Aumentano i costi per migliorare l’accessibilità del porto di Ravenna
Riconosciuti 5,4 milioni di riserve all’appaltatore della prima fase del progetto Hub mentre si accelerà per far partire la seconda. Alla banchina Eurodocks approderanno le bulker Panamax
A Ravenna lievitano alcuni costi e tempi di realizzazione dei lavori in corso ma proprio grazie a questi interventi sarà migliorata l’accessibilità nautica dello scalo romagnolo.
Nei giorni scorsi l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale ha pubblicato una serie di atti riguardanti alcuni dei principali appalti volti al potenziamento delle infrastrutture portuali di Ravenna. Fra essi anche una delibera con cui il presidente dell’ente, Daniele Rossi, ha recepito la determina n.1 del Collegio Consultivo Tecnico della prima fase del progetto Hub per l’approfondimento dei fondali del porto. L’organo deputato alla soluzione delle controversie ha esaminato 20 delle 24 riserve finora avanzate dall’appaltatore (Rhama Port Hub srl, società subentrata all’aggiudicataria e formata dalla capofila Consorzio Stabile Grandi Lavori, a sua volta facente capo a Rcm e Fincosit, e dalla belga Dredging International), riconoscendogli 5,4 milioni di euro, di cui 462mila per riserve quantificabili e il resto come stima di riserve ammissibili ma ancora da definire esattamente. Complessivamente i lavori della prima fase avviata valgono oltre 200 milioni di euro.
Sempre in ambito di progetto Hub, ma in questo caso con riguardo alla seconda fase e, in particolare, alla realizzazione dell’impianto di trattamento fanghi finanziata da fondi Pnc-Pnrr e affidata all’accoppiata Renco-Hera un anno fa, l’Adsp ha autorizzato, anticipando 4,4 milioni di euro (previa fidejussione), l’appaltatore a procedere con l’ordine delle forniture (per 22 milioni di euro) a seguito di segnalazione, da parte dello stesso, del “serio pericolo di non riuscire ad ottemperare nei tempi previsti alla realizzazione dell’impianto”, dato che il procedimento autorizzatorio regionale (in particolare la Valutazione di impatto ambientale) è ancora in corso. La port authority ha però chiesto e ottenuto in ogni caso che Renco “manlevasse l’Ente da qualunque onere, relativo alle forniture anticipate, derivante dalla mancata approvazione del progetto ovvero dalle eventuali variazioni al progetto richieste dalle competenti Autorità prima dell’ottenimento del Paur”.
Aggiornamenti sono emersi anche per ciò che riguarda l’appalto relativo alla ristrutturazione della banchina cosiddetta Marcegaglia, con l’appaltatore (Trevi) che a marzo scorso ha apposto riserve per quasi 3 milioni di euro, fra cui oltre 2,3 milioni per una variante (mantenimento di alcune bitte) e 424mila euro per revisione prezzi. Il Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dalla direttrice del Mit Patrizia Scarchilli) ha ammesso la prima per circa 500mila euro, ma ha alzato il conto della revisione a 1,1 milioni di euro, riconoscendo alla fine circa 1,7 milioni a Trevi (rispetto all’aggiudicazione per 8,5 milioni).
Infine comporterà un minore aggravio di costi (500mila ulteriori su 8 milioni di lavori aggiudicati a Fincantieri Infrastructure), ma allungherà i tempi di oltre sei mesi, la richiesta del terminalista Eurodocks accolta dall’Autorità di sistema portuale di allungare da 185 a 300 metri la porzione con fondale a -14,5 metri della sua banchina in via di ristrutturazione, “per garantire l’ormeggio di navi Panamax”.
A.M.
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