stiamo costruendo nuove navi, con elevata capacità e grande flessibilità; queste unità consentiranno alla nostra compagnia di rimpiazzare le precedenti unità più vecchie. Saranno navi da poter utilizzare durante tutto l’anno e non solo nei mesi estivi; potremo adattarne l’impiego a seconda dei traffici e dei volumi che avremo durante i vari periodi dell’anno” sono state le parole di Onorato. Secondo il suo punto di vista “nei prossimi anni i cruise ferry tradizionali dovranno andare in pensione, la flotta dev’essere più flessibile e più ro-pax” intendendo con ciò navi più flessibili per un utilizzo prevalente per il trasporto di passeggeri o di merci a seconda dei periodi.

Altro fattore da tenere in attenta considerazione è il climate change, “sia per azioni di breve termine che per ragionamenti più di lungo periodo sulle navi”. Su questo punto l’a.d. di Moby ha parlato di evidenti disparità fra mercati: “La questione principale oggi è secondo me rappresentata dal fatto che non c’è una visione unitaria a livello europeo, ogni Paese segue una propria strada e il grande problema che vedo è un ampio gap fra i paesi del Mediterraneo rispetto al Nord Europa. Come armatori possiamo anche essere preparati alle nuove sfide ma i nostri porti non sono pronti. Ad esempio le due navi cinesi che stiamo costruendo e che prenderemo a partire da fine anno sono Lng-ready (solo predisposte al consumo di gas naturale liquefatto, ndr) perché in Italia non abbiamo le infrastrutture e nemmeno la normativa per fornire gas liquido alle navi. Dobbiamo quindi accelerare per ridurre il gap fra Nord e Sud Europa”.

Terzo punto sono le sfide del post-Covid: negli ultimi due anni la ‘balena blu’ ha lavorato (“senza mai fermarsi”) per migliorare i servizi di bordo per i passeggeri e cercato, pur nel rispetto del distanziamento sulle navi, di consentire alle persone di acquistare e spendere sui traghetti. “Nello sviluppo futuro del nostro naviglio ciò a cui stiamo pensando è di creare qualcosa per cui risulta più semplice acquistare a bordo ma al tempo stesso mantenendo le distanze interpersonali” ha spiegato Onorato riferendosi ad esempio alla possibilità di ordinare pasti in cabina introdotta recentemente.

Ottime sembrano essere le prospettive del business passeggeri anche per la stagione 2022: “In Italia – ha detto – vediamo anche per il prossimo futuro turismo soprattutto di prossimità, quindi persone che vogliono stare non troppo lontano da casa. Gli italiani vogliono riscoprire l’Italia. La domanda di trasporto marittimo passeggeri per le isole italiane è davvero molto alta e in alcuni casi perfino migliore di quella del 2019. Noi dobbiamo rendere il viaggio sulla nave attraente, migliorare il più possibile il servizio a bordo e far percepire che il traghetto è un mezzo più sicuro rispetto ad altre modalità”.

Per ciò che riguarda le tariffe, “nel Mediterraneo per le merci sono state davvero basse e quindi oggi i trasportatori sopportano i sovrapprezzi applicati per il carburante. Anche sui passeggeri riusciamo a ribaltare l’incremento del prezzo del bunker ma non all’infinito per cui dobbiamo necessariamente cercare di fare maggiori efficienze”.

Ultimo argomento di dibattito è stata la sempre maggiore difficoltà a reperire marittimi, un tema sul quale Onorato si è così espresso: “Anche per noi appare sempre più complicato trovare personale da imbarcare a bordo (soprattutto per ruoli di macchina): proviamo a farlo assicurando imbarchi più lunghi e benefit ma non è semplice. Sempre meno giovani, poi, vogliono fare questo mestiere e noi cerchiamo di reclutarli e fare formazione già dalle scuole”.

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