Rinnovati i vertici di spedizionieri e terminalisti del Friuli Venezia Giulia
Confermato alla presidenza Stefano Visintin. Antenne alzate su corridoio Imec e riforma portuale
L’assemblea dell’Associazione degli Spedizionieri e Terminalisti del Friuli Venezia Giulia, che rappresenta le imprese private operanti nel Friuli Venezia Giulia come case di spedizione, terminalisti e operatori multimodali, ha rinnovato le cariche sociali per il prossimo triennio.
È stato riconfermato alla presidenza Stefano Visintin (Ro.Ro.Tranship), continua l’attività come vicepresidente Paolo Nassimbeni (Samer & Co.Shipping), affiancato da Marco Gallegati (Trimar), che avvicenda Marino Marini (Korman Italia), il quale ha coadiuvato il presidente nei precedenti mandati e continuerà a lavorare nell’associazione con altri incarichi.
Nel consiglio direttivo, parzialmente rinnovato, sono stati eletti rappresentanti delle imprese BFB Casa di Spedizioni, De Palo, Gianesini Erminio, Santandrea Logistica, Francesco Parisi casa di spedizioni, Interporto di Trieste, Trieste Marine Terminal.
Nel corso dell’assemblea sono stati delineati i principali argomenti che verranno affrontati dall’associazione di categoria nei prossimi mesi, a partire dalle strategie per riportare la piattaforma logistica regionale al centro delle principali direttrici di traffico.
“Il progetto Imec ed in generale il corridoio indo-mediterraneo sono una grande opportunità, contribuendo a rafforzare la via del canale di Suez, che progressivamente ritorna alla sua normale attività. Il cosiddetto corridoio centrale, che connette la Cina all’Europa attraverso il Caucaso e la Turchia, anche attraverso Trieste e gli interporti regionali, sta assumendo sempre maggior rilevanza a seguito del perdurare della guerra russo-ucraina” si legge in una nota.
“Ma non siamo soli – ha dichiarato Visintin – abbiamo molti concorrenti validi e strutturati in paesi vicini, spesso con dei modelli di gestione della portualità diversi dal nostro, che in questo momento ci possono sembrare più efficienti ed efficaci. Per poter sviluppare il nostro sistema portuale dobbiamo tener unito il cluster privato e le istituzioni, concentrandoci sulle nostre peculiarità. Tra queste figura senz’altro la nostra connettività ferroviaria con il mercato del centro-est Europa e l’integrazione progressiva fra gli interporti e i porti regionali. Dobbiamo continuare ad approfondire, sviluppare e promuovere la risorsa del porto franco internazionale, che non costituisce solo un regime doganale straordinario, ma permette anche la libera circolazione dei mezzi di trasporto di ogni nazionalità e tutelarne la pertinente gestione organizzativa”.
Qualche perplessità è stata espressa sulla riforma della legge sui porti, che potrebbe sottrarre risorse alla locale Autorità di sistema portuale, girando ad una società nazionale parte delle tasse portuali che, in base al regime del porto franco, devono invece essere impiegate per rendere un servizio reale alle merci.
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