Appello del cluster per avere i presidenti dei porti ma Rixi rischia di alzare bandiera bianca
Una lettera firmata da sette associazioni arriva a pochi giorni di distanza dall’assemblea di Assiterminal dove il viceministro è apparso sfiduciato e disponibile a fare un passo indietro se necessario
Monaco (Germania) – Prima ancora che sette associazioni di categoria del cluster marittimo-portuale italiano divulgassero una nota congiunta per chiedere il completamento dell’iter e la formalizzazione delle nomine dei prossimi presidenti di Autorità di sistema portuale, alla fiera Transport Logistic in corso a Monaco di Baviera (l’appuntamento più importante a livello continentale per le imprese del comparto) circolava fra gli operatori una rappresentazione dell’ultima assemblea di Assiterminal, alla quale ha partecipato nei giorni scorsi il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, tutt’altro che rassicurante. Il passaparola fra stakeholder presenti in fiera riferisce infatti che l’esponente leghista di Governo, di fronte alle rimostranze e alle richieste presentate dall’associazione dei terminal portuali italiani, abbia assunto un atteggiamento remissivo e quasi rinunciatario lasciando perfino intendere (se non addirittura affermandolo) di essere pronto a fare un passo indietro se la sua azione politica dovesse conttinuare a produrre pochi risultati rispetto agli obiettivi prefissati. Una ricostruzione dei fatti che fonti vicine allo stesso ministro però smentiscono.
Se confermata, invece, sarebbe un’ammissione esplicita di debolezza e di inefficacia della propria azione politica che avrebbe colto di sorpresa in primis gli stessi rappresentanti di Assiterminal, abituati ad avere a che fare con un viceministro combattivo e propositivo nel cercare di portare avanti la propria azione di mediazione e di proposta di riforma dell’ordinamento portuale e della normativa di settore in materia marittima e di trasporti. Il recente intervento di Art (Autorità di Regolazione dei Trasporti) sulle concessioni portuali, il ‘decreto infrastrutture’ spuntato della norma che mirava a mettere ordine interpretativo sui Piani regolatori portuali (e a risolvere il caso Genoa Port Terminal di Spinelli), così come l’impasse sulle nomine dei presidenti di Autorità di sistema portuale (procedura rimasta vittima del braccio di ferro fra gli interessi di Lega e Fratelli d’Italia) sembrano aver sfiancato anche il determinato viceministro Rixi che evidentemente fatica a vedere vie d’uscita proprio mentre imprese e associazioni di categoria gli chiedono conto dell’azione di Governo e del suo ministero.
Da Alis, Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confitarma, Federagenti e Uniport nelle scorse ore è stato lanciato un appello chiaro con cui si chiede di procedere con urgenza alle nomine dei presidenti dei porti italiani. “Le associazioni rappresentative del cluster marittimo portuale nazionale – è scritto -, nel pieno rispetto delle prerogative dei gruppi parlamentari e del governo, sottolineano l’assoluta urgenza di addivenire nel più breve tempo possibile al perfezionamento degli atti di nomina dei nuovi presidenti delle Autorità di sistema portuale”.
A firmare l’appello le associazioni nazionali che riuniscono le aziende della logistica, le compagnie portuali, i terminalisti, gli armatori (anche se non figura Assarmatori), gli agenti marittimi e le imprese portuali, affinché si sblocchi la situazione di stallo politico che sta paralizzando le nomine e pure l’insediamento di coloro che hanno già ricevuto l’ok dei presidenti delle Regioni competenti e sono già stati auditi dalle commissioni parlamentari, come nel caso dell’Adsp del Mar ligure Occidentale. “La portualità italiana necessita di Autorità di sistema portuale nella pienezza delle loro funzioni – sottolinea la nota firmata dalle associazioni – in grado di portare a compimento le opere infrastrutturali in fase di realizzazione, di gestire le complessità di mercato e di relazioni di ciascun porto in un’ottica di sistema e di poter operare per quanto propria competenza con rinnovata capacità propulsiva di raccordo”.
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