L’avvocato difensore, Alessandro Diddi, si è opposto al decreto di perquisizione e martedì è fissata una udienza al tribunale del Riesame di Trieste. Per il legale le accuse sono prive di fondamento e il suo assistito è in grado di dimostrarlo.
L’inchiesta sarebbe stata avviata dopo che nel corso di una verifica fiscale sarebbero state individuate cospicue transazioni di anni fa prive di causale, che fa sospettare denaro di provenienza illecita. Sospetto infondato per la difesa che parla di compensi privatistici di società per consulenze e formazione.
Per quanto riguarda il porto, Gurrieri oltre a essere il candidato designato alla presidenza del Sistema portuale di Trieste e Monfalcone, è anche a.d. della Società Alpe Adria, che si occupa di trasporto e servizi intermodali.
Gurrieri ha rilasciato questa dichiarazione sul caso: “In merito all’accusa della Procura di Trieste, sono certo di poter dimostrare di aver agito nella legalità, in piena trasparenza. Ho avuto un incontro con i magistrati durante il quale ho rilasciato una dichiarazione spontanea. Con il mio avvocato presenteremo una memoria al PM competente, certi che la vicenda verrà presto archiviata. Non sono indagato né per le mie attività passate e presenti presso il Porto, né per il mio incarico in Alpe Adria, ma per questioni private su cui farò chiarezza. Non consentirò a nessuno, dunque, di offuscare trent’anni di rispettata e onorata carriera. Confido che attraverso un’equa valutazione dell’accaduto potrà essere riconosciuta la correttezza del mio operato. Per questo intendo collaborare con le autorità giudiziarie, in cui ripongo massima fiducia”.
