In programma il primo bunkeraggio di ammoniaca ship to ship a Singapore
Il primo trasferimento avverrà nel 2027: si concretizza così l’avanzamento della transizione energetica nel settore marittimo

La corsa alla decarbonizzazione del trasporto marittimo sta entrando in una fase decisiva: se fino a poco tempo fa i combustibili alternativi come il metanolo e l’ammoniaca erano oggetto principalmente di studi teorici, oggi hanno raggiunto una maturità tecnologica tale da spingere il settore verso l’implementazione concreta.
Secondo il recente rapporto “Dai piloti alla pratica” del Global Maritime Forum, il metanolo è ormai considerato pronto per le prime operazioni a basse emissioni, mentre l’ammoniaca sta raggiungendo il suo punto di svolta. La vera sfida non risiede più nello sviluppo dei motori, ma nella creazione di una filiera logistica e di rifornimento sicura ed efficiente. E proprio su questo fronte, l’industria sta compiendo passi importanti. Uno di questi riguarda i colossi Mitsui Osk Lines (Mol) e Itochu Corporation, che hanno annunciato una collaborazione per un progetto pionieristico a Singapore: la prima dimostrazione al mondo di bunkeraggio di ammoniaca da nave a nave (ship to ship). L’operazione è prevista per la seconda metà del 2027 e, come spiega maritime-executive.com, non sarà solo un test, ma un vero e proprio “battesimo” per il futuro di questo combustibile.
L’operazione vedrà la partecipazione della prima nave bunker ad ammoniaca, ordinata nel giugno scorso da Itochu (con capacità di 5.000 metri cubi, sarà costruita da Sasaki Shipbuilding Co. in Giappone e batterà bandiera di Singapore), e di tre navi portarinfuse Capesize a doppio combustibile ad ammoniaca di proprietà di Mol e Cmb.Tech (saranno costruite dalla Qingdao Beihai Shipbuilding Co. della China State Shipbuilding Corporation con consegna prevista tra il 2026 e il 2027). Queste navi, noleggiate da Mol, saranno le prime navi portarinfuse Capesize a doppio combustibile ad ammoniaca al mondo e parteciperanno alla dimostrazione di rifornimento con la nave bunker di Itochu. L’accordo rappresenta una mossa strategica che spinge l’intera industria in avanti, superando la fase dei test a terra già condotti in Giappone e Cina.
Il progetto non si limita a confermare la fattibilità tecnica; il suo obiettivo primario è stabilire e validare i protocolli di sicurezza per la gestione di un combustibile volatile e tossico come l’ammoniaca: un passaggio, questo, fondamentale per ottenere le normative e le linee guida necessarie a un’adozione su larga scala.
L’intera operazione, dimostrando l’impegno di aziende del calibro di Mol e Itochu nell’investire direttamente in navi dedicate e infrastrutture, rassicura il mercato e spinge gli operatori a seguirne l’esempio, mentre il ruolo del porto di Singapore, come quello di Rotterdam e dei porti norvegesi, si consolida come pioniere nella creazione di questi nuovi standard.
Le iniziative di questi leader del settore sembrano indicare che la transizione marittima, pur necessitando di un quadro normativo chiaro, sta prendendo forma grazie a un processo guidato dall’innovazione e dalla stretta collaborazione tra i principali operatori.
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