Cavi sottomarini: vulnerabilità, nuove regole, strategie di difesa
Stati e operatori privati convergono sulla necessità di proteggere i cavi con risposte rapide e coordinate
Contributo a cura dell’Avv. Enrico Vergani, partner, e Giulia Morelli, associate, leader e membro del
Focus Team Shipping, Transport & Logistics di BonelliErede
I cavi sottomarini trasportano oltre il 99% del traffico dati mondiale e rappresentano l’infrastruttura strategica primaria per la continuità economica, commerciale e istituzionale. Il network globale supera 1,3m di chilometri, con investimenti crescenti da parte di operatori big tech, che ne detengono in larga parte la proprietà e la gestione.
L’Italia si sta affermando come nodo rilevante non solo per i cavi elettrici – con progetti come il Tyrrhenian Link – ma anche per le tecnologie digitali, grazie a player industriali come Prysmian e centri di eccellenza come WSense, attivi nel monitoraggio subacqueo e nelle reti IoT.
Queste infrastrutture tuttavia sono esposte a rischi molteplici: tradizionalmente la maggior parte dei danni deriva da attività accidentali o eventi naturali. Negli ultimi anni, si sono aggiunti tuttavia episodi letti dagli analisti come possibili forme di sabotaggio: il danneggiamento del Balticconnector nel 2023 e i tagli registrati nel Mar Rosso e nel Mar Baltico tra il 2024 e il 2025. Eventi di questo tipo, in un quadro geopolitico oltremodo sensibile, hanno portato la NATO al lancio, nel gennaio 2025, dell’iniziativa Baltic Sentry dedicata alla protezione delle infrastrutture critiche subacquee.
La risposta istituzionale sta maturando anche livello europeo: nel febbraio 2025 la Commissione ha emesso la Joint Communication on Submarine Cable Security, che individua quattro assi di intervento: prevention, requisiti di sicurezza più stringenti e nuovi investimenti in cavi “intelligenti”; detection, potenziamento delle capacità di monitoraggio per bacino marittimo e allerta anticipata; response & recovery, l’istituzione di una “EU Cable Vessels Reserve Fleet” per ridurre i tempi di riparazione; deterrence, attraverso sanzioni e strumenti diplomatici contro attori ostili. Sono già stati finanziati 51 progetti di connettività backbone, con ulteriori risorse previste tra il 2025 e il 2027 nell’ambito del programma CEF Digital e della Global Gateway, per sostenere gli investimenti in cavi intra-UE e rotte alternative a quelle più esposte.
A livello nazionale, il disegno di legge n. 2521 istituisce l’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee, con il compito di definire misure di protezione per le infrastrutture subacquee, inclusi i cavi. Il provvedimento prevede la mappatura preventiva delle aree sensibili, il monitoraggio tramite la Marina Militare e il coinvolgimento delle autorità marittime e di sicurezza. Una delle novità più rilevanti riguarda le modifiche al Codice dell’ordinamento militare: la Marina Militare potrà infatti ordinare ed eseguire l’ingaggio, la disabilitazione, la distruzione o il sequestro di mezzi che minaccino cavi sottomarini di interesse nazionale, nonché disporre il loro dirottamento verso porti italiani. Queste disposizioni si inseriscono nel solco di quanto previsto dalla UNCLOS, la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, che agli articoli 112-115 garantisce a tutti gli Stati il diritto di posare cavi sottomarini, unitamente ad obblighi di protezione e di riparazione in caso di danneggiamento.
Resta in ogni caso centrale il profilo economico e gestionale: i tempi di riparazione sono lunghi e i costi molto elevati, mentre le coperture assicurative spesso si limitano al danno diretto, lasciando scoperti i danni legati all’interruzione del servizio. Per questo gli operatori hanno avviato proprie misure di mitigazione: Prysmian ha firmato un accordo con l’olandese N-Sea, dotandosi di una nave interamente dedicata a ispezione, monitoraggio e riparazione; Fincantieri, d’intesa con Sparkle, ha sviluppato un sistema di protezione e sorveglianza dei cavi sottomarini.
La traiettoria è chiara: Stati e operatori privati convergono sulla necessità di proteggere i cavi con risposte rapide e coordinate. La resilienza digitale è ormai un valore essenziale a livello globale.
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Enrico Vergani
Giulia Morelli