Solo due natanti (non a idrogeno) nel bando Green Ports delle AdSP di Venezia e Trieste
La port authority di Livorno ha rinunciato a partecipare dopo la modifica alle caratteristiche dei mezzi
Perde un pezzo e cambia sistema di alimentazione il progetto per i natanti eco che era stato avviato congiuntamente da tre autorità di sistema portuale nell’ambito del programma Green Ports, finanziato dal Pnrr e gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
L’iter iniziale, partito nell’aprile del 2024, vedeva alleate le authority di Venezia, Livorno e Trieste nell’avvio di un percorso per la costruzione di tre imbarcazioni a idrogeno. L’accordo tra i tre enti prevedeva che questi avrebbero lavorato in sinergia, con Livorno a fare da stazione appaltante e Rup (responsabile unico del procedimento) per tutti e Venezia da direttore della fornitura, mentre Trieste avrebbe seguito la fase del collaudo.
Dalla partecipazione all’avviso pubblico per la presentazione delle manifestazioni di interesse all’approntamento del bando le cose sono però cambiate.
A “causa dell’incertezza sull’iter autorizzativo”, le authority avevano successivamente richiesto al Mase (e ottenuto) di poter modificare il progetto, mantenendo la propulsione elettrica ma eliminando il serbatoio ad idrogeno e optando al suo posto per l’utilizzo esclusivo delle batterie di accumulo. A “seguito di tale modifica”, lo scorso marzo Livorno ha comunicato la rinuncia al progetto, mentre Trieste e Venezia hanno deciso di proseguire, con la prima a ricoprire il ruolo di stazione appaltante.
Questa dunque la cornice della nuova procedura pubblica varata oggi dall’ente, relativa quindi ora alla “fornitura di due natanti da riporto a propulsione elettrica”, imbarcazioni che secondo i due enti dovranno servire a “svolgere attività di monitoraggio ambientale, campagne batimetriche, verifiche in-situ di infrastrutture portuali, attività di security, visite in porto e simili”.
Nel merito, l’appalto – come noto finanziato dal Pnrr – ha un budget di 2,2 milioni di euro, per la fornitura, il trasporto e la consegna di due mezzi lunghi 10 metri, larghi tra i 3 e i 4, con una autonomia di almeno 40 miglia nautiche alla velocità di 8 nodi e in grado di trasportare tra le 8 e le 12 persone in posizione seduta all’interno della cabina.
La documentazione di gara, che parla del mezzo come di una “barca da lavoro/pilotina/trasferimento passegger”, spiega inoltre che questo dovrà avere scafo semidislocante monocarena, realizzato “preferibilmente” in materiale composito avanzato o in lega di alluminio. Secondo il cronoprogramma, collaudo e consegna dei due mezzi dovrebbero avere luogo già nel secondo trimestre 2026.
Nell’illustrare il senso dell’iniziativa, il bando rileva che l’obiettivo delle AdSP è quello di “ridurre le emissioni nell’ambiente attraverso un ammodernamento del parco mezzi del sistema portuale”, in questo caso offrendo “un nuovo servizio” che consiste nella messa a disposizione di un’imbarcazione elettrica in grado di svolgere attività di monitoraggio ambientale, campagne batimetriche, verifiche in situ di infrastrutture portuali, attività di security, visite in porto e interventi di soccorso in aree accessibili da mare. Il progetto, conclude la presentazione, “trae particolare vantaggio dall’integrazione con i progetti di terra per l’elettrificazione delle banchine portuali, e le relative infrastrutture di ricarica, verso la quale le AdSP sono impegnate attivamente nella progettazione, realizzazione e completamento”.
Nel frattempo, ad avere avviato un percorso simile, risultato infine più lineare, è stata la AdSP di Ravenna, che dopo aver approntato nell’aprile 2024 già il bando vero e proprio (valore 1,5 milioni di euro) per un mezzo ‘eco’, lo ha aggiudicato nel successivo mese di settembre al cantiere Morri Fm di Bellaria. Secondo quanto chiarito dall’ente l’imbarcazione in questione dovrà svolgere specifiche attività di antinquinamento e di raccolta di materiali galleggianti e semisommersi.
F.M.
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