Schenone (Medov Group): “Altre due acquisizioni in arrivo e in futuro meglio aggregarsi”
Oltre a Finsea in Sinalefi è entrata al 33% anche Sidernavi; opportunità in vista nei settori della nautica e delle opere marittime
Genova – “Abbiamo altre due acquisizioni a cui stiamo lavorando che completeremo nella primavera del 2026, si tratta anche in questo caso di aziende familiari. Puntiamo a crescere in maniera organica ma anche attraverso acquisizioni e aggregazioni di altre realtà come la nostra. C’è troppa frammentazione nel settore delle agenzie marittime e dei broker, questo rischia di rendere le aziende facile preda della Inchcape di turno o di grandi investitori stranieri interessati a entrare in Italia”. A dirlo è Giulio Schenone, presidente e a.d. di Medov Group (103 milioni di euro di fatturato consolidato e oltre 300 addetti nel mondo), che ha celebrato con un’apposita cerimonia presso Palazzo della Meridiana a Genova il rebranding e la riorganizzazione del proprio gruppo le cui attività operative sono state tutte portate dentro la ex Gruppo Investimenti Portuali (Gip).
Più in dettaglio il 14 marzo dello scorso anno Gip ha venduto le sue partecipazioni in Vecon (34,6%) e in Psa Genoa Investments NV (38%) con una plusvalenza di 178,5 milioni di euro rispetto al valore iscritto a bilancio. L’operazione di leverage buy out era stata portata a termine mediante la costituzione di Cherry Bidco Srl che ha acquisito il 95% di Gip ricorrendo a un finanziamento di 350 milioni; a seguire (giugno 2024) è stata poi realizzata la fusione per incorporazione inversa di Cherry nella incorporante Gruppo Investimenti Portuali. Per arrivare alla riorganizzazione finale del gruppo genovese c’è stata ancora un’operazione di scissione mediante scorporo con la quale la capogruppo I.L. Investimenti Srl ha trasferito a Gip le partecipazioni detenute nel settore della logistica: ovvero Gip 2.0 (di cui detiene un 10%), Bolzaneto Container Terminal (50%), Janua Algor (70%), Logtainer (20%), Medov Logistics (100%) e Fmv Industrial Infrastructure Fund I. Quest’ultima è la società con cui Schenone ha reinvestito (5 milioni di euro) in Psa “essendo oggi un piccolo azionista senza ruolo esecutivi”.
Con questo rebranding “le aziende del gruppo saranno molto più facilmente riconoscibili e ricollegabili a Medov” prosegue l’imprenditore genovese, sottolineando di essere “alla finestra per cogliere altre opportunità d’investimento e partnership”. A proposito di alleanze non va dimenticata, oltre all’acquisizione appena annunciata della spezzina Programma Mare, anche l’agenzia marittima Sinalefi, nata al 50% con Finsea e dove è entrata recentemente con una quota paritetica del 33% anche la Sider Navi della famiglia Romeo (Nova Marine Carriers). Proprio “nella nautica” (dove il gruppo è attivo anche tramite San Giorgio Yachting) e “nell’assistenza ai mezzi navali impegnati in opere marittime” Schenone vede prospettive di crescita del business di agenzia marittima per il futuro: “Il mercato dell’agenzia marittima è molto maturo, nella nicchia bisogna sapersi distinguere e noi proviamo a fare cose diverse”. Il rapporto di fiducia costruito da Sinalefi con Fincantieri Infrastructure per i lavori della nuova diga di Genova è un modello che potrà essere replicato in altri interventi simili in giro per l’Italia, a partire ad esempio dalla costruzione delle opere a mare per la Darsena Europa di Livorno.
Seppure oggi guardi al futuro cercando anche opportunità di alleanze e partnership, il nome di Giulio Schenone anche nel recente passato è stato spesso al centro di battaglie senza esclusione di colpi per interessi economici, di potere e personalismi nel porto di Genova e non solo. È nota la sua ‘scarsa sintonia’ con Gianluigi Aponte (patron di Msc) e con la famiglia Spinelli. Contrasti insanabili? “Di insanabile non c’è nulla al mondo, basta vedere cosa sta avvenendo a Gaza” risponde, aggiungendo però che “ci vuole rispetto delle regole da parte di tutti e se questo non c’è serve qualcuno che le regole le faccia rispettare. Dovrebbe prevalere il buon senso ai personalismi ma se tutti non giocano con lo stesso mazzo di carte…”. Il riferimento tacito è al contenzioso fra Psa Sech e il Genoa Port Terminal che negli ultimi due anni ha tenuto banca nei tribunali e sulle banchine genovesi e non solo.
Una parentesi che il neopresidente della port authority, Matteo Paroli, ha messo a posto ottenendo in Comitato di gestione l’ok alla delibera per la rinnovazione della concessione fino al 2054. “Un mio parere su Paroli? Lo conosco – risponde – da quando era segretario generale a Livorno e io seguivo Terminal Darsena Toscana, è senz’altro una persona di grande competenza ed equilibrio. Forse l’aria di Genova non è così salubre perché l’inizio non mi è piaciuto ma avrà tempo per dimostrare che può fare ancora meglio. Il mio, ovviamente, è un parere del tutto personale”.
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