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Cold Ironing nei porti: dalla Corte dei Conti altre bacchettate

Secondo la magistratura contabile il Ministero dei Trasporti non è intervenuto abbastanza risolutamente sui rilievi sollevati sull’esecuzione del programma Pnrr. Lente anche sulle assunzioni di Ram

di Redazione SHIPPING ITALY
21 Novembre 2022
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Cold ironing Bari

A sei mesi di distanza dall’ultima volta la Corte dei Conti è tornata a monitorare l’operato del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (tornato intanto alla denominazione Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) in qualità di regista dell’operazione Cold Ironing per la quale il Pnrr prevede lo stanziamento di circa 700 milioni di euro in favore delle Autorità di Sistema Portuale italiane.

Anche in questo caso, non avendo il Mit fatto i compiti a casa, il giudizio è negativo, seppure senza conseguenze provvedimentali, almeno per ora.

Per la prima delle tre problematiche riscontrate, infatti, il collegio della Corte dei Conti ha dovuto “prendere atto della mancata adozione da parte di Mims di misure autocorrettive volte a rimuovere la criticità riassunta in rubrica”. Si tratta del disallineamento temporale fra previsioni ed azioni effettivamente compiute dalle Adsp: per la Corte dei Conti è inequivocabile che al 30 giugno 2022 gli enti portuali avrebbero dovuto aver bandito il 30% dei lavori di esecuzione, mentre per il Ministero il target è considerato raggiunto solo in considerazione dei bandi relativi alla progettazione preliminare. Da cui la bocciatura.

Stesso esito per la seconda criticità, relativa alla “mancata tempestiva implementazione del sistema informativo Mims Piattaforma”. La Corte stigmatizza che il Ministero si sia limitato a monitorare l’implementazione del piano solo attraverso i report prodotti quindicinalmente dalle Adsp, sistema che “non rivela definitiva efficacia per intercettare le criticità che pure si registrano in rapporto ai singoli interventi”. E che “non sono illustrati o documentati, nella relazione trasmessa da Mims, lo stato di attuazione e l’effettiva consistenza del sistema di monitoraggio che si sta mettendo a punto”.

Meno severo il giudizio sulla terza criticità, “correlata all’atto normativo relativo alla semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di Cold Ironing”. Le ragioni del Ministero, infatti, appaiono in questo caso meno pretestuose, avendo il dicastero “dedotto che ulteriore questione affrontata riguarda la non competitività della tariffa elettrica rispetto al costo dell’energia elettrica prodotta dalla nave (Tariffa elettrica attuale ad uso industriale media ca. 16 c€ /kWh, costo autoproduzione medio a bordo nave ca. 10 – 13 c€ /kWh)”.

Pertanto la Corte “prende atto che Mims ha effettivamente adotto un articolato percorso auto-correttivo corrispondente alle documentate iniziative (…). Trattasi di percorso che, per quanto dedotto da Mims, vede coinvolta – correttamente a giudizio del Collegio – anche Arera”. Nondimento, conclude il report, “rimane fermo l’avviso del Collegio – già svolto nella deliberazione n. 2/2022 che stigmatizzava la mancata tempestiva adozione di linee guida, direttive o circolari relative agli aspetti tecnici e tecnologici del programma – che il percorso auto-correttivo descritto dal Ministero proponente non debba determinare sostanziali ‘rallentamenti o regressioni procedurali’ (…) nello svolgimento dell’attività amministrativa ed esecutiva di competenza dei soggetti attuatori”.

Qualche settimana prima un altro report della Corte (nell’ambito del monitoraggio periodico dell’attività di enti e società pubbliche, trasmesso alle Camere il 6 ottobre, quindi nella precedente legislatura) sollevava alcuni rilievi anche a Ram Spa – Rete Autostrade del Mediterraneo. In particolare, nelle conclusioni (e solo lì: nel report vero e proprio della cosa non si fa menzione) si segnalava che: “È stato pianificato il rafforzamento della struttura organizzativa di Ram mediante l’assunzione di n. 19 unità tempo pieno e indeterminato. In data 13 aprile 2022, l’Amministratore unico ha approvato la determinazione n. 11 che autorizza la Società ad avviare le procedure di selezione delle n. 38 unità di personale. Al riguardo, si esprimono sin d’ora riserve sulla copertura finanziaria e sulla correttezza delle procedure autorizzative ad assumere, nonché sull’avviso pubblicato, in relazione ai quali si richiama l’attenzione del Collegio sindacale, ai fini degli opportuni approfondimenti”.

Non solo la Corte, tuttavia, sembra ignorare il previsto allargamento delle competenze (e della pianta organica) stabilito per Ram dal Pnrr, a partire dalle disposizioni relative alla piattaforma logistica (fra cui appunto 19 assunzioni), ma anche il fatto, ha rilevato la stessa Ram, che lo stesso Collegio Sindacale evocato dalla Corte, organo composto da funzionari del Mit e del Mims, abbia nel frattempo dato il proprio assenso all’operazione.

A.M.

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