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La riforma del Codice dell’Ue al centro del confronto fra spedizionieri doganali

Il 26% delle imprese associate a Fedespedi, oltre 400 aziende, risulta titolare di Autorizzazione Aeo e di queste il 65% sono Pmi

di REDAZIONE SHIPPING ITALY
8 Novembre 2025
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Si è tenuta a Milano la nona edizione del Convegno Doganale di Fedespedi, intitolato “Aeo alla prova della riforma del Codice Doganale dell’Unione. Il ruolo dei rappresentanti doganali” e incentrato sulle sfide e le opportunità del settore doganale, oggi al centro di rilevanti dinamiche di cambiamento, guidate dalle riforme normative, dall’intensa digitalizzazione e dalle nuove tensioni geopolitiche che inevitabilmente incidono sul commercio globale.

I lavori sono stati aperti da un’introduzione a due voci – rispettivamente del presidente Customs & Tax AB di Fedespedi, Domenico De Crescenzo, e del direttore regionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Lombardia, Marco Cutaia – seguita da un momento “tecnico” che ha visto gli interventi di Loredana Sasso, direzione Aeo Compliance e Grandi Imprese Adm e Dimitri Sérafimoff, presidente Clecat. La federazione europea, Clecat, a cui aderisce Fedespedi ha avviato fin dal 2022 un dialogo serrato con la Commissione Europea sulla Riforma del Codice Doganale, veicolando l’istanza di valorizzazione nel nuovo assetto del Codice del ruolo delle imprese che operano come rappresentanti doganali: si tratta, infatti, di operatori che forniscono assistenza a importatori ed esportatori nella fase dichiarativa e nella compliance con le normative europee che regolano gli scambi a livello globale e che possono garantire affidabilità alle amministrazioni doganali a tutela del mercato europeo.

Il dibattito è proseguito con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Claudio Oliviero (direttore Area Dogane Adm), Giuliano Ceccardi (vicepresidente Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali), Filippo Mancuso (dirigente Assonime Area Dogane e Commercio internazionale) e Domenico De Crescenzo (presidente Customs & Tax AB di Fedespedi).

“Il nuovo impianto normativo doganale dell’U.E. che vedrà la luce nel 2026 – ha spiegato Claudio Oliviero, direttore Area Dogane Adm – apre nuove prospettive per gli operatori economici europei e in particolar modo per il settore della logistica che si occupa di servizi internazionali. Non sarà un processo facile né semplice quello dell’implementazione delle nuove norme, anche perché dovranno essere adottati a Bruxelles gli atti esecutivi del nuovo codice. È quindi necessaria la massima capacità di adattamento per cogliere le opportunità che si presenteranno ma anche per superare le inevitabili sfide connesse al cambiamento.”

Giuliano Ceccardi, vicepresidente Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali, ha evidenziato: “Rilevo con soddisfazione che oggi, al contrario di quanto è accaduto nel 2016 rispetto dell’applicazione del Regolamento istitutivo del Codice Doganale dell’Unione 952/2013 2016, gli operatori doganali stanno ricoprendo un ruolo molto più attivo e propositivo nel dialogo con l’Agenzia delle Dogane. La limitazione all’uso della rappresentanza diretta sarà l’ennesimo ostacolo da affrontare ma la nostra professionalità in primis, supportata da idonea contrattualistica e conoscenza del cliente, ci permetteranno di superarlo.”

“La competitività delle imprese italiane in uno scenario globale segnato da crescenti tensioni geopolitiche e spinte protezionistiche esige un quadro normativo moderno e resiliente – ha sottolineato Filippo Mancuso, dirigente Assonime Area Dogane e Commercio internazionale – con regole improntate a principi di chiarezza ed efficienza. Per questo, la riforma del codice doganale dell’Unione si conferma un obiettivo strategico di primaria importanza per non perdere ulteriore terreno rispetto agli altri competitors internazionali, per superare l’attuale frammentazione applicativa e per favorire l’attrazione di investimenti e insediamenti produttivi in Europa e in Italia”.

La Riforma del Codice Doganale dell’Unione è stata al centro della discussione che ha visto un focus particolare sul ruolo dei rappresentanti doganali Aeo, autorizzati ad importanti semplificazioni perché di provata competenza e affidabili.

“La Riforma del Codice Doganale dell’Unione è fondamentale e ambiziosa – ha dichiarato nel corso dell’evento il presidente Customs & Tax AB di Fedespedi, Domenico De Crescenzo – ed è necessaria per rafforzare la capacità dell’Unione Doganale nel rispondere alle sfide dettate dal contesto attuale. Riteniamo prioritario tutelare la specificità e la responsabilità del rappresentante doganale, evitando equiparazioni improprie con altre figure della catena logistica. Solo riconoscendo ruoli distinti e competenze definite si può garantire un sistema doganale equo, efficiente e sicuro. Allo stesso tempo, strumenti come lo status di Aeo e Trust&Check devono essere valorizzati e accompagnati da agevolazioni chiare, così da premiare la professionalità e sostenere la competitività delle imprese, in particolare delle Pmi”.

L’Italia si colloca al terzo posto tra gli Stati Membri per numero di autorizzazioni Aeo attive (2.120). Il 26% delle imprese associate a Fedespedi, oltre 400 aziende, risulta titolare di Autorizzazione Aeo e di queste il 65% sono Pmi.

Fedespedi nel 2017 è stata la prima associazione accreditata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per organizzare ed erogare il corso per responsabili delle questioni doganali valido per la dimostrazione del criterio delle “qualifiche professionali” da soddisfare per ottenere l’Autorizzazione Aeo. Nel 2026, la Federazione avvierà la 10° edizione del Corso, che in questi anni ha formato oltre 280 persone di 160 aziende associate.

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