Aumenta la sicurezza delle bulk carrier, al netto delle recrudescenze belliche
Secondo Intercargo negli ultimi 10 anni ringiovanimento della flotta, maggiore formazione degli equipaggi e leggi più chiare hanno migliorato la situazione, ma nel 2024 sono emersi rischi diversi per la vita dei marittimi

Ci sono progressi incoraggianti nella sicurezza delle navi portarinfuse, con perdite di navi e incidenti in continuo calo nell’ultimo decennio, ma le gravi minacce alla sicurezza emerse nel 2024 richiedono un’azione internazionale urgente per proteggere i marittimi e difendere la libertà di navigazione.
Lo dice il Rapporto sugli incidenti delle navi portarinfuse 2025 di Intercargo, l’associazione internazionale degli armatori di carico secco, che segnala la perdita di 20 navi portarinfuse (≥10.000 dwt) tra il 2015 e il 2024, con 89 decessi tra i marittimi. Gli incagli rimangono la principale causa di perdite di navi, responsabili del 45% dei casi, mentre la liquefazione del carico continua a rappresentare la maggiore minaccia per la vita, con 55 decessi, pari a oltre il 60% del totale. Lo spostamento del carico (diverso dalla liquefazione) ha causato la perdita di due navi e 12 vite umane, evidenziando un’ulteriore area di preoccupazione.
Sebbene nel 2024 sia stata registrata una sola vittima operativa, l’anno è stato caratterizzato da tre distinti attacchi a navi portarinfuse nel Mar Rosso – Rubymar, True Confidence e Tutor – che hanno coinvolto missili, droni e navi di superficie senza equipaggio. Questi incidenti, che hanno causato la morte di quattro marittimi, sono documentati separatamente dall’analisi statistica, ma evidenziano un pericoloso deterioramento della sicurezza marittima.
John Xylas, Presidente di Intercargo, ha commentato: “Il settore delle rinfuse secche dovrebbe essere orgoglioso del miglioramento delle prestazioni in materia di sicurezza evidenziato nel rapporto di quest’anno. Ma gli inaccettabili attacchi alle navi mercantili del 2024 ci hanno ricordato che oggi la sicurezza va oltre la marineria e il rispetto delle normative; si tratta fondamentalmente di proteggere la vita umana. I marittimi non devono mai essere messi in pericolo semplicemente per aver svolto il loro lavoro”.
Il rapporto mostra inoltre che le perdite di navi portarinfuse sono ora in media di sole due all’anno, con un notevole calo del numero medio di vittime per ferito negli ultimi 10 anni. Questi progressi sono attribuibili al miglioramento della progettazione navale, alla migliore formazione degli equipaggi e a quadri normativi più rigorosi. Tuttavia, Intercargo sottolinea che persistono rischi significativi, in particolare quelli relativi a dichiarazioni di carico non corrette, guasti alla navigazione e ritardi nella presentazione dei rapporti di indagine sugli incidenti da parte degli Stati di bandiera.
Il tempo medio di segnalazione alla piattaforma Gisis dell’Imo rimane superiore ai due anni, ostacolando gravemente la capacità del settore di apprendere e attuare tempestivamente azioni correttive. Con oltre 12.500 navi portarinfuse in servizio a livello globale e una domanda di trasporto di carichi secchi in continua crescita, Intercargo ribadisce il suo appello a un impegno collettivo del settore per raggiungere l’obiettivo “zero perdite di vite umane e zero perdite di navi”.
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