Assiterminal: “La norma sui tempi di carico e scarico si applichi anche ai vettori marittimi”
Per l’associazione dei terminal portuali potrebbe essere utile che la Conferenza dei Presidenti delle Adsp potesse valutare una sorta di accordo di programma nazionale per migliorare l’efficientamento dei flussi di import-export attraverso i porti

Assiterminal, l’associazione confindustriale dei terminal portuali, accoglie favorevolmente la circolare esplicativa con cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito alcuni aspetti della nuova norma che regola i tempi e gli indennizzi per i tempi di carico e scarico delle merci, ma ha colto l’occasione per chiedere che queste misure si applichino anche all’imbarco e sbarco dei carichi dalle navi.
Secondo il direttore dell’associazione, Alessandro Ferrari, “restano ancora alcune questioni irrisolte quali ad esempio il perché il vettore marittimo non sia mai richiamato in questo contesto come parte della filiera logistica anche quando scarica a terra decine di migliaia di contenitori, l’alea del diritto di rivalsa nonché la relazione tra port/congestion fee e la regolamentazione delle attese come richiamate dal decreto infrastrutture: su alcuni di questi temi abbiamo ovviamente chiesto un parere legale da fornire ai nostri associati”.
Più in generale per il presidente di Assiterminal, Tomaso Cognolato, “la recente nota a firma del Capo Dipartimento del MIT, dott. Riazzola, sull’applicazione delle franchigie e relativi indennizzi a garanzia della continuità del servizio di autotrasporto chiarisce inequivocabilmente che i 90 minuti di franchigia si applicano solo ai tempi di attesa e non comprendono il tempo materiale impiegato per caricare o scaricare la merce, come richiesto e indicato anche da Assiterminal nel corso delle interlocuzioni con il Ministero”.
L’associazione dei terminalisti rileva come nei mesi scorsi, sul tema, “alcune sigle rappresentanti il mondo dell’autotrasporto avevano fornito indicazioni diverse ai loro associati creando confusione e potenziali contenziosi, mentre ampia parte del cluster logistico si era posta come obiettivo quello di concentrarsi sull’efficientamento della filiera e del rapporto committente/vettore cercando di non alimentare contrapposizioni”.
Ferrari in conclusione commenta dicendo: “La valorizzazione del contratto di trasposto come richiamato dal dlgs 286/2005, da cui l’operatore terminal o impresa portuale è escluso, è un ulteriore elemento di chiarezza; potrebbe essere utile che la Conferenza dei Presidenti delle Autorità di sistema portuale potesse valutare una sorta di accordo di programma nazionale che tenda a migliorare, anche attraverso una digitalizzazione uniforme dei Port Comunity System, l’efficientamento dei flussi di import-export che transitano dai porti, valorizzando così i processi di digitalizzazione in essere e il dialogo con gli operatori, in primis i terminalisti, ma anche con l’Agenzia delle Dogane”.
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